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Toh, è cresciuto un muro in piazza!

Da almeno due settimane, i puteolani più attenti allo svolgimento dei lavori pubblici si pongono tutti la stessa domanda: ma cos’è quel muretto che stanno costruendo all’ingresso di piazza della Repubblica?

E perché il manufatto non figura nel progetto definitivo dell’opera di riqualificazione prevista con i fondi del PIU Europa?

Spiegazioni ufficiali, da chi di competenza, non ne sono ancora arrivate.

Il Comune tace, la Sovrintendenza idem e bocche cucite anche dall’impresa esecutrice del restyling costato alla collettività 3 milioni e 700 mila euro.

Eppure, qualche voce ufficiale dovrebbe pur dire alla cittadinanza per quale motivo, improvvisamente, ci si è dovuti letteralmente inventare un imprevisto arredo urbano.

E, ovviamente, se il muro è dotato di tutti i permessi previsti dalla legge, visto che, tra l’altro, viene a sorgere nella zona notoriamente più vincolata di qualsiasi territorio urbano, ossia il centro storico.

Ma niente di niente.

L’unico che ha provato a fornire un’interpretazione plausibile di questa “sorpresa” è un tecnico privato, l’architetto Mimmo Grande, che, sul proprio profilo Fb, ha disquisito in materia.

Il post dell’architetto Grande su Facebook a proposito del “muro” in piazza della Repubblica

E, a suo parere, il muro in edificazione non sarebbe altro che una sorta di “diga frangiflutti”, ideata “friggendo mangiando” per scongiurare ogni rischio di allagamento per l’ex bar Mio.

Il locale, infatti, sarebbe esposto alla furia delle acque piovane provenienti in discesa da via Solfatara attraverso via Rosini, via Marconi, le rampe Raffaello Causa (“Sotto il Ponte”) e il Corso della Repubblica.

Un pericolo che, a giudizio dell’architetto, sarebbe derivato da un gioco sfavorevole di pendenze (a “schiena d’asino” o “petto di piccione”) emerso durante i lavori, e dalla decisione di eliminare i marciapiedi dai palazzi a ridosso della Piazza, rendendo così più complicato il deflusso del prodotto di Giove Pluvio verso le caditoie fognarie.

Il muretto servirebbe appunto per stoppare il fiume e canalizzarlo più agevolmente nei sottoservizi.

“Un confuso svincolo stradale sbagliato”, è l’impietosa descrizione che l’architetto Grande fa di questo lavoro, descrivendone gli artefici alla stregua di “dilettanti allo sbaraglio” e, domandosi come, dopo una circostanza del genere, il Comune potrà avere il coraggio di stabilire che siano le vetrine dei commercianti a danneggiare l’estetica della piazza.

Si attendono risposte da progettista e direttore dei lavori.

Pagati (non poco) per fare le cose a regola d’arte ma anche per spiegare difformità e varianti tra dire e fare.

(le foto del muro in piazza sono state scattate nel pomeriggio di sabato 21 marzo)

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