Ricevo e pubblico*
Caro direttore, è passato più di un mese dalla manifestazione del 4 novembre scorso in cui circa 5.000 addetti allo smistamento della corrispondenza di Poste Italiane aderenti a cinque delle organizzazioni sindacali più rappresentative nel comparto, hanno protestato a Napoli contro un’ulteriore privatizzazione del servizio di recapito postale con conseguente astensione dei postini dal proprio lavoro fino al 23 novembre.
La manifestazione incassò anche la solidarietà dell’amministrazione comunale di Pozzuoli e anche di gran parte della cittadinanza che essa rappresenta, a dimostrazione del fatto che le motivazioni della protesta dei lavoratori erano e sono tuttora ampiamente condivise anche dall’utenza.
C’è da dire, però, che ad oggi il servizio di recapito postale non è ancora tornato alla normalità.
Nel mio quartiere (zona Carmine), per esempio, non riceviamo la posta da quasi due mesi, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili.
La soluzione, fino a pochi giorni fa, era quella di recarsi al centro smistamento posta di via Giacinto Diano per sollecitare la consegna della corrispondenza a cui, qualche volta, è stato dato seguito.
Ieri mattina, all’ingresso di detto ufficio, gli utenti hanno trovato il cartello di cui mando le foto.
Citofono guasto. Chiuso anche ogni tipo di comunicazione.
Insomma, la posta non la consegnano, noi utenti non possiamo andare a prendercela personalmente e non possiamo nemmeno chiedere alcun tipo di informazione.
In sintesi, i sacrosanti diritti dei lavoratori delle poste, calpestati dall’azienda e dal governo, si ripercuotono esclusivamente sulla cittadinanza che da mesi non riceve la corrispondenza.
Ben venga la solidarietà dell’amministrazione comunale, ma la stessa attenzione andrebbe ora data anche ai cittadini che vivono questo disagio che va avanti da troppo tempo.
Poiché noi cittadini non abbiamo alcuna possibilità di interloquire con il direttore del centro smistamento postale di Pozzuoli, tantomeno con i vertici di poste italiane, credo che a questo punto un intervento ufficiale dell’amministrazione comunale sia doveroso e necessario a tutela anche delle legittime esigenze degli utenti.
*Lettera firmata