Ricevo e pubblico*
Gentile Direttore, sono costretta a scriverle, perché il suo blog ha dato un grande spazio alla vicenda dello sfatto ai disabili signor Mesca e consorte.
Io sono la signora Anna Buono, proprietaria dell’appartamento in cui i signori Mesca risiedono tutt’oggi e che sta eseguendo lo sfratto esecutivo, dopo un lungo calvario.
Devo dirle che questa vicenda mi ha molto danneggiata, facendomi passare per una persona cattiva e senza scrupoli.
Sento dunque il dovere di far conoscere anche le mie ragioni, che, con questa lettera, mi accingo a raccontare.
Il signor Alessandro Mesca ha avuto lo sfratto esecutivo nell’ ottobre 2019, cioè ben 2 anni fa.
La sottoscritta, allora, raggiunse un accordo con i coniugi, che consisteva in un termine massimo di proroga, di un anno, ossia in settembre 2020, affinché i Mesca potessero liberare la casa, dove io ho urgenza di andare ad abitare.
La casa dove io risiedo tuttora è stata purtroppo messa in vendita e avevo promesso al nuovo proprietario che, entro settembre, gli avrei consegnato le chiavi.
Invece, dopo un anno dato ai Mesca per trovarsi un’altra casa, consona alle loro esigenze, mi fanno sapere per vie legali, che, invece, non sono disposti a lasciare la casa e in più chiedono un tempo indeterminato, quindi senza limiti, come se gli accordi presi in precedenza non avessero valore.
Nel febbraio 2021 (cioè dopo un anno e 5 mesi) dalla sentenza di sfratto, considerando che i Mesca non avevano nessuna intenzione di traslocare, ho dovuto procedere all’ esecuzione.
L’ufficiale giudiziario, recatosi a casa dei Mesca il 18 marzo 2021, si vide costretto a prorogare lo sfratto per l’ennesima volta, fino al 27 maggio 2021, perché secondo i coniugi, non erano riusciti a trovare casa (cosa non vera, perché abitando anch’io a Monterusciello, a 50 metri da loro, di case in affitto, ne avevo viste almeno una decina) e con questa siamo già a ben 5 proroghe.
Ancora in questa data, e per le stesse ragioni, la famiglia Mesca chiedeva un altro rinvio, fino al 15 luglio 2021, poi accordatogli, con la promessa che sarebbe stato l’ultimo.
Invece, ancora una volta, venivo allontanata da casa mia, dopo un mio crollo nervoso, dovuto alla forte esasperazione, generata dal contesto.
Siamo arrivati alla fine di settembre e ancora non posso entrare in casa mia, perché i signori Mesca si sono impuntati a non darmela vinta: ma io di quella casa ne ho davvero bisogno, credetemi tutti, altrimenti non so dove andare.
Io non sono un tipo da vicende o guerre giudiziarie, sono una persona riservata e sensibile, che a fine settembre sarà senza un tetto sopra la testa: l’unico bene che ho è questa casa lasciatami da mio padre prima che morisse e non chiedo altro che avere il diritto alla giustizia.
Tornando al 15 luglio 2021, dopo un’intera mattinata, sono intervenuti i carabinieri e, senza ascoltare le mie ragioni, l’ufficiale giudiziario disse che non poteva procedere allo sfratto per la mancanza delle forze dell’ordine (ma i carabinieri c’erano eccome!).
Ed era presente anche il medico che chiamai per verificare lo stato di salute dei Mesca, il quale affermò che potevano tranquillamente essere trasportati: ma, per l’ufficiale giudiziario, il mio medico non aveva il diritto di aprire bocca e, zittendolo di continuo, rinviò ancora al 16 settembre 2021.
Cosi sono passati 2 anni, da quando il giudice ha deciso per lo sfratto esecutivo, e in due anni il signor Mesca (persona perbene che dice di essere) scrive su blog, giornali e quant’altro che non è riuscito a trovare casa?
Non scherziamo! So per certo che, dopo il primo articolo che uscì su questo blog e venne condiviso su varie pagine di Facebook, articolo in cui il Mesca chiedeva di essere aiutato a trovare casa, i lettori l’hanno inondato di offerte di case in affitto: ma i signori Mesca devono farmi la guerra fino all’ultimo, perché io ormai sono per loro una da combattere e finché potranno non mi daranno tregua.
Per far valere le mie ragioni, sono stata costretta a rivalermi contro l’ufficiale giudiziario, perché costui, invece di assistermi come vuole la legge, ha continuato a rinviare l’esecuzione anche in presenza della forza pubblica, accorsa per ben 2 volte e allontanandomi ancora da casa mia.
