Superati (almeno in apparenza) i contrasti interni che appena due settimane fa avevano fatto paventare le dimissioni da assessore di Carlo Morra (http://www.pozzuoli21.it/spettacoli-natalizi-commercianti-furibondi-morra-si-dimette-per-protesta/) e avevano indotto il suo collega Franco Fumo a rilasciare un’intervista televisiva per gettare acqua sul fuoco delle polemiche (http://www.youtube.com/watch?v=oI9FJTuOAzo), l’Amministrazione, a Palazzo Toledo, ha presentato alla città il programma degli spettacoli natalizi all’insegna di “luci, suoni e solidarietà”.
Il tutto è avvenuto nel corso di una conferenza stampa molto affollata, soprattutto da cittadini e rappresentanti delle associazioni che hanno contribuito a realizzare il cartellone di eventi.
Al tavolo dei relatori, il consigliere Salvatore Caiazzo, i due assessori Fumo e Morra (“rappacificati” ma, chissà perché, seduti a “debita distanza” reciproca…) e, ovviamente, il sindaco Enzo Figliolia.
Nella photogallery in basso, cliccando sulle immagini potrete leggere, a spezzoni, l’intero calendario delle iniziative previste da sabato 6 dicembre a lunedì 6 gennaio.
A riassumere il tutto è stato Franco Fumo: “L’offerta è a 360 gradi, ci sono 70 partecipanti tra associazioni e comitati, 192 eventi di cui 52 per bambini e 11 concerti. Il tutto organizzato nell’arco di 15-20 giorni, solo perché questa operazione ci è costata dei soldini ma volevamo essere sicuri di non togliere un solo centesimo dalle tasche dei puteolani sistemando tutta una serie di conti. Certo, non possiamo competere con chi ha esperienza da circa 20 anni, soprattutto per quanto riguarda le luminarie, e dobbiamo anche riconoscere di essere la cenerentola del turismo regionale. Ma siamo sicuri che con queste operazioni di attrazione verso Pozzuoli, con il contributo di tutti, a piccoli passi raggiungeremo tanti obiettivi positivi. Tanto più che la nostra straordinaria città ha bisogno di pochi addobbi in quanto con le sue bellezze è già una vetrina straordinaria”.
Carlo Morra ha invece tenuto a sottolineare soprattutto la “collaborazione ottenuta dai sindacati del commercio per arrivare a questo risultato, soprattutto per fare in modo che i mercatini in programma siano solo di attività artigianali e di attrazione, senza arrecare concorrenza sleale a nessuno”.
Un aspetto particolare è stato infine rimarcato dal sindaco Figliolia, che ha auspicato manifestazioni all’insegna della “sobrietà, della partecipazione e soprattutto del ricordo dei nostri concittadini morti nell’immane tragedia di Monteforte Irpino, ricordo che dovrà essere presente in ognuna di queste iniziative a cui parteciperanno rappresentanti dell’Amministrazione Comunale” e ha ringraziato i sindacati del commercio “perché anche l’incontro-scontro che abbiamo avuto ha prodotto frutti importanti a dimostrazione che il confronto, anche se aspro, quando è costruttivo è sempre utile per tutti”.
Al termine degli interventi politici, quando la parola è stata data ai giornalisti, ho posto tre domande ben precise a chi se la sentisse di rispondermi.
Ossia: 1) quanto è costata l’intera programmazione; 2) se, in tempi così difficili per tante famiglie, non sarebbe stata una scelta politica più opportuna utilizzare queste somme per aiutare i puteolani più in difficoltà oppure per finanziare l’acquisto dei buoni libro a favore degli studenti delle scuole medie e superiori che, per reddito familiare, avrebbero diritto alle cedole; 3) se, per il futuro, non si pensa di stabilire un criterio oggettivo per la sistemazione delle luminarie natalizie (ad esempio installarle soltanto dove si prevede di attirare visitatori) in modo da evitare le solite polemiche su eventuali e presunte “disparità di trattamento” tra quartieri e quartieri o strade dello stesso quartiere.
Mi ha risposto il sindaco Figliolia, dicendo, in sintesi, che: “i 90 mila euro spesi per questi spettacoli non risolverebbero problemi che stiamo cercando di risolvere con altri interventi; bisogna volare alto e smetterla di fare polemiche sulle luminarie, noi ce la stiamo mettendo tutta e sicuramente già quest’anno abbiamo commesso meno errori dell’anno scorso”.
Successivamente, a taccuini chiusi e microfoni spenti, ho appreso dall’assessore Fumo che, in realtà, il costo di questi eventi natalizi è sensibilmente più elevato di quello enunciato da Figliolia e ammonta a circa 120mila euro (poco più di 80mila euro per le luminarie e circa 38mila euro per l’allestimento degli spettacoli), somma ricavata da una variazione di bilancio approvata il 30 novembre dalla maggioranza del consiglio comunale.
La mia riflessione finale è molto semplice.
Capisco bene che il mix tra spettacoli ed il rapporto con le realtà associative apporti indubbiamente un valore aggiunto di consensi ai politici sotto la cui “benedizione” nascono e si organizzano determinate iniziative.
Capisco anche che tante associazioni desiderano fare qualcosa di bello per Pozzuoli e, aspirano, legittimamente, ad ottenere un pezzettino di “visibilità”.
E sarei uno stupido se sostenessi che ad una città viva, specie durante le festività natalizie, ne preferisco una “morta” e senz’alcuna opportunità di aggregazione sociale.
Però quando si governa un paese e si hanno pochi soldi da spendere, non si può fare tutto ciò che si vorrebbe.
E allora si scelgono le priorità, secondo la cosiddetta “sensibilità politica” di chi, per delega del popolo, ha il compito di prendere determinate decisioni.
Chiedo semplicemente una cosa ai nostri amministratori e anche a chi mi legge.
Gli spettacoli natalizi come tentativo di innescare un circolo virtuoso sono una priorità rispetto, per esempio, a tantissimi genitori in precarie condizioni economiche che non sanno come far studiare i propri figli perché il Comune sostiene di non avere soldi da anticipare sui buoni-libro delle scuole medie e superiori per conto della Regione?
Mi spiego meglio.
Con i 120mila euro trovati in fretta e furia nel bilancio dell’Ente per gli spettacoli di fine anno, non si poteva cominciare almeno a tamponare questa emergenza?
Diciamo sempre che a molti nostri concittadini mancano le basi culturali primarie per poter comprendere cosa sia e come vada tutelato “il bene comune”, soprattutto in una città ricca di storia come la nostra.
Ma, se quando il Comune ne ha l’occasione, si “dimentica” di garantire il diritto allo studio a chi non se lo può permettere, che speranze abbiamo di costruire una società in cui, grazie alla cultura, si possa apprezzare di più e tutelare meglio questa terra?
Purtroppo, già conosco l’obiezione dei “soliti noti” a questa mia ultima riflessione.
Parleranno di “demagogia”, “populismo”, “volontà di fare polemica a tutti i costi” ed altre amenità del genere.
Sono generalmente frasi fatte di chi non ha argomenti per replicare, di chi è “tifoso”, di chi è fuori dalla realtà in cui vivono moltissime famiglie.
O di chi ha la pancia piena.
Talmente piena da non credere che esistano anche persone che si indebitano per comprare i libri di scuola ai propri figli, o persone in così gravi difficoltà da non avere nemmeno la possibilità di fare debiti per un’esigenza del genere.
A queste persone non posso che augurare di considerare gli spettacoli e le luminarie del Comune un piccolo risarcimento danni per le gravi ed ingiustificabili “amnesie” dello stesso Comune nei loro confronti…