venerdì, Febbraio 7, 2025
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“Se mi ammazzo sarà per colpa del Comune!”: la confessione-shock di un commerciante

E’ una di quelle storie che ti fanno stringere il cuore e dimostrano ancora una volta come le istituzioni riescano non solo ad essere lontane dai cittadini, ma spesso anche a procurare gravissimi danni.

Il protagonista della vicenda che sto per raccontarvi si chiama Gennaro De Caro.

Gennaro (nella foto in basso e in quella grande in alto)  ha 43 anni, è di Napoli e due mesi fa ha deciso di rilevare lo Strauss Cafè, un noto locale che si trova nel centro storico puteolano, al civico 42 di via Giovanni De Fraia.

Gennaro mi ha contattato e l’ho intervistato per consentirgli di far conoscere a tutti la sua incredibile disavventura.

Allora, Gennaro, tu hai aperto l’attività il 23 giugno…

Sì. Avevo programmato tutto per inaugurare il locale dopo che fossero terminati i lavori di rifacimento di via De Fraia. Lavori che, secondo il calendario fornito dal Comune ai sindacati di categoria, dovevano iniziare il 1°marzo e terminare il 31 maggio. Invece sono cominciati il 31 marzo e la strada è stata riaperta soltanto il 18 luglio.

Il manifestino, ancora affisso sui muri di via De Fraia, testimonia con precisione l'avvio dei lavori in questa strada...
Il manifestino, ancora affisso sui muri di via De Fraia, testimonia con precisione l’avvio dei lavori in questa strada…
Lavori PIU Europa nel centro storico: il cronoprogramma del Comune consegnato sei mesi fa alle associazioni di categoria
Lavori PIU Europa nel centro storico: il cronoprogramma del Comune consegnato sei mesi fa alle associazioni di categoria

Quindi, già hai subìto i primi danni da questo ritardo nell’opera pubblica su via De Fraia…

Direi proprio di sì. Mettetevi nei  miei panni. Ho moglie e due figli piccoli e in questo locale ho investito tutti gli ultimi miei risparmi. Se non comincio subito a incassare e a rientrare delle spese sostenute, posso già chiudere. E avviare un’attività per il primo mese su una strada chiusa al traffico  è qualcosa di tremendo. Tra l’altro, ancora non capisco per quale motivo è stato radicalmente modificato questo calendario dei lavori rispetto a quanto comunicato inizialmente ai commercianti. L’Amministrazione si rende conto o no che, grazie a questi cambiamenti, nel periodo potenzialmente più florido dell’anno, ad alcuni negozianti, tipo quelli di piazza della Repubblica, è stato consentito di lavorare e ad altri no? La trovo un’ingiustizia pazzesca. Ma non è niente rispetto a quanto mi sta capitando adesso…

Perché? Spiegaci per filo e per segno ciò che ti succede…

Una cosa mostruosa. Una di quelle cose che devono far capire ai cittadini, alla burocrazia  e alla politica, per quale motivo un imprenditore, al culmine di tanti ostacoli che lo Stato mette sul suo cammino, decide di farla finita e si ammazza.

15 luglio 2014: la concessione di suolo pubblico a Gennaro De Caro per il suo locale
15 luglio 2014: il frontespizio della concessione di suolo pubblico a Gennaro De Caro per il suo locale

Calmati e raccontaci tutto…

Allora… una volta che ho aperto l’attività, chiedo al Comune di poter occupare per un anno 14 metri di suolo pubblico all’esterno del locale con ombrelloni, tavolini e sedie. Ottengo quest’autorizzazione il 15 luglio, cioè tre giorni prima della riapertura di via De Fraia al traffico. Il costo di questa operazione è di 1.171 euro. Decido di rateizzare il pagamento e mi metto in regola col primo bollettino da 393 euro. Penso di essere stato fortunato, perché il permesso mi arriva proprio quando i lavori su via De Fraia sono finiti e quindi posso accogliere degnamente la mia clientela. Compro tutto il necessario per occupare il suolo  rispettando tutte le prescrizioni del Comune. Poi, l’altro ieri, mercoledì 13 agosto, mi arriva una carta che mi fa gelare il sangue nelle vene.

Di che carta si tratta?

E’ la revoca della concessione di suolo pubblico da parte dello stesso ufficio che me l’aveva autorizzata. Entro sabato 16 agosto, quindi dalla prossima mezzanotte, devo ripristinare lo stato dei luoghi su quei 14 metri quadrati.

Perché questo provvedimento? Hai compiuto qualche irregolarità e sei stato sanzionato?

Macchè! Nel documento di revoca firmato dal dirigente Carmine Cossiga, c’è scritto testualmente che “con la nota del 23 luglio 2014 del servizio lavori pubblici a firma del geometra Di Costanzo”, si comunica il “verbale di consegna anticipata” dei lavori e si “precisa che la riapertura di via De Fraia è strettamente funzionale al solo transito veicolare e pedonale e che nessun diverso utilizzo deve interessare le aree fin qui completate atteso che sono in itinere le attività finalizzate al collaudo finale”. Lo stesso dirigente, poi, al capoverso successivo, scrive che “non può essere disposto l’utilizzo delle aree consegnate in via provvisoria per uso diverso da quello della circolazione veicolare, e ciò fino alla definizione degli atti di collaudo delle opere realizzate”. In poche parole, da quello che ho capito io, che sono ignorante in materia, via De Fraia è stata riaperta con una procedura di consegna provvisoria anticipata che evidentemente permette di riaprire una strada prima di effettuare il collaudo definitivo e che su tutte le aree consegnate in questo modo non ci può ancora essere l’occupazione di suolo. E già non mi tornano i conti: nella revoca, prima si scrive che via De Fraia è riaperta solo al traffico veicolare e pedonale e subito dopo si scrive che sulla stessa via De Fraia non si può concedere nessun uso diverso da quello della circolazione dei veicoli. Quindi, se così fosse, nemmeno i pedoni potrebbero passare e i negozi dovrebbero stare tutti chiusi!

