Chi ha almeno 40 anni, è stato attraversato da un brivido di terrore ricordando in pochi secondi gli incubi vissuti con la crisi bradisismica del biennio 1983-85 o quella ancora precedente del ’70.
Sono gli interminabili secondi in cui tutti noi, anche a Pozzuoli, alle 18.09, abbiamo avvertito distintamente, con un insistente movimento ondulatorio, il forte terremoto di cui adesso si sta occupando ogni notiziario nazionale, regionale e locale.
L’istinto, oltre alla comprensibile paura che la spallata potesse aumentare di durata e di intensità, ha portato ad immaginare un’improvvisa recrudescenza del fenomeno con cui, purtroppo, per la natura vulcanica del nostro sottosuolo, dobbiamo abituarci a convivere.
Ma poi, grazie soprattutto al conforto della “rete”, abbiamo capito, per nostra fortuna, di esserci sbagliati.
Attraverso Fb, infatti, si è scoperto immediatamente che la scossa si era sentita distintamente anche a Napoli e nel resto della Campania.
Sfido qualsiasi puteolano a non ammettere di aver provato un egoistico sospiro di sollievo non appena ha avuto la certezza che il bradisismo non c’entrasse nulla con quel grande spavento appena provato.
Troppi, infatti, sono i ricordi negativi legati ad un’emergenza che sarà impossibile dimenticare per chi l’ha vissuta sulla propria pelle.
Anche se, in verità, c’è pure qualcuno (diciamo più di qualcuno) che, provocatoriamente, auspica un nuovo “fuggi fuggi generale” che possa, a suo parere, allontanare un po’ di “feccia” da Pozzuoli e soprattutto far precipitare le quotazioni del mercato immobiliare.
Non a caso, nella nostra città, si dice spesso che il bradisismo “a chi ha accunciat’” e “a chi ha scarrupat’”, ossia che col bradisismo a qualcuno è andata bene e ad altri malissimo, proprio in riferimento alle speculazioni sulle “quattro mura” da un lato e allo “sradicamento” di molte famiglie dai luoghi in cui sono nate e cresciute.
Comunque sia, “nemici” e “tifosi” del bradisismo, per stavolta possono stare tranquilli.
Quella che abbiamo avvertito alle 18.09 è “solo” l’onda sismica di un terremoto di magnitudo 4.9 registrato dall’Istituto Nazionale di Geofisica tra i Monti del Matese (l’epicentro dovrebbe essere localizzato nella zona di Piedimonte Matese, a circa 25 chilometri a sud-ovest di Campobasso, ai confini tra Campania e Molise) ad una profondità di 10,5 chilometri.
Un terremoto che finora è stato preceduto e seguito da un consistente sciame sismico sempre caratterizzato dallo stesso epicentro (2.7 di magnitudo alle 18.03, alle 18.14 e alle 18.18; 2.3 di magnitudo alle 18.21; 2.8 di magnitudo alle 18.26 e alle 18.29; 2.7 di magnitudo alle 19.15; 2.5 di magnitudo alle 19.16; 2.2 di magnitudo alle 19.19; 2.4 di magnitudo alle 19.33: per seguire l’evoluzione clicca su http://cnt.rm.ingv.it/).
Per fortuna, non si segnalano vittime né danni.
Solo tanta paura.
La stessa che noi puteolani abbiamo del bradisismo ogni volta che trema un vetro per qualsiasi ragione.