Nelle cassette postali è arrivato da qualche giorno il nuovo incubo dei puteolani: la temutissima Tares, ossia il tributo comunale che sostituisce di fatto la tassa sulla spazzatura e che comprende anche l’imposta sui cosiddetti servizi “indivisibili”, come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale e le aree verdi.
La Tares 2013, così come ha deciso il consiglio comunale il 22 maggio scorso, è calcolata sulla base dell’ultima tassa sui rifiuti: entro il 31 luglio bisognerà pagare un primo acconto pari al 40% dell’ultima Tarsu, entro il 31 ottobre una seconda rata pari ad un altro 40% dell’ultima Tarsu ed entro il 31 dicembre ci sarà la cosiddetta rata di “conguaglio”, che sarà pari al 20% dell’ultima Tarsu più una sovrattassa pari a 30 centesimi per ogni metro quadrato dell’immobile per il quale già si paga la tassa sui rifiuti.
Una stangata non da poco per i cittadini, soprattutto in un periodo di “magra” economica per moltissime famiglie.
Una stangata doppia se si pensa che tantissimi nuclei familiari, entro il 31 di questo mese, si troveranno a dover pagare, con lo stesso giorno di scadenza, l’ultima delle quattro rate della Tarsu 2012 più il primo acconto della Tares: in sostanza, in un colpo solo, un importo pari addirittura al 65% totale dell’ultima tassa sui rifiuti.
Roba da far accapponare la pelle e prosciugare di botto il bilancio domestico mensile.
In giro per Pozzuoli, non si sente parlare d’altro.
La domanda della gente è sempre la stessa: “Ma cosa si è messo in testa il Comune? Di costringerci a scegliere se dobbiamo mettere il piatto a tavola o pagare la spazzatura? E poi si lamentano che non incassano soldi! E’ normale: se ne vogliono così tanti in una volta sola, chi glieli dà, di questi tempi?”.
Il problema è serio.
Con una “mazzata” del genere, infatti, al Municipio rischiano di riscuotere soltanto le briciole delle due scadenze di luglio.
L’esatto contrario delle intenzioni del Comune, se è vero come è vero che le rate della Tares 2013 sono state stabilite in questo modo “verificati i motivi di urgenza legati alla grave situazione finanziaria dell’Ente”, come si legge nel verbale della commissione consiliare permanente che il 9 maggio aveva dato l’ok all’ammontare della nuova tassa e alle modalità di pagamento.
Ma com’è possibile che nessuno abbia pensato a questa sovrapposizione di scadenze?
“Non è vero che nessuno ci ha pensato –dice Elio Buono, consigliere del Pd e presidente della commissione consiliare bilancio- Anzi, questo accavallamento di scadenze, che scaturisce dal fatto che l’ultima rata Tarsu viene riscossa nel 2013 anziché nel 2012, sia pure non certo per responsabilità dei cittadini, è stato motivo di grande riflessione politica. Tuttavia, la legge obbliga gli enti locali a chiudere il procedimento di imposizione della Tares entro l’anno di competenza, e cioè il 2013. E, in forza del decreto legge istitutivo della Tares e a seguito dei chiarimenti ministeriali, il Comune deve provvedere, entro l’anno in corso, ad espletare tutte le procedure che partono dall’avviso bonario, passano per la notificazione delle cartelle esattoriali e si concludono con l’espletamento di tutte le procedure finalizzate alla riscossione del tributo”.
Lo stesso consigliere spiega che, in realtà, l’obbligo di pagare il primo acconto della Tares entro il 31 luglio è solo formale.
“Le bollette che stanno ricevendo i cittadini –aggiunge infatti Elio Buono- sono riferite agli avvisi bonari Tares e gli stessi cittadini hanno l’opportunità di pagare entro 60 giorni dalla scadenza, senza aggravio di spese di notifica. Solo dal momento in cui sono notificate le cartelle esattoriali del primo acconto Tares e trascorsi ulteriori 60 giorni, le somme dovute come acconto saranno gravate da interessi e more. E’ chiaro che l’Ente deve dotarsi di un apposito regolamento in tempi brevi per consentire la possibilità di agevolazioni e riduzioni per la Tares. Infine, è bene precisare che il tributo non comprende solo la Tarsu ma anche i servizi cosiddetti indivisibili, come la pubblica illuminazione e la manutenzione delle strade. Allo stato, l’unico incremento previsto, salvo diverse disposizioni di legge statale, è quello relativo alla maggiorazione di 0,30 euro per metro quadrato, soldi che saranno pagati direttamente allo Stato”.
Sulla questione interviene anche il consigliere di opposizione Tito Fenocchio, pure lui componente della commissione consiliare presieduta da Elio Buono.
“Sulla procedura di legge –dice l’esponente della lista civica Uniti per la Libertà- non si poteva fare altrimenti e non c’era un’altra strada per agire diversamente. Tuttavia, la discussione sulla Tares è una discussione sul bilancio. L’aumento di 30 centesimi a metro quadrato non è così automatico ma deriva da una serie di vicende che se affrontate opportunamente si possono determinare in maniera differente. Agendo ad esempio su alcuni fattori: approvare un regolamento Tares per agevolare le tasche dei cittadini avendo però disponibilità di fondi da trovare nell’ambito del bilancio. Tutto questo bisogna farlo entro il 30 settembre, data di assestamento del bilancio 2013. E nutro enormi perplessità che lo si faccia, anche perché nel bilancio di previsione del 2013, già approvato, è previsto un aumento del 30% della Tares. Dunque, se entro il 30 settembre non dovesse accadere nulla, questo 30% lo pagheremo a conguaglio entro il 31 dicembre. Servono risorse e soluzioni tendenti a declinare le voci di composizione della Tares in modo tale da non ricadere sulle tasche dei cittadini”.
Insomma, l’unica buona notizia è che poco più del 60% della “botta” complessiva in scadenza il 31 luglio potrà essere parzialmente rinviata di altri due mesi.
Magra consolazione, in attesa di capire se questi soldi verranno spesi in maniera oculata e soprattutto se, come accade per la Tarsu, anche per la Tares ci saranno agevolazioni per le fasce sociali più deboli.