Ricevo e pubblico*
Salve Direttore, sono un ragazzo quindicenne di Pozzuoli, e la sera di sabato raccontata nella lettera da Voi pubblicata a firma del signor Marco Fabricino, ero uscito con il mio solito gruppo, nel quale si trovano le tre ragazze aggredite verbalmente e non.
Eravamo di ritorno da Napoli, e con tutto il gruppo, come ogni weekend, siamo andati a mangiare verso le 22:30 un kebab da “Gustoso”, locale situato in piazza della Repubblica, affianco alla pizzeria “Picea”.
Ci sediamo e mangiamo.
All’improvviso, solo per uno stupido fraintendimento, tre ragazze sedute affianco a noi, buttano dell’acqua addosso alla vittima principale e ad un nostro amico.
Appena la nostra amica si gira per vedere chi fosse stato, la ragazza si rivolge a lei dicendo: “ma c re m staij guardann” (mi stai guardando), con tono molto intimidatorio.
Per un momento lasciamo perdere, perché, come ogni sabato, volevamo solo divertirci e non creare disguidi con nessuno: le ragazze continuano a guardare, insultare e aggredire (per esempio hanno preso un nostro amico per i capelli girandogli la testa verso di loro).
Alcuni del gruppo hanno trovato la situazione molto imbarazzante ed hanno riso, gesto molto probabilmente frainteso dalle aggreditrici.
Dopo qualche di minuto, io ed altri/e ci siamo avvicinati, in maniera pacifica e sorridenti, chiedendo delle spiegazioni alle ragazze, le quali insinuavano che la nostra amica le stesse guardando in modo minaccioso mentre sparlava di loro (cosa smentita dalla vittima).
Ad un certo punto, una delle tre prende una bottiglia d’acqua pronta a lanciarla di nuovo verso la nostra amica, la quale cerca di scappare correndo fino da “Pata Pata”.
Dopo aver lanciato l’acqua, la ragazza inizia a spingere e toccare la nostra amica (assieme alla sue compagne), finché dopo varie spinte, inizia a picchiare la vittima e tirarle i capelli.
Molti di noi hanno cercato di intervenire, ma le ragazze si tiravano i capelli in modo così violento che non lasciavano la presa.
Solo grazie poi all’intervento di alcuni camerieri della pizzeria “Picea”, siamo riusciti a far smettere le ragazze, e portare la nostra amica in lacrime all’interno del locale.
Un’altra nostra amica è stata coinvolta, minacciata (per esempio urlavano di strapparle il piercing al naso con le mani) e spinta.
Abbiamo preso anche lei e portata all’interno della pizzeria.
Riunite le ragazze del gruppo nel ristorante, noi ragazzi usciamo e ci mettiamo davanti all’ingresso del locale per non fare entrare nessuno, visto che le aggreditrici erano tornate con altre amiche e avevano minacciato e picchiato un nostro amico, il quale, avendo avuto un minimo di educazione, non ha alzato un solo dito contro le ragazze.
Dopo dieci minuti, una ragazza del nostro gruppo cerca di parlare con una delle amiche chiamate dalle ragazze, la quale in un primo momento sembra essere pronta a ragionare, ma si smentisce subito tirando un calcio alla nostra amica.
A questo punto, essendo avvisati da alcuni amici dell’avvenimento, corriamo verso la scena, e cerchiamo di fermare le ragazze (perché, a differenza di quello che dice il signor Fabricino, alcuni di noi hanno cercato di intervenire, ma essendo maschi, certamente non potevamo essere troppo violenti).
Volevo anche precisare che la maggior parte della gente che guardava era adulta, e rivedendo la scena nella mia mente, sono stato molto deluso da queste persone che non sono intervenute: e se fossero stati i loro figli a picchiarsi?
Prendiamo la nostra amica (sconvolta) e la portiamo nella pizzeria dove erano rimaste le ragazze.
Abbiamo fatto chiamare i carabinieri e la polizia municipale dai proprietari del locale, ma ovviamente non si sono fatti vivi, molto probabilmente presi dal fare multe sul Lungomare.
Dopo aver chiamato i genitori delle tre vittime, ci accertiamo che le aggreditrici siano andate via.
Un signore è venuto vicino a noi, dicendo di aver visto andare via le ragazze (che sono di Toiano e Rione Artiaco) su un motorino in 4!
Concludo (parlo per le vittime, i loro genitori, noi amici e le persone che si sono rese utili per fermare queste oscenità) richiedendo maggiori controlli da parte degli enti locali, maggiore umanità da parte di chi ha solo guardato ed ha fatto addirittura video, e richiedendo soprattutto maggiore bisogno di educazione per questi adolescenti, educazione che molto probabilmente è mancata oppure non è stata insegnata per niente bene.
Tengo a ringraziare, invece, tutto lo staff della pizzeria “Picea”, il quale ha ospitato e consolato le vittime, ha chiamato la polizia ed ha aiutato noi ragazzi a gestire la situazione.
Chiediamo scusa a tutte le persone alle quali abbiamo disturbato i loro appuntamenti, le loro cene e le loro uscite di gruppo.
Buona giornata.
*Lettera firmata