domenica, Ottobre 13, 2024
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Tre milioni di euro buttati per questo pezzo di storia?

Ricevo e pubblico*

Sin dalla fondazione dei vari insediamenti greci e successivamente in epoca romana, Pozzuoli era già integrata in una area territoriale nota come Campi Flegrei, con uno dei porti più importanti dell’area mediterranea. Augusto, nei primi anni dell’impero, aveva dato un ulteriore slancio alla costruzione di tunnel scavati nel tufo, strade consolari, monumento e canali.

Lo Stadio di Antonino Pio (dimensioni di circa 300×70), sito nella parte occidentale dell’antica Puteoli, sorge su una sorta di terrazza naturale confinante a sud con il Golfo di Pozzuoli e a nord con via Luciano, l’antica via Domitiana.

L’imperatore Antonino Pio, secondo numerose fonti, avrebbe promesso la costruzione di uno stadio per celebrare lo spirito filellenico dell’“imperatore con la barba” e suo predecessore Adriano, che trovò la morte proprio a Baia nel 138 d.C e che venne sepolto in un primo momento in una delle ville di Cicerone a Pozzuoli.

A partire dal 2005, sono stati avviati 3 interventi (attraverso il Pit Gac Grande Attrattore Culturale dei Campi Flegrei) per un ammontare complessivo di euro 3.162.711,96 iva esclusa a valere sulla misura 2.1 del Por 2000-2006.

I primi due interventi hanno riguardato l’acquisizione delle aree interessate dallo scavo archeologico, con relativi espropri, e piccoli interventi di consolidamento resisi necessari dai primi scavi archeologici.

Il terzo ed ultimo intervento ha invece riguardato il restauro conservativo e la valorizzazione delle strutture portate alla luce attraverso la creazione di un percorso da visita.

L’Antonino Pio è inquadrato come “Monumento Archeologico” appartenente al Demanio Storico Artistico, con una superficie di 12.000 mq.

Il modello di gestione è quello della fascia “B – Aree e parchi di proprietà demaniale in gestione diretta senza bigliettazione”.
Alla luce di questi interventi l’Antonino Pio é praticamente chiuso al pubblico poiché, pur se visitabile con una prenotazione all’info Point comunale con un numero minimo di 10 persone, il servizio di fatto non viene utilizzato dai turisti, anche perché l’area archeologica è sita una zona difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.

La manutenzione ordinaria viene svolta solo raramente in occasione delle aperture straordinarie che avvengono un paio di volte all’anno e la responsabilità è della Soprintendenza.

Infatti l’articolo 2 del Protocollo d’Intesa attribuisce alla Soprintendenza il compito di effettuare la pulizia e il diserbo del monumento.

 

In questa e nelle due foto seguenti, il testo del protocollo d'intesa tra Comune e Soprintendenza per la gestione dei siti archeologici sul territorio puteolano. L'accordo (rinnovato con la delibera di Giunta numero 65 del 7 maggio 2014) è stato prorogato fino al prossimo 3 aprile.
In questa e nelle due foto seguenti, il testo del protocollo d’intesa tra Comune e Soprintendenza per la gestione dei siti archeologici sul territorio puteolano. L’accordo (rinnovato con la delibera di Giunta numero 65 del 7 maggio 2014) è stato prorogato fino al prossimo 3 aprile.

Il Gruppo Flegreo Beni Culturali, che ha già consegnato all’assessore comunale Fumo una proposta volta alla fruizione continuativa dell’Antonino Pio, chiede che i Comuni – attraverso un lavoro di concertazione con il Ministero, che deve coinvolgere anche la Cittadinanza attiva, – si diano da fare per ottenere una maggiore libertà d’azione almeno per quanto riguarda la manutenzione ordinaria e la gestione dei siti archeologici che la Soprintendenza non è più in grado di garantire in quanto lamenta carenze di personale e l’impossibilità a procedere a nuove assunzioni.

*Gruppo Flegreo Beni Culturali Movimento Cinque Stelle

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