“Ditemi voi come dobbiamo andare avanti fino al termine della consiliatura”: fu questa la richiesta che il sindaco Enzo Figliolia fece a tutti i capigruppo della maggioranza subito dopo aver perso sul campo la battaglia per l’elezione di Elio Buono a consigliere regionale.
Ebbene, la risposta della coalizione è arrivata qualche giorno fa (mercoledì 2 settembre) con un documento (indirizzato allo stesso Capo dell’Amministrazione) di cui Pozzuoli21 è in grado di riferirvi, in anteprima esclusiva, il contenuto.

Dieci le firme in calce alla lettera: Gigi Manzoni e Mariano Amirante (rispettivamente capogruppo e segretario cittadino del Pd), Michele Luongo, Angelo Lucignano e Maurizio Marchetti (rispettivamente capogruppo, coordinatore provinciale enti locali e coordinatore di circolo di Sel), Tito Fenocchio (capogruppo di Uniti per la Libertà), Maurizio Orsi (in rappresentanza del capogruppo dei Verdi, Paolo Tozzi), Sandro Cossiga (capogruppo Udc), Mario Massimiliano Cutolo (capogruppo di Iniziativa Democratica, lista civica in cui c’è anche il presidente consiliare Enrico Russo) e Vincenzo Bifulco (capogruppo della lista civica Democrazia e Territorio, in cui milita anche Tommaso Pollice).
Insomma, l’intera “squadra” di Figliolia.

Tranne uno: Antonio Di Bonito (capogruppo della lista civica “Bene Comune”) che, pur restando in maggioranza, ha deciso di non aderire a quello che lui ritiene essere “un tentativo di mettere il bavaglio ai consiglieri comunali”.
Ma qual è il contenuto di questa lettera?
Difficile decifrare la reale volontà della coalizione, visto che il testo del documento è un continuo “ciacca e medica” per Figliolia.
Si comincia infatti con lo zuccherino, spiegando che “le forze politiche della coalizione esprimono un giudizio positivo sull’attività amministrativa prodotta nei primi tre anni di mandato del sindaco Figliolia”, aggiungendo che “sono stati pienamente raggiunti gli obiettivi programmatici di governi sui quali è stata richiesta la fiducia ai cittadini”, sottolineando “evidenti miglioramenti delle condizioni di vivibilità” e “numerose azioni di pianificazione strategica poste in essere”, con scelte che “hanno visto partecipe anche la comunità puteolana”.
Ma poi arriva subito il calice amaro da trangugiare.
Perché gli stessi firmatari della lettera sono costretti ad ammettere che le cose non vanno poi così alla grande e dunque ritengono che “al fine di assicurare una maggiore coesione tra le forze della coalizione e in una prospettiva di governo che superi l’attuale mandato amministrativo, si è ritenuto necessario avviare un confronto vero, chiaro e leale per superare le incomprensioni e le differenziazioni che, anche pubblicamente, sono emerse”.
E poi c’è l’invito accorato al “vogliamoci bene”.
Giacchè, si legge ancora nel documento, “le prossime scelte, fondamentali per lo sviluppo futuro del territorio, abbisognano della massima coesione, superando sterili polemiche che, spesso, non attengono al merito delle questioni e che rischiano di indebolire l’azione amministrativa” e basandosi su “un rapporto di leale confronto, stima e fiducia reciproca che inevitabilmente si palesa nell’adesione ad atti politici fondamentali per l’attività amministrativa, come quelli sul bilancio”.
In parole povere, la coalizione invita i suoi componenti a dire sempre di sì e a non fare né i rompiscatole nè i guastafeste durante le sedute di consiglio comunale, soprattutto quando si devono votare delibere importanti, in quanto il dissenso evidentemente è visto solo come un inutile intralcio a decisioni già prese a tavolino.
Un modo vagamente “nordcoreano” di intendere la democrazia!

Ma anche, evidentemente, un voler indorare a Figliolia il “pillolone indigesto” contenuto nell’ultima parte del documento.
Quella in cui le forze di maggioranza chiedono, nell’ordine: “di assicurare maggiori incontri di coalizione, tra segretari di partito e capigruppo su scelte politiche rilevanti; di garantire, su scelte amministrative importanti, anche se di sola competenza della Giunta Comunale, il coinvolgimento dei capigruppo consiliari; di assicurare che tutte le questioni politiche, anche di carattere gestionale, siano condivise dal Sindaco e dai capigruppo consiliari; di effettuare, attraverso periodici incontri, una rendicontazione delle attività amministrative tra assessori e forze politiche”.
Tradotto dal “politichese”, una denuncia fortissima sull’assoluto scollamento tra Amministrazione e Consiglio Comunale, con Sindaco, Giunta e dirigenti che, evidentemente, vanno avanti per conto proprio senza né ascoltare né consultare gli eletti dal popolo, ridotti (tranne rare eccezioni) molto spesso a semplici “alzatori di mano” in aula.
Il documento è stato inviato al sindaco Figliolia.
Che ancora non ha risposto e chissà come replicherà.
Magari si aspettava qualche pacca sulla spalla in più e qualche cazzotto mancante in vista di un rimpasto di assessori già di per sé complicato, dato che le richieste di “visibilità” sono tante, i “posti al sole” sono pochi e si rischia la crisi politica ad ogni refolo di vento.
Cosa bolle in pentola lo sapremo già da questo lunedì, quando, in sala Giunta, dalle 15.30 (e, ci auguriamo, con la ripresa diretta sul web) si terrà una riunione monotematica di consiglio comunale.
Unico punto all’ordine del giorno: la proroga, per il terzo anno consecutivo, della delibera 44 del 28 maggio 2013 con cui si vieta il rilascio di nuove licenze di ristorazione tra centro storico e via Napoli.

Chissà cosa accadrà adesso, visto che la coalizione ha deciso che bisogna votare tutto senza fiatare, che esistono almeno cinque consiglieri di maggioranza (Enzo Daniele, Mimmo Pennacchio, Niki Della Corte, Antonio Di Bonito e Raffaele Visconti) poco inclini a farsi imporre il “silenzio” dai loro colleghi, ma soprattutto alla luce del fatto che l’anno scorso, proprio su questa materia, al termine di una burrascosissima seduta consiliare in sala giunta, il sindaco Figliolia garantì che quella appena concessa sarebbe stata l’ultima proroga del blocco delle licenze.
E siamo curiosi di sapere dal Primo Cittadino come giustificherà questo impegno personale non mantenuto con la città.
Certamente non potrà dire che abbiamo capito male anche stavolta…