La tassa sui rifiuti continua a sollevare polemiche in città. Non c’è un solo puteolano, infatti, che non si ritenga scandalizzato da una circostanza che appare a tutti assurda: e cioè che all’aumentare delle percentuali di raccolta differenziata, il costo della Tarsu, invece di diminuire, cresce a dismisura.
Negli ultimi quattro anni, l’incremento di questa gabella si è attestato addirittura al 75% nonostante la quantità complessiva di rifiuti separati sia passata, nello stesso periodo di tempo, dal 15% al 38,9%.
Com’è possibile una cosa del genere?
A chiederselo, con una lettera aperta inviata il 18 gennaio scorso al sindaco Enzo Figliolia, è stato Ciro Di Francia, presidente del neonato osservatorio locale per la tutela e dell’ambiente.
“Il risultato della raccolta differenziata –si legge nella missiva indirizzata al Capo dell’Amministrazione- avrebbe dovuto comportare un beneficio per i cittadini, con una riduzione della tassa, ma così non è stato, in quanto si registra un incremento notevole. Per una casa di circa 100 metri quadrati, come la mia, si passa da 361 euro del 2009 a 479 euro del 2010, a 536 euro del 2011 a 630 euro del 2012. Per lo stesso appartamento a Casoria si paga 284 euro, molto meno della metà e se ci spostiamo a Milano siamo sulle stesse cifre. E ciò senza entrare nel merito dei criteri stabiliti dalla legge che prevede il calcolo a prescindere dal nucleo familiare e dal reddito, in barba al principio costituzionale della progressività. Dal momento che in questa città partiti e sindacati non riescono a rappresentare le problematiche vere delle fasce più deboli, io ritengo che Lei, che lo scorso anno ha ottenuto un vasto consenso, abbia il dovere, congiuntamente agli assessori al ramo (finanze e rifiuti), di organizzare una assemblea cittadina, per dare una spiegazione chiara e convincente. E se questa procedura non è condivisa, dovrebbe almeno indirizzare una lettera ai suoi concittadini, come ha fatto in qualche altra occasione”.
Ebbene, Figliolia ha risposto a Di Francia prima con una lettera tramite un sito di informazione locale e poi addirittura con un manifesto pubblico.
Come? Secondo il sindaco puteolano, “l’aumento della Tarsu non è legato a scelte di politica comunale, ma al rispetto delle norme vigenti in materia di smaltimento dei rifiuti. Tali norme hanno stabilito che, a decorrere dal 1°gennaio 2008 (articolo 7 decreto legge numero 61/2007), nei Comuni della Regione Campania fosse garantita l’integrale copertura dei costi del servizio e, successivamente, con il decreto legge 195/2009, articolo 11, hanno disposto che il ruolo fosse calcolato sulla base di due distinti costi, quello comunale e provinciale. La Provincia ha comunicato che per l’anno di riferimento il costo dello smaltimento in discarica era di 147,97 euro per tonnellata, con un notevole aumento a quanto fissato nell’anno precedente, e pari a 112,95 euro per tonnellata. L’incremento della raccolta differenziata ha consentito di contenere comunque i costi della tariffa provinciale, in quanto alla discarica sono stati conferiti meno rifiuti: infatti, si è passati dalle 36.500 tonnellate dell’anno 2011 alle 32.000 tonnellate dell’anno 2012. Non si poteva agire diversamente anche se ritengo che si debbano fare enormi sforzi per il recupero dell’evasione e dell’elusione di questo tributo. Infatti, solo attraverso una maggiore entrata sarà possibile abbassare le aliquote che oggi siamo costretti ad applicare”.
Insomma, per Figliolia l’aumento della Tarsu vede il Comune incolpevole.
Almeno parzialmente, perché lo stesso sindaco ritiene che, stanando tutti coloro che non pagano la Tarsu o che la pagano su superfici inferiori a quelle reali, la tassa potrà diminuire.
Ma le cose stanno davvero così?
Tra gli eletti del popolo c’è chi, come Tito Fenocchio, capogruppo della lista civica “Uniti per la Libertà”, contesta apertamente le giustificazioni date dal sindaco alla cittadinanza.
“Se Figliolia afferma davvero ciò che ho letto –esordisce Fenocchio- evidentemente vuol dire che non sa di cosa parla. Il problema vero che deve affrontare l’Amministrazione è rappresentato dai costi del servizio. Costi che, se non si completerà il percorso di riciclo dei rifiuti, sono paradossalmente destinati ad aumentare con l’aumentare della percentuale di raccolta differenziata. I cittadini devono sapere che, solo per smaltire l’organico, paghiamo 163 euro a tonnellata. Dopodichè bisogna considerare che il servizio affidato alla De Vizia ha un costo eccessivo: basti pensare che, rispetto al 2011 è addirittura aumentato di quasi 2 milioni di euro. Ed è assurdo lasciare intendere, come fa Figliolia, che il mancato pagamento del tributo comporti automaticamente un aumento della Tarsu. Il costo della tassa, infatti, è determinato dall’intera platea contributiva, dunque a prescindere dall’ipotesi che tutti i cittadini la paghino oppure no. In parole povere, non è che la Tarsu aumenta perché molti cittadini non la pagano. Casomai, se molti cittadini non pagano la Tarsu, a risentirne sarà il bilancio comunale, che inevitabilmente, per questa voce di entrata, presenterà uno squilibrio tra ciò che si è previsto di incassare e ciò che realmente si è incassato quando si va a fare il consuntivo. Se poi Figliolia vuole dire che l’evasione o l’elusione della Tarsu esiste a monte, nel senso che molti potenziali contribuenti o sono completamente sconosciuti al Comune o sono censiti ma evidentemente dichiarano un metraggio inferiore rispetto a quello reale su cui si dovrebbe applicare la tassa –conclude Fenocchio- allora sì che ne pagano le conseguenze i contribuenti onesti, perché in questo caso il costo totale della Tarsu viene ripartito soltanto tra chi non evade o non elude. Ma il compito e la responsabilità di identificare i disonesti è sempre del Comune. E, dunque, se c’è un problema di elusione o di evasione a monte, tocca all’Amministrazione lavorare affinchè gli onesti non paghino anche per i furbi. E il sindaco dovrebbe dire quali azioni sono state messe in campo per risolvere questo problema, quali risultati sono stati raggiunti e, soprattutto, cosa si intende fare per completare il ciclo dei rifiuti in modo tale da risparmiare sugli altissimi costi del servizio, a cominciare da quelli di smaltimento della raccolta differenziata”.
Insomma, il dibattito politico è più che mai aperto su questa ennesima “stangata” per i cittadini.
E chissà che non si possa convocare un consiglio comunale proprio su questo argomento.
Se il parlamentino civico è davvero “l’epicentro di tutte le decisioni” così come più volte lo ha definito Figliolia, probabilmente proprio dal consesso cittadino potrebbero arrivare suggerimenti preziosi su come evitare ulteriori aumenti di questa tassa anche per il futuro.
Un’eventualità che, purtroppo, se non si riducono i costi del servizio e non si arriverà ad una mappatura reale di tutta la platea contributiva locale, è destinata a materializzarsi anche per il 2013, vanificando un’equazione che dovrebbe essere logica se solo ci si organizzasse per bene: ossia, più differenziata, meno costi a carico dei cittadini.
(da “Il Corriere Flegreo” del 21 febbraio 2013)