13 agosto: il frontespizio della revoca di concessione di suolo pubblico a Gennaro De Caro per lo stesso locale...
13 agosto: il frontespizio della revoca di concessione di suolo pubblico a Gennaro De Caro per lo stesso locale…

Però tu dovresti sapere che all’articolo 19 del regolamento comunale in materia, l’occupazione di suolo pubblico può esserti sempre revocata per motivi di interesse pubblico. E l’attesa di un collaudo lo è…

Sì, ma io quanto devo aspettare adesso questo collaudo? Nella revoca della concessione di suolo pubblico, non c’è scritto quando sarà risolto il problema. E se questo collaudo definitivo dei lavori su via De Fraia avvenisse tra un anno, io devo stare un anno senza poter occupare il suolo pubblico pagando? Ma al Comune si rendono conto delle conseguenze delle loro azioni? Io ho acquistato sedie, ombrelloni, tavolini, ho pagato una tassa, ho appena aperto un’attività, ci ho speso tanti soldi per rilevarla e ho buttato il sangue per effettuare i lavori e Dio solo sa quant’è complicata e decisiva per un commerciante la fase di avvio del proprio lavoro. E lo Stato, in questo caso il Municipio, cosa fa? Invece di lasciarmi lavorare, non dico di agevolarmi ma consentirmi di intraprendere nel rispetto delle regole, mi mette i bastoni tra le ruote? Ma che razza di paese è questo? Ma come si fa a governare così? Tra l’altro, vorrei dire, ma il Comune si è mai accorto che sui marciapiedi appena rifatti di via De Fraia parcheggiano illegalmente auto e motorini? E il problema saremmo io ed altri miei due sfortunati colleghi di questa stessa strada che avevamo occupato legalmente il suolo pubblico?  Ma la cosa che più mi fa impazzire è un’altra.

Che cos’è che ti fa impazzire?

Io ricevo in data 15 luglio il permesso per occupare il suolo pubblico: questa autorizzazione mi è controfirmata dal dirigente Cossiga, ossia lo stesso dirigente che è il responsabile unico del procedimento per i lavori che si stanno svolgendo nel centro storico, dunque anche in via De Fraia. Sempre lo stesso dirigente Cossiga, il 13 agosto mi firma la revoca della concessione per i motivi che già ho spiegato. Ma dico io: visto che il dirigente in questione conosce sicuramente vita, morte miracoli di quel cantiere come responsabile unico del procedimento, che cavolo me l’ha data a fare l’occupazione di suolo? Avrei capito se mi avesse detto fin da subito: signor Gennaro De Caro, lei l’occupazione di suolo non la può avere fin quando su quella strada non sarà effettuato  il collaudo definitivo. Sarebbe stato un comportamento ragionevole e io non avrei fiatato. Invece no: mi hanno dato il suolo pubblico, me l’hanno fatto pagare, mi hanno comprare tutto ciò che mi occorreva per occuparlo e, dopo trenta giorni, si sono ricordati che c’era il problema del collaudo che sicuramente dovevano conoscere anche un mese prima.  Ma chi si comporta in questo modo riesce a dormire la notte pensando che grazie al proprio operato può aver distrutto un’attività e la vita di una famiglia? Io non ci riuscirei! Adesso però fatemi dire due ultime cose.

La tabella in cui il dirigente Cossiga figura come responsabile unico del procedimento per i lavori del "PIU Europa" nel centro storico
La tabella in cui il dirigente Cossiga figura come responsabile unico del procedimento per i lavori del “PIU Europa” nel centro storico

Dì pure, Gennaro…

In questo momento, non ho nemmeno la possibilità economica di pagarmi un avvocato. Ma ho bisogno di un legale che si guardi tutte le carte e  mi dica almeno se posso fare causa per danni al Comune: se c’è qualche professionista di buona volontà che vuole aiutarmi, gliene sarò grato per tutta la vita.

La seconda cosa?

La seconda cosa voglio dirla ai signori del Comune, a chi mi ha fatto trovare in questa situazione e a chi, anche dopo questa intervista, se ne laverà le mani come Ponzio Pilato e  non interverrà per ripristinare un minimo di buon senso. Io sento che così non posso andare avanti e so che prima o poi una sciocchezza la farò. Bene. Se mi ammazzo, cari signori del Comune, sappiate che sarà per  colpa vostra. Voi sarete i responsabili morali della mia morte e mi dovrete tenere sulla coscienza per sempre!  Se non volete portare questo peso, auguratevi di risolvermi al più presto i problemi che voi, e solo voi, mi avete creato!

Cosa dire? Ogni commento sarebbe davvero superfluo.

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