La figuraccia era nell’aria fin dal primo momento e non ha tardato a materializzarsi appena si è trattato di passare dalle parole ai fatti concreti.
L’ultimo “fiasco” del Comune ha un nome e si chiama “concessioni stagionali delle aree demaniali sul lungomare di via Napoli”.
Un mese fa, il 9 giugno, una delibera di Giunta, la numero 71, approvata la proposta ideata dall’assessore Roberto Gerundo ed incaricava i burocrati del Municipio di predisporre il bando di gara per mettere in atto il progetto.
http://www.pozzuoli21.it/lungomare-concessioni-per-4-mesi-di-spiaggia-a-chi-conviene/
Ma, ad oggi, 8 luglio, in pieno solleone balneare, del bando di gara non c’è traccia.
Secondo indiscrezioni, il testo del concorso (redatto dal funzionario Gino D’Alicandro) è fermo da un paio di settimane sulla scrivania del dirigente-segretario generale Matteo Sperandeo, il quale pare sia talmente oberato di lavoro e di impegni da non avere ancora trovato il tempo materiale di leggere con attenzione l’elaborato e di “licenziarlo” con la sua firma (o eventualmente apporre alcune modifiche) per consentire l’avvio della procedura.
Adesso, leggete cosa c’è in gioco.
Stiamo parlando di cinque lotti di spiaggia da assegnare a via Napoli per un totale di 14.460 metri quadrati, ma soltanto per i quattro mesi che vanno dal 30 giugno al 31 ottobre, dunque esclusivamente per questa stagione estiva, in attesa di un bando definitivo che dovrebbe essere espletato da gennaio e prevedere concessioni di cinque anni.
Su questi lotti, eventuali operatori turistici possono installare delle pedane in legno per consentire ai propri clienti soltanto di prendere il sole, senza nessuna possibilità di vendere alimenti e bevande né di svolgere attività di intrattenimento, ma soprattutto, strutture che dovranno essere in funzione (compreso il periodo di montaggio e smontaggio) esclusivamente nei 120 giorni di “permesso”.
A nessun concorrente sarà inoltre consentito di poter partecipare alla gestione di più lotti di spiaggia: in pratica, si potrà gareggiare per una sola delle aree messe a bando.
E, nel caso in cui uno dei cinque lotti non dovesse essere assegnato, lo stesso lotto verrà offerto dal Comune al concessionario del lotto confinante (o ai concessionari dei due lotti confinanti, a seconda della posizione in cui si troverà) in una sorta di “sub gara” a parte.
Le concessioni verranno regolate da un punteggio, che terrà conto di vari criteri, avvantaggiando la scelta di materiali a basso impatto ambientale, le misure di sicurezza predisposte, le tariffe più basse applicate alla clientela, l’accessibilità ai disabili e le agevolazioni tariffarie per i loro accompagnatori, la ricaduta occupazionale in termini di assunzione di addetti, oltre ovviamente all’offerta economica che si farà al Municipio e che partirà da un minimo di 3 euro e 10 centesimi per ogni metro quadrato di occupazione.
Chi vuole ottenere una di queste concessioni stagionali, inoltre, dovrà impegnarsi a posizionare bagni chimici, a ripristinare, pulire e rendere sempre libero l’uso dei tre servizi igienici già presenti sull’arenile, a tenere pulita l’area in concessione, a garantire la presenza di personale abilitato al salvataggio e al primo soccorso, a stipulare un’assicurazione contro terzi per incidenti e danni a persone e cose, ad istituire un servizio di guardiania.
Stiamo parlando dunque di un bando che già si presenta poco conveniente per gli operatori balneari, visto che, a fronte di tutte le spese da sostenere, la concessione scade il 31 ottobre (ma, di fatto, già a metà settembre solitamente le condizioni meteo peggiorano e dunque sarà difficile ospitare bagnanti fino all’ultimo giorno di permesso) e non c’è nessuna corsia preferenziale per il bando successivo quinquennale.
Mettiamo il caso che il bando venga pubblicato oggi.
Occorreranno 15 giorni di tempo per la presentazione delle domande, poi bisognerà aprire le buste, verificare i requisiti dei partecipanti e dei vincitori, firmare i contratti.
Se tutto procedesse alla velocità massima, i concessionari vincitori potrebbero prendere possesso delle spiagge in questione non prima dell’inizio del mese prossimo, dopodiché acquistare i materiali, impiantare le strutture, assumere il personale richiesto, rispettare tutte le prescrizioni del Comune.
Servirebbe un miracolo per vedere tutto completato entro metà agosto.
Con un solo mese di tempo meteorologicamente utile per rientrare di tutte le (ingentissime) spese sostenute.
Una follia!
Per un’iniziativa del genere, già si era partiti in fortissimo ritardo il 9 giugno con la delibera di Giunta.
Dopodichè, invece di correre a mille all’ora per recuperare il tempo perduto, a questo handicap di partenza, si è aggiunto un altro mese di “melina” delle carte negli uffici municipali.
Calendario alla mano, qualsiasi essere vivente dotato di un minimo di raziocinio capirebbe che solo un imprenditore folle o dalle mani bucate potrebbe partecipare ad un bando del genere anche se fosse ufficializzato oggi stesso.
Per quale ragione il Comune si sia fatto “piovere addosso” in un modo così assurdo, speriamo lo accerti al più presto l’Amministrazione con una rigorosa indagine interna (ci risulta che l’assessore Gerundo sia furibondo e, visto che su questo bando ci ha messo la faccia, ci auguriamo che sbatta i pugni sul tavolo con chi di dovere,…).
Di certo, se chi muove i fili della macchina comunale tutela così male gli interessi della collettività, vuol dire che, al confronto, i tanto vituperati “abusivi” vanno paradossalmente ringraziati e ritenuti perfino più affidabili…