domenica, Febbraio 9, 2025
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Separarsi dal marito gay

a cura dell’avvocato Maria Grazia Siciliano 

C’è chi non riesce a dirlo e chi non vuole, chi si reprime e chi vive la propria sessualità di nascosto. Non sono pochi gli uomini che non riescono a confessare alla propria partner (moglie o convivente che sia) di essere gay.

Tra le varie cause di una separazione occorre, dunque,  inserire quella causata dalla scoperta che il proprio marito, è omosessuale, gay.

La prima domanda che sorge spontanea è il perché un omosessuale arriva a sposare un eterosessuale.  

In alcuni casi è possibile che l’omosessualità non sia chiara alla persona, o emerga in un secondo momento,  quando, con la maturazione, si giunge ad una maggiore consapevolezza di sé. Alcuni invece, rifiutando l’idea di poter accettare o far accettare la propria omosessualità agli altri, decidono di reprimerla per condurre una vita apparentemente “normale”.

Altri ancora si sposano per poter avere dei figli e una famiglia anche se non con il partner che desidererebbero: ossia quello appartenente al proprio sesso.

Tranne in rarissimi casi, ovviamente, il partner eterosessuale, in questo caso la moglie,  non è al corrente di questi dilemmi che si consumano nell’animo dello sposo.

E scoprire all’improvviso, magari dopo decenni di matrimonio, questa triste e scottante verità, provoca shock, sgomento e la sensazione di un terribile tradimento.

Questa scoperta può avvenire per caso, perché comunicata da terze persone o perché il partner fa “coming out”.

In primo luogo, per la donna, al di là dell’omosessualità  esiste comunque il tradimento, che crea disagio fisico e psicologico, con conseguenze varie e diverse tra cui la più drammatica e definitiva quale  la scelta del divorzio.

Se è già complicato accettare che il proprio partner si innamori o provi attrazione per un’altra donna, è forse ancora più difficile sostenere l’idea che il terzo sia una persona dello stesso sesso.

La sensazione che dà più dolore è l’idea di non conoscere affatto la persona che si ha accanto e di aver creduto per anni ad una realtà completamente diversa da quella che in effetti è.

Di aver vissuto nella falsità, nell’ipocrisia, nella menzogna e nel tradimento.

Ci si interroga sulla natura del rapporto instaurato, se il compagno l’abbia mai amata, cosa l’ha spinto a sposarla, quale è il vero sentimento  nutrito nei suoi confronti; se era cosciente da sempre della propria omosessualità ed abbia  finto quindi per tutti gli anni, o se sia sopravvenuta dopo, ed in tal caso perché, quando, come!

Ma, soprattutto, spesso nasce nella donna anche un senso di rabbia e di disistima verso se stessa, perché è stata incapace di  accorgersi della verità, perché cieca di fronte ad una triste realtà.

Psicologicamente per le donne questa scoperta può rappresentare un dramma, altre volte, invece, paradossalmente una liberazione: perché finalmente danno una risposta ai loro dubbi, alle loro frustrazioni, soprattutto di carattere sessuale. Per anni, infatti, molte donne hanno subito l’incapacità e la mancanza di passionalità del marito, vivendo una sessualità scadente o inesistente oppure sentendosi loro “il problema”, addossandosi colpe false ed inesistenti.

Quante volte la donna ha ritenuto impropriamente che la mancanza di desiderio sessuale del marito nei suoi confronti fosse originata da una sua incapacità fisica, dal suo aspetto, da un suo problema, laddove, invece, la colpa e la mancanza era solo ed esclusivamente del marito, premesso comunque che quando c’è amore c’è sempre desiderio e rispetto per l’altro, e quindi non sarà l’aspetto, non sarà nulla a giustificare insensibilità e disinteresse nei confronti della donna che si è deciso di sposare ed amare e rispettare per tutta la vita.

Scoprire, dunque, che il marito in realtà è omosessuale, a volte rappresenta una opportunità per la donna. Altre una vergogna. Altre un dolore irreparabile. Dipende sempre dalla storia personale delle coppie, dal sub-strato socio-economico a cui appartengono.

In alcuni casi, dopo la scoperta accade che la coppia continui a fingere, ma questa volta in due, e questo o per convenienza o per protezione dei figli.

Altre volte, invece, si decide di separarsi, ed anche in questo caso in modo diverso a seconda della reazione e della rabbia della donna; tanto la separazione sarà serena, consensuale e dolce, tanto sarà forte, aggressiva, violenta e con tanta voglia di vendicarsi, di far pagare al traditore i suoi errori, le sue colpe!

Le conseguenze legali comunque non sono diverse dalle altre ipotesi di separazione giudiziale. Infatti, si può chiedere solo la separazione per colpa, e quindi con addebito, ed al massimo un risarcimento per danno esistenziale.

Altro non si può fare, soprattutto “punire” il marito escludendolo e privandolo della crescita dei figli.

Infatti, oggi sono sempre di più i giudici che ritengono che un genitore omosessuale possa avere rapporti stabili, continuativi e  “normali” coi figli minori, e che possano quindi essere ottimi genitori.

In realtà, ancora oggi esistono queste tristi storie a causa della paura, dell’inibizione a vivere e professare liberamente la propria sessualità.

Infatti, durante una separazione emerge sempre che il motivo che ha spinto il marito a sposarsi era  il timore che la propria famiglia sapesse o sospettasse della sua omosessualità.

Ci si nasconde dietro l’apparenza di un matrimonio, della nascita di figli.

Ma questo non è giusto, perché la paura in realtà nasconde un grande egoismo, ed influenza e sconvolge la vita e l’esistenza di altre persone innocenti.

Sarebbe opportuno, pertanto, che l’uomo che sa di essere omosessuale, che è attratto dallo stesso sesso, che ha anche dei soli dubbi sulla sua sessualità, accetti ed indaghi su se stesso senza coinvolgere (e stravolgere) la vita di altre persone: di una ragazza, di una donna, che si affida, che si dedica alla creazione inconsapevole di una famiglia “fittizia”, che si illude di essere amata, desiderata e rispettata. In realtà è solo usata. È manipolata ed aggirata. Magari umiliata e ridicolizzata. Di sicuro mentita e tradita!

 

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