Scassinate due Case dell’Acqua in poche ore per rubare i soldi degli incassi

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Non c’è limite al peggio, purtroppo, nella nostra città. A testimoniarlo, quanto accaduto nell’arco di poche ore a Licola, dove dueCase dell’Acqua(una delle quali installata da pochissimi mesi) sono statevandalizzate da ignoti. Il primo raid si è verificato nella giornata di ieri inpiazza San Massimo, il secondo stanotte aLicola Mare.

Obiettivo dei teppisti, quello di trafugare le cassette contenenti gli spiccioli ricavati dalla  vendita dell’acqua ai cittadini (5 centesimi al litro). Il bottino ammonterebbe complessivamente a pochi euro.

L’episodio è stato denunciato suFacebook(con tanto di fotografie, che pubblichiamo) daUmberto Mercurio, portavoce del Comitato che lotta per la riqualificazione del quartiere, dove si combatte contro il degrado quotidiano e, da due anni e mezzo, per far tornare sul posto la caserma dei carabinieri.

Sulla vicenda è intevenuto, con un comunicato stampa diramato alle 14.39, anche ilsindaco Enzo Figliolia.“Non trovo le parole per quanto successo a Licola: due casette dell’acqua vandalizzate, probabilmente per rubare le monete presenti nelle cassette interne. Gli autori di questo gesto sono soltanto dei personaggi miseri che non meritano nulla, se non una condanna senza alcuna esitazione. Rovinare un servizio di uso pubblico, un bene della collettività, è un atto svilente che mortifica i sacrifici quotidiani”.

“Le forze dell’ordine stanno cercando elementi per risalire agli autori. E allo stesso tempo vi comunico che stiamo lavorando per riportare a Licola la caserma dei Carabinieri– ha aggiunto il primo cittadino -.È al vaglio un progetto per riattare degli uffici di proprietà comunale, dove abbiamo intenzione di ospitare l’Arma. La presenza dello Stato sul territorio è sicuramente necessaria anche per contrastare piccoli fenomeni come quelli di questi ultimi giorni. Invito tutti i cittadini ad essere sempre vigili sul territorio, sentinelle della città, al fianco delle istituzioni per la tutela del bene comune”.