Spiagge e lidi balneari, si cambiano le regole: aste ogni cinque anni
A ridosso dell’estate risorgono gli stessi problemi di ogni anno in materia di spiagge.
Ogni anno sempre con gli stessi problemi: liberi (?) accessi alla battigia, illegittimità delle mura costruite a delimitazione degli spazi demaniali a modo di proprietà privata (mentre è giusto dire che le spiagge sono un bene della collettività) e tanti altri problemi che annualmente si ripropongono.
Ebbene, nonostante numerose decisioni della giustizia amministrativa (Consiglio di Stato in adunanza plenaria- sezioni unite) e penali della Corte di Cassazione, si era in trepidante attesa la decisione della Corte di Giustizia Europea che ha finalmente deciso in maniera conclusiva l’annosa questione del godimento delle spiagge.
La sentenza è giunta il 20 aprile ed ha finalmente dato lo stop alle bizzarre interpretazioni di quanti non volevano “mollare” le succulente entrate estive dell’utilizzo esclusivo degli arenili.
Adesso non rimane per i Comuni che organizzare le aste affinché venga regolarizzato l’affidamento delle stesse a società che paghino quanto dovuto in base al valore effettivo degli arenili.
Gli interessi economici sugli arenili sono tali che quanti saranno delegati all’organizzazione di queste aste dovranno minuziosamente redigere gare di appalto non lasciando spazi in bianco e/o vuoti normativi.
Le nuove aste avranno una problematica che a molti sfugge. I redditi dichiarati dagli imprenditori non saranno giustificativi per poter partecipare alle aste milionarie cui parteciperanno anche società straniere con valigette di danaro già pronte per formalizzare l’offerta.
Non saranno credibili quanti hanno dichiarato entrate risibili a fronte di giri di affari milionari e poi intendono versare quote milionarie a fronte di redditi/patrimoni non giustificati.
Faranno il gioco dell’Agenzia delle Entrate, che avranno di che aggredire in modalità più che legittima quanti in modo improprio offriranno somme non giustificate dalle ultime dichiarazioni.
Ovviamente è sempre valida la regola“fatta la legge, trovato l’inganno”.
E’ abbastanza arduo che molti di questi gestori di arenili possano confermare la loro permanenza in loco, in quanto sono venuti meno i loro fantasiosi diritti di prelazione sugli arenili, le loro assurde pretese che volevano far codificare dalla politica ma che la Corte di Giustizia ha definitivamente eliminato.
Del resto le vicende giudiziarie verificatesi nel territorio italiano in altre regioni in materia di spiagge e che sono note solo a operatori giuridici che hanno studiato la questione giuridica sin dal nascere, sia in ambito penale che amministrativo, devono far riflettere quanti avranno la responsabilità amministrativa di dirigere le aste.
Le Procure e le Corti di Giustizia sono già pronte a decidere secondo le direttive europee e la decisione ultima dellaCGUE del 20 aprile 2023(richiesta dal Tar Lecce) e alla luce di quanto già accaduto nei precedenti anni saranno esaustive per la risoluzione delle problematiche “fantasiose” di quanti ancora non hanno intenzione di mollare.
L’obbligo di ricorrere alle aste quinquennali, si spera, farà migliorare i servizi offerti alla collettività e si spera che per godersi una giornata al mare non bisognerà ricorrere al bagno di sangue.
Dovranno essere rivisitati gli arenili riservati al popolo (spiagge libere) e che sembrano scomparsi negli ultimi anni a causa di“erosioni”.
Scompariranno le mura e le grate a protezione degli arenili a mo’ di proprietà privata (che tale non è!!!!) e quant’altro impediva il libero godimento di un bene collettivo.
