lunedì, Ottobre 14, 2024
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Telecamere sul posto di lavoro: il Comune rischia un’altra condanna

Dopo quella tristemente nota relativa ai prepensionamenti, l’Amministrazione Comunale di Pozzuoli rischia un’altra denuncia (ed un’altra condanna) per comportamento antisindacale.

Stavolta, la questione è relativa all’installazione di alcune telecamere all’interno di altrettanti uffici municipali, operazione avvenuta senza alcuna intesa preventiva in tal senso con le organizzazioni di categoria, ossia al contrario di quanto stabilisce la norma.

Una telecamera negli uffici del Comune di Pozzuoli

L’articolo della legge 300 del 1970 (ossia lo Statuto dei Lavoratori) parla infatti molto chiaro nello stabilire che apparecchiature del genere, a tutela della privacy dei dipendenti, possono essere installate soltanto previo accordo con le organizzazioni sindacali e che, in mancanza di accordo, si può interessare l’Ispettorato del Lavoro, laddove occorra, sulle modalità per l’uso di tali impianti.

In più, il comma 1 dello stesso articolo dispone il divieto assoluto di installazione per effettivo uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature, destinate allo scopo precipuo e diretto del controllo “a distanza” dell’attività dei lavoratori.

“Controllo odioso e riprovevole in quanto effettuato “a distanza”, cioè al di fuori della percezione o cognizione diretta del controllato e, quindi, a sua insaputa”, come scriveva Giovanni Capuano (sindacalista della Cisl Funzione Pubblica con ruolo di capodipartimento per l’area di Napoli Nord) il 4 agosto scorso, ossia nella prima delle due lettere inviate a distanza di un mese sulla stessa tematica al datore di lavoro del Comune (Gino Salzano), alla dirigente del personale (Anna Sannino), all’assessore alle risorse umane (Franco Cammino) e al sindaco Enzo Figliolia.

Lettere a cui la Cisl non ha mai ottenuto risposta ufficiale, se non un colloquio verbale a titolo informativo tra il sindacalista Capuano e la dirigente Sannino.

Il caso, come i nostri lettori più affezionati, esplose a fine luglio, subito dopo l’inaugurazione del nuovo centro di accoglienza per minori e donne in difficoltà, a Monterusciello.

In quella occasione, infatti, gli addetti alla struttura si sono accorti dell’esistenza di alcune telecamere posizionate in modo da consentire una visione a 360 gradi di tutta l’area lavorativa.

Cosa che accade, per la verità, anche nella sede centrale comunale.

Il sindacalista Giovanni Capuano

Dunque, il 4 agosto, nella sua prima missiva, il delegato Cisl, sottolineando che “da giorni registriamo continue segnalazioni di lavoratori su installazioni di impianti ed apparecchiature di controllo sui luoghi di lavoro”, che “pur consapevoli che esse sono richieste da esigenze organizzative e produttive, ovvero di sicurezza sui luoghi di lavoro, consideriamo la possibilità che potrebbero determinare la possibilità del controllo a distanza dell’attività dei lavoratori”, chiese all’Amministrazione didisinstallare le apparecchiature in oggetto, nel caso esse possano funzionare, anche se non come scopo principale, per il controllo a distanza di lavoratori” e di fornire in tempi brevi “un quadro analitico e dettagliato delle apparecchiature installate e su come esse funzionino nel raggio di azione audiovisivo.

La Cisl preannunciò anche azioni legali nel caso in cui quella richiesta fosse rimasta inevasa.

Un mese dopo, il 4 settembre, in assenza di qualsiasi risposta, la stessa Cisl denunciò “la mancanza di rispetto per le parti sociali”, “l’ingiustificato e scorretto comportamento tenuto da codesta Amministrazione nel violare sistematicamente il sistema di relazioni sindacali sancito per legge e per contratto” e chiese la “convocazione delle delegazioni sindacali per concordare e legittimare un’azione amministrativa che nasce viziata ed in violazione dello Statuto dei Lavoratori, preannunciando l’intenzione di volersi rivolgere all’Ispettorato del Lavoro qualora, entro 15 giorni dalla ricezione di quella lettera da parte dell’Amministrazione, i sindacati non fossero stati convocati.

L’esposto sindacale del 20 ottobre

Al terzo muro di gomma, il 20 ottobre, la stessa Cisl, sempre tramite Capuano, ha scritto all’Ispettorato del Lavoro (e, per conoscenza, al sindaco Figliolia ed al datore di lavoro Salzano) denunciando il mancato riscontro alle due note precedenti del 4 agosto e del 4 settembre e il comportamento assunto dall’Amministrazione Comunale di Pozzuoli in violazione di quanto disposto dalla legge in oggetto in materia di installazione di impianti audiovisivi nei siti comunali”, ma sottolineando anche che “in dispregio alla legge e adottando un comportamento assolutamente antisindacale, l’Ente non ha mai provveduto a convocare le organizzazioni sindacali”.

Un comportamento ritenuto “inammissibile” dalla Cisl Funzione Pubblica di Napoli e di Pozzuoli che si sono rivolte, per l’appunto, all’Ispettorato del Lavoro come ultima possibilità di ottenere giustizia prima di “intraprendere un’azione legale presso le autorità giudiziarie competenti, per vedere condannato il Comune di Pozzuoli per atteggiamento antisindacale ex articolo 28.

Comune non nuovo a certi atteggiamenti, visto che, oltre ad aver perso già un’azione legale intentata dal sindacato per gli stessi motivi, è stato recentemente costretto a convocare le organizzazioni di categoria (per una delegazione trattante sulla costituzione del fondo di produttività per il personale) dopo che si rese necessario nientemeno che l’intervento della Prefettura!

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