Allora mi domando: il signor Mesca non vuole lasciare casa perché non trova altro oppure perché invalido?
E ancora, lo Stato tutela solo i Mesca perché sono invalidi, senza ascoltare anche la mia difficile situazione?
E allora quale dovrebbe essere il compito di un ufficiale giudiziario, dopo ben 2 anni di occupazione illecita della mia casa?
Il signor Alessandro Mesca dice, nella lettera pubblicata su questo blog martedì 21 settembre, che la sua malattia lo costringe a letto dall’età di 53 anni e oggi ne ha 61, sono 8 anni purtroppo che ha la stessa invalidità: ma questo non giustifica il fatto che io debba andare sotto i ponti e non poter mai più avere possesso della mia casa.
Inoltre il Mesca afferma che l’ufficiale giudiziario Giovanni D’Angelo avrebbe dato loro tutto il tempo necessario per potersi trasferire: quindi il Mesca avrà diritto di rimanere in casa senza limiti di tempo?
E allora io dovrò rimanere per strada pur avendo una casa mia?
Io non sono una persona che specula sul dolore degli altri e a me dispiace delle disgrazie avvenute ai Mesca, ma i coniugi scrivono lettere su blog e giornali, mettendomi in cattiva luce e offendendo la mia reputazione.
Io non pubblico né su blog ne’ su testate giornalistiche il mio dolore e non mi faccio fotografare in quel modo per ottenere pietà e consensi da parte dei lettori.
Il signor Mesca chiede aiuto, ma io per prima li ho aiutati fidandomi di loro. Non il parroco, che era presente allo sfratto, non il Sindaco.
Io sono tutto fuorché cattiva e non permetto a nessuno di giudicarmi senza conoscermi, come i commenti scritti per ferirmi, senza conoscere i fatti.
Basta guardare una foto di una persona allettata (e di questo mi dispiaccio tanto) per gridare: “vergogna! vergogna!”
Ecco perché ho deciso di scrivere anch’io e questa sarà l’unica mia lettera che leggerete, per informarvi anche di quello che sto passando.
Sono diabetica grave, insulino-dipendente da quando avevo appena 8 anni, sono andata in coma diabetico a 9 e col tempo le complicanze di questa brutta malattia si sono molto accentuate.
Sono cardiopatica, operata di by-pass aortico e infartuata e devo subire quanto prima altre 2 operazioni.
Inoltre, da 2 anni a questa parte, mi sono capitate le peggio cose.
Mio marito se ne è andato di casa con un’altra, l’ha messa incinta ed ora hanno una figlia.
Sono rimasta da sola con una figlia 26enne da mantenere, che non riesce a trovare un lavoro in cui non venga sfruttata, ma si sa che Napoli, per quanto io la ami immensamente, non ti offre poi tanto, in campo lavorativo.
Si arrangia come può per dare una mano economica in casa. Io non lavoro e non percepisco pensione, perché si sa che, se non stai per morire, nessuno ti pensa e oltre questo a breve dovrò lasciare la casa, perché i termini sono scaduti.
I signori Mesca dicono di non essere morosi: non è vero! Sono 3 mesi che non mi pagano l’affitto, che dovevano pagarmi dal 3 al 10 del mese (mai rispettato) in quanto decidevano loro il giorno in cui ricevevo la pigione (sempre dopo il 20 oppure addirittura per la fine del mese/inizio mese successivo) ed io non ho più soldi per andare avanti.
Inoltre sono 9 anni che non pagano l’acqua, lasciando un debito di oltre 2000 euro, 3/4 quote di condominio arretrate.
Ma cosa volete, che mi butti da un balcone per far sentire la mia voce?
Oggi i Mesca stanno chiedendo aiuti e un altro rinvio che io non posso più dare, perché rimarrei in mezzo ad una strada, con una figlia, un cane ed essendo io stessa malata grave.
Questa lettera la invierò a Sua Eccellenza il Vescovo di Pozzuoli, nonché al parroco Don Elia della chiesa Sant’Artema di Monterusciello, che sta smuovendo mari e monti per aiutare i Mesca.
Allora, Padre Elia: se lei è davvero un uomo di Dio, giusto e al di sopra delle parti, aiuti anche me, che ne ho davvero tanto bisogno, voglio solo giustizia e rivoglio la mia casa…
E la rivoglio adesso! A fine mese mi buttano fuori!
E che nessuno si permetta di offendere me commentando gli articoli pubblicati dai Mesca perché non avete il diritto di sputare sentenze essendo all’oscuro di tutto.
Spero che la mia richiesta di aiuto venga pubblicata.
Vi saluto cordialmente.
*Anna Buono