Colpito e affondato sugli argomenti di propaganda che gli stanno più a cuore dopo lo scioglimento per camorra del 2005.
Figliolia ha un diavolo per capello (si fa per dire…) e non sa più che pesci prendere per tentare di arginare, agli occhi dell’opinione pubblica, la disfatta certificata da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che ha multato di 1000 euro lui e la sua Giunta ritenendoli colpevoli della “omessa adozione dell’aggiornamento del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e del Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità”.
Messo ko dai durissimi comunicati stampa diramati da due suoi concorrenti alla carica di Sindaco (Sandro Cossiga e Raffaele Postiglione), il Primo Cittadino ha diramato agli organi di informazione la “sua” verità.
Sostenendo di aver fatto “chiarezza” e di aver raccontato i “fatti”.
Una nota in cui Figliolia sostanzialmente ammette i ritardi contestati dall’Anac, annuncia che contro quel provvedimento è stato fatto ricordo e scarica tutte le colpe sul dirigente responsabile dell’aggiornamento dei piani “incriminati”, il segretario generale Matteo Sperandeo, spiegando che l’organo politico il “suo” lo ha fatto approvando gli atti che bisognava approvare e che, nonostante i suoi solleciti, l’apparato burocratico-dirigenziale non ha adempiuto ai propri doveri.
Figliolia però finge di ignorare che l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha già assolto il segretario generale da ogni colpa in merito, attribuendo tutta la responsabilità di questi ritardi proprio al Sindaco e alla sua Giunta.
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Sperandeo, secondo l’Anac, era in buona fede in quanto “ha dovuto privilegiare l’assolvimento di altri obblighi impostigli come prioritari dall’Amministrazione, consistenti nei numerosi incarichi a lui attribuiti” e le sue inadempienze sono risultate giustificate “nell’individuazione, da parte dell’organo di indirizzo politico, di priorità in settori dell’attività amministrativa, diverse, rispetto a quelle pure importanti e strategiche, della trasparenza e della prevenzione del rischio corruttivo al quale è risultato fortemente esposto il Comune di Pozzuoli”.
Cantone ha dunque ritenuto “sanzionabile il comportamento del Sindaco e degli altri componenti della Giunta Comunale, per non aver tenuto in debito conto la rilevanza dell’attività di prevenzione della corruzione, prediligendo di indirizzare l’azione amministrativa su altri ambiti. Tanto –si legge ancora nella sentenza dell’Anac – ha fatto sì che gli organi di indirizzo politico abbiano attribuito al Segretario Generale competenze tali per le quali, unitamente alla mancanza di risorse professionali a suo supporto, questi abbia dovuto tralasciare gli adempimenti strettamente propedeutici all’approvazione e adozione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, di competenza, comunque, della Giunta Comunale”.
Cantone ha anche sottolineato che “gli organi di indirizzo nelle amministrazioni (…) dispongono di competenze rilevanti nel processo di individuazione delle misure di prevenzione della corruzione (…) ad essi spetta anche la decisione in ordine all’introduzione di modifiche organizzative per assicurare al Responsabile della prevenzione della corruzione funzioni e poteri idonei allo svolgimento del ruolo con autonomia ed effettività”.
Ragion per cui, secondo l’Anac, “l’organo di indirizzo del Comune di Pozzuoli (Sindaco e Giunta, ndr) non ha dato dimostrazione della consapevolezza dell’essenzialità del corretto utilizzo degli strumenti di programmazione, tra i quali deve essere ricompreso il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione, per il buon andamento dell’amministrazione dell’Ente”.
E’ per questo che Figliolia ed i suoi assessori sono stati giudicati colpevoli di aver omesso di osservare “gli ordinari doveri di diligenza”.
Questi sono i fatti finora certificati.
Ciò che sostiene Figliolia è invece tutto da dimostrare.
E chissà se riuscirà a dimostrarlo.
Perché poi verrebbe da chiedersi: se per il Sindaco è tutta colpa del Segretario Generale che non avrebbe fatto il proprio dovere nonostante le sollecitazioni del Primo Cittadino, come mai il dottor Sperandeo è ancora al suo posto?
E perché, quando Figliolia si accorgeva delle inadempienze del dottor Sperandeo (visto che lo sollecitava, queste inadempienze le conosceva…) non lo ha immediatamente rimosso dall’incarico di redigere i piani in questione?
Altro che chiarezza!
Figliolia, col suo comunicato stampa, sembra essersi dato addirittura la zappa sui piedi!
Staremo a vedere…