“Salviamo i Campi Flegrei”: è l’ambizioso nome del protocollo d’intesa ideato in sinergia tra l’istituto superiore “Pareto” e le associazioni Acli Dicearchia e Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute.
Un accordo che mira ad unire in una sola “rete” chiunque voglia contribuire a fare attività di “informazione” sulle tematiche ambientali e sanitarie.
La presentazione dell’iniziativa (il testo dell’intesa è integralmente leggibile cliccando nella foto sottostante) è avvenuta giovedì mattina nella sede del “Pareto”, alla presenza di numerosi rappresentanti delle scuole del distretto flegreo e delle associazioni del territorio.
A fare gli onori di casa, la prima firmataria del protocollo, ossia il dirigente scolastico Donatella Mascagna (preside del “Pareto”), che ha sottolineato la necessità di “portare avanti progetti itineranti che devono coinvolgere tutta la popolazione, a partire dai bambini. E non a caso abbiamo chiesto la collaborazione di tutti i circoli didattici, giacchè siamo convinti che, per recuperare una coscienza civica, si debba cominciare a lavorare sulle giovani generazioni. Ma siamo soprattutto consapevoli che è inutile aspettare qualcuno che venga a salvarci dall’alto. Dobbiamo essere noi ad agire se vogliamo il cambiamento”.
La parola poi è passata a Ciro Di Francia, presidente dell’Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute. Lungo ed appassionato il suo intervento.
“E’ arrivato il momento di fare chiarezza e veicolare messaggi corretti per evitare generalizzazioni e mistificazioni. Ma soprattutto è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa su una tragedia, l’epidemia oncologica ed il biocidio, che, purtroppo, non riguarda soltanto la nostra regione ma anche altre parti d’Italia –ha esordito Di Francia- Bisogna ad esempio creare un movimento di opinione che porti a rendere imprescrivibile il reato di disastro ambientale e cambiare in meglio il decreto legge sulla Terra dei Fuochi, che, così com’è stato prospettato, non serve ad affrontare realmente il problema, visto che non si capisce nemmeno cosa debbano fare i soldati: forse la guardia ai bidoni? La scuola può dare un segnale importante per migliorare il futuro dei nostri figli. Con questo protocollo d’intesa, noi dobbiamo innanzitutto promuovere una serie di incontri con persone che conoscono realmente cosa è accaduto in questi anni nel nostro sottosuolo. Abbiamo necessità di comprendere esattamente quali sono i territori direttamente interessati agli sversamenti di rifiuti tossici e cosa fare per avere la certezza che da questi suoli non arrivino più prodotti alimentari avvelenati sulle nostre tavole. Dobbiamo consultare scienziati come i professori Marfella, Giordano e Tarro per appurare se, dal loro punto di vista, quello scientifico, esiste un nesso di causalità tra rifiuti tossici e malattie oncologiche. Dobbiamo capire se tutto questo percorso è condiviso anche dalla nostra Asl, col cui direttore sanitario, insieme con i sindacati, avrò un incontro il 14 febbraio alle 10 a Frattamaggiore per parlare del bioscanner che proprio qui al “Pareto” abbiamo presentato giovedì della scorsa settimana (http://www.pozzuoli21.it/tumori-e-diagnosi-precoce-ecco-dove-farsi-visitare-col-bioscanner/). La formazione, l’informazione e la conoscenza devono essere e saranno la risposta migliore a chi pensa di poter fare affari sulla nostra pelle. Dobbiamo vigilare su tutto, a cominciare dal risanamento dei laghi, su cui ci arrivano segnali che non ci fanno stare proprio tranquilli…”.
Numerosi gli interventi nel dibattito che ne è seguito.
Tutti coloro che si sono alternati al tavolo dei relatori, hanno innanzitutto preannunciato la volontà di aderire al protocollo d’intesa, o come diretti firmatari o come portavoce in rappresentanza di associazioni e scuole.
In breve, le loro dichiarazioni.
Alessandro Parisi (Freebacoli): “Siamo noi i protagonisti del cambiamento e dobbiamo pretendere informazione e trasparenza per creare un’indispensabile coscienza del bene comune”.
Manuel Iannuzzo (studente del “Pareto”, classe 5^B corso Geometra): “E’ una piattaforma utile per avere notizie sul biocidio. Dobbiamo creare una rete tra tutti gli studenti che hanno voglia di informarsi”.
Rossella Castaldo (docente di scienze al liceo “Majorana”): “Porto l’adesione della mia scuola ad un protocollo che condividiamo con interesse, volontà e disponibilità”.
Leonardo Castaldo (docente dell’Isis “Tassinari”): “Propongo di chiedere un incontro con istituzioni e commercianti per avere maggiori informazioni sulla tracciabilità dei prodotti alimentari, a cominciare da quelli che acquistiamo ai mercati”.
Maria Rosaria Luongo (Legambiente): “Attraverso Skype potremmo organizzare videoconferenze in tempo reale in tutte le scuole. L’importante è documentarsi, perché si può aver paura solo di ciò che non si conosce”.
Lucia De Cicco (L’Eco della Fascia Costiera): “Sarà importante coinvolgere le mamme per attirare l’attenzione dei ragazzi e creare nelle scuole corsi specifici di studio sulla conoscenza ambientale”.
Vincenzo Crosio (docente del “Pareto”): “Fondamentale sarà mettere insieme tutte le conoscenze che abbiamo e realizzare una banca dati attraverso quel patrimonio di intelligenza collettiva che sono le associazioni”.
Giovanna Di Francia (presidente di Acli Dicearchia e insegnante del 1°circolo): “Questo progetto è importante soprattutto perché nessuno deve arrivare a vivere esperienze così devastanti come quella che ha vissuto la mia famiglia”. (http://www.pozzuoli21.it/giovanna-e-ciro-di-francia-la-nostra-battaglia-contro-cancro-medici-e-giustizia/)
Maria Rosaria Mariniello (presidente dell’associazione “Corto Circuito Flegreo”): “Dobbiamo sforzarci di superare il gap generazionale e renderci conto che piccoli gesti quotidiani possono fare la differenza. Buona idea sarebbe recuperare aree abbandonate da sempre e riconvertirle in orti sociali”.
Alfonso Coppola (Cisl di Quarto e vicepresidente associazione “La Mela”): “Diamo la nostra convinta adesione a questo protocollo”.
Altre firme si stanno aggiungendo a quelle già apposte all’intesa che vede come capofila della rete l’istituto “Pareto”.
L’auspicio è registrare la massima condivisione possibile a questo progetto.
Mai come su argomenti che riguardano la salute collettiva, l’unione può fare la forza.
Dopo aver incolpevolmente subìto in silenzio l’indicibile per tanti anni, adesso che stiamo cominciando a sapere cosa è accaduto nella nostra terra, è ora di dimostrare che vogliamo davvero non voltare pagina, ma cambiare libro!