Rione Terra, Figliolia sconfessato dal segretario comunale: che figuraccia!

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Che fosse chiaramenteillegittimalaconvenzionetra ilsindaco Figlioliae il direttore dell’Agenzia del Demanioper“la valorizzazione del compendio immobiliare Rione Terra”,lo avevamo scritto il 14 aprile scorso.

Adesso, però, ad un mese di distanza, arriva anche laconferma ufficiale.

E a darla non è unpincopallinoqualsiasi ma nientemeno che ilsegretario generaledel Comune,Matteo Sperandeo.

Colui che riveste il ruolo di “notaio” municipale ha infattiapertamentesconfessato l’operato del Capo dell’Amministrazione e dei cinque assessori(tutti tranne Gerundo e Marrandino) firmataridella delibera di Giunta numero 27 del 6 aprile.

Atto con cui l’Esecutivo approvava iltesto della convenzione da sottoporre al Consiglio Comunale.

Atto che, inizialmente era stato anche controfirmato e sottoscritto dallo stesso segretario generale dell’Ente, il quale, tuttavia,si è clamorosamente ravveduto, sconfessando dunque anche se stesso.

E’ successo che ladelibera di Giunta, non si sa bene per quale motivo, mercoledì della scorsa settimana,  è statasottoposta al parere della terza commissione consiliare.

Scriviamo“non si sa bene per quale motivo”in quanto, così come già riportato nel nostro articolo del 14 aprile, non solo la (fantomatica)proposta della Giunta al Consiglio Comunale era già stata superata dalla firma della convenzione(avvenuta tra Figliolia ed il direttore generale dell’Agenzia del Demanio il 7 aprile) e dunque, contrariamente a quanto previsto dalla legge,Figliolia ha firmato questa convenzione senza aver ricevuto alcun mandato ufficiale dal Consiglio Comunale, ma anche perchéla stessa proposta di convenzione doveva essere contenuta in una delibera di Consiglio Comunale (e non in una delibera di Giunta).

Quindi, il passaggio di una cosa realizzata (illegittimamente) in un organo istituzionale che avrebbe dovuto istruirla prima che si facesse, rappresenta unapresa per i fondelli fenomenale per  la città e per i 24 consiglieri votati dai puteolani.

Ad una cosa però è servita l’arrivo della delibera in commissione.

Alcuni consiglieri comunali hanno infatti espressamente chiesto chiarimenti in merito alsegretario generale, il qualeha rivelato che la delibera presenta“carenze istruttorie”mancando del parere di regolarità contabile, di competenza del dirigente preposto.

L’atto, quindi, non è stato preso nemmeno in esame dalla commissione, che l’ha rimesso nelle mani del segretario comunale.

E’ chiaro che,se si vorrà perseguire la strada della legalità, la delibera di Giunta non potrà essere in alcun modo “ritoccata” aggiungendo un parere “postumo” di regolarità contabile.

Parere che già si sarebbe dovuto leggere nella delibera, in quantola convenzione con l’Agenzia del Demanio non è a titolo gratuito bensì costa la “bellezza” di  99.700 euro, divisi in tre rate:  la metà (49.850) entro il 31 dicembre di quest’anno e le due restanti quote del 25% (da 24.925 euro ciascuna) entro il 28 febbraio e 28 agosto 2017.

Invece, questa delibera èpriva di copertura finanziaria,il che espone il Sindaco ed i cinque assessori che l’hanno firmata al rischio di sborsare questa cifra di tasca propria, in caso di intervento (e presumibile condanna per danno erariale) da parte della Corte dei Conti.

Il “papocchio” è servito per varie ragioni.

Quella delibera infatti, non solo non si può cambiare aggiungendo un parere di regolarità contabile “a posteriori” (sarebbe un falso: reato punito dal codice penale) mava rifatta tutta la procedura daccapo per tanti altri motivi, non meno importanti della mancata copertura finanziaria.

Innanzitutto, ilTesto Unico degli Enti Locali(all’articolo 42 comma 2 lettera “e”) stabilisce che“l’affidamento di attività o servizi tramite convenzione”rientra tra leattività di esclusiva competenza del Consiglio Comunale.

LaGiunta Figlioliaha dunque commesso uninnegabile  abuso di poterenel prendere decisioni che non rientravano tra le proprie prerogative.

Abuso reso ancora più evidente dal fatto che la stessa Giunta, prima che Figliolia firmasse la convenzione con l’Agenzia del Demanio,non ha nemmeno rispettato l’impegno (assunto in delibera) di sottoporre la convenzione al vaglio del Consiglio Comunale affinchè quest’ultimo organo conferisse al Sindaco il potere di sottoscrivere quella convenzione.

L’atto, dunque, doveva (e deve) essere non solo approvato ma anche proposto dal Consiglio Comunale.

Ma soprattutto,siamo proprio sicuri che il soggetto da cui ricevere questa consulenza in convenzione debba essere l’Agenzia del Demanio?

Nella (illegittima) delibera di Giunta che approva (illegittimamente) il testo della convenzione, si fa riferimento all’articolo 119 del Tuel, che consente agli Enti Locali di“stipulare(…)convenzioni (anche) con soggetti pubblici o privati diretti a fornire  consulenze o servizi aggiuntivi”.

Si tratta di una facoltà, non di un obbligo.

Una facoltà che non cancella quanto stabilito del  codice dei contratti pubblici(ancora in vigore al momento in cui fu approvata quella delibera e sostituito da un’altra legge solo a partire dal 19 aprile) nella parte in cui (articolo 125 comma 11) si stabilisce che,per forniture di servizi di importo superiore a 40mila euro, bisogna prima effettuare un’indagine di mercato consultando almeno cinque operatori economici.

Indagine di mercato che, così come si evince dal testo della stessa delibera di Giunta 27,non è stata effettuata prima di stabilire che il titolare di questa consulenza da 99.700 euro dovesse essere l’Agenzia del Demanio.

Insomma, il mancato parere di regolarità contabile in questo atto della Giunta Figliolia è soltanto la“foglia di fico”di un provvedimento zeppo di falle da qualsiasi punto lo si voglia esaminare.

Doverselo rimangiare è una figuraccia senza precedenti per l’Amministrazione e per il Sindaco.

Anche e soprattutto per lagrandissima eco mediatica che ebbe la firma di quella convenzione con l’Agenzia del Demanio.

Ad oggi, siamo infatti di fronte adue atti, la delibera di Giunta 27 e la convenzione con l’Agenzia del Demanioche possono essere tranquillamente destinati allo stesso uso che Totò voleva fare della famigerata“carta bianca”nel film“I due colonnelli”…