Nella sua Pozzuoli è una macchina da voto e da consenso di quelle pressoché imbattibili.
Ma, oltrepassato il Dazio, fino ad oggi, quasi nessuno se lo fila, nonostante sia il sindaco della quinta città della Campania.
O, per essere più precisi (e meno irriverenti), non ha quel seguito politico che gli servirebbe per aspirare a ruoli istituzionali sempre più prestigiosi.
Enzo Figliolia, primo cittadino di Pozzuoli, sta rischiando seriamente di finire la sua carriera politica qui a Pozzuoli.
E non è una critica o un’offesa, ma una semplice constatazione degli eventi per come attualmente si stanno svolgendo, e non da oggi.
L’antefatto è noto a chi segue assiduamente le vicende politiche locali.
Da circa nove mesi, Figliolia sta trascinando il Pd puteolano in una guerra aperta contro i “capibastone” del partito, al grido di “nessuno deve decidere nulla su Pozzuoli senza il nostro consenso, cose e persone calate dall’alto non ne accetteremo più!”. http://www.pozzuoli21.it/figliolia-contro-i-capi-del-pd-a-pozzuoli-non-vi-faccio-comandare-con-i-miei-voti/
Un’apprezzabile (e anche coraggiosa) dichiarazione di intenti, per rivendicare la “territorialità” su tutto ciò che riguarda Pozzuoli: a cominciare dalle candidature negli enti sovracomunali.
Solo che c’è un piccolo problema: per metterla in pratica, bisogna essere forti, avere un tale bacino di consensi, soprattutto fuori Pozzuoli, da poter essere in grado di rivendicare con i “numeri” la propria autonomia o autodeterminazione.
Perché, se i “capibastone” hanno voce in capitolo, è proprio grazie alla ragnatela di alleanze che hanno stretto in ogni Comune della propria provincia o regione.
E, proprio su questo insidiosissimo terreno, Figliolia sta collezionando una sconfitta dopo l’altra.
Già non è normale il fatto che il Sindaco di una città così importante, all’interno del proprio partito (dopo la parentesi di nove mesi da presidente provinciale) non abbia incarichi di prestigio: a meno che non si voglia considerare tale l’essere tra i circa mille componenti l’assemblea nazionale del Pd (tanto è vero che l’ambizione di Figliolia, anch’essa soffocata, era entrare tra i 120 della direzione nazionale).
Le elezioni Europee di cinque mesi fa, sappiamo come sono andate a finire: a Pozzuoli, il candidato sponsorizzato da Figliolia (Pirillo) ha preso 2.045 voti e i “capobastone” (Massimo Paolucci in prima persona e Lello Topo attraverso il sindaco ischitano Giosi Ferrandino) ne hanno conquistati 2.699, dimostrando al “ribelle” che, quando loro si muovono, non ce n’è per nessuno, anche se devono misurarsi in “trasferta”. http://www.pozzuoli21.it/figliolia-sconfitto-in-casa-dai-nemici-si-sta-scavando-la-fossa-politica/
Poi, ad inizio di questo mese, arriva l’occasione del riscatto, e cioè l’elezione del Consiglio Metropolitano di Napoli, ossia le “nuove” Provinciali.
Figliolia fa un giro di consultazioni tra sindaci e consiglieri del circondario, capisce che non ha i voti per poter essere eletto e il partito puteolano decide di non candidare nessun esponente locale, lasciando campo libero ad un “capobastone” del Pd (Lello Topo) che, nel Pd puteolano candida addirittura un esponente dell’Udc, ossia Maurizio Orsi http://www.pozzuoli21.it/pd-figliolia-un-altro-suicidio-politico/).
All’ultimo momento, però, il Pd puteolano trova il suo “papa nero”, ossia il sindaco pompeiano Nando Uliano, e con i voti decisivi provenienti dal “capoluogo” flegreo, lo stesso Uliano, sia pure come ultimo degli eletti, entra nel Consiglio della Città Metropolitana.
In un comunicato stampa diramato subito dopo l’esito del voto dal segretario cittadino Pd Mariano Amirante e del capogruppo consiliare Pd Elio Buono, si legge che “Il Partito Democratico di Pozzuoli, con in testa il Sindaco Figliolia –si legge nella nota- hanno deciso di partecipare al voto per l’elezione del Consiglio della Città Metropolitana di Napoli nonostante le critiche mosse al gruppo dirigente provinciale in relazione al metodo utilizzato per la composizione della lista ritenuta non del tutto rappresentativa dei territori. La diversa scelta è stata determinata dalla posizione manifestata dal candidato Ferdinando Uliano, Sindaco di Pompei, il quale ha condiviso pienamente le posizioni del Partito Democratico di Pozzuoli, tendenti alla piena valorizzazione delle esperienze di governo locali che quotidianamente si misurano con i problemi dei cittadini. Siamo sicuri che la valorizzazione delle realtà amministrative locali rappresenti l’elemento fondamentale per il rilancio del Partito Democratico a livello provinciale e regionale e auspichiamo che il percorso avviato sia sempre più condiviso dai tanti amministratori che, con passione e dedizione, sono vicini ai problemi della gente in un momento di grave crisi in cui versa il nostro paese”.
Ebbene, il motivo per cui il Pd puteolano ha appoggiato il sindaco di Pompei alle Provinciali, si è ben presto scoperto.
Come testimoniano due articoli del 20 ottobre (pubblicati da “Il Mattino” e da “Il Giornale di Napoli”), Uliano (che non ha ancora smentito nulla in proposito) avrebbe infatti tentato di “ricambiare” l’appoggio ricevuto da Pozzuoli sponsorizzando Enzo Figliolia ad una carica a cui l’attuale sindaco puteolano teneva (e tiene) particolarmente: la presidenza regionale dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), ruolo attualmente ricoperto dal sindaco montese Franco Iannuzzi.
E’ noto a chiunque mastichi di cursus honorum politico, che la presidenza Anci in Campania è un pressochè sicuro trampolino di lancio per chi voglia essere poi candidato da deputato o senatore al primo “giro” utile.
Figliolia, che da “grande” vuole fare il parlamentare, si è giocato pure questa carta.
Malissimo!
Infatti, per il rinnovo delle cariche Anci si vota domani (lunedì 27 ottobre), le candidature ufficiali sono state presentate entro mezzogiorno di giovedì scorso 23 ottobre, ma il nome di Figliolia non compare tra gli aspiranti presidenti.
A contendersi lo scettro saranno l’uscente Franco Iannuzzi (per il centrodestra) e (per il centrosinistra) Giosi Ferrandino (“fedelissimo” del consigliere regionale Lello Topo, ossia di uno dei primi “capobastone” del Pd che Figliolia ha inserito nella lista dei “nemici” da sconfiggere politicamente).
Chiaro, no?
Dal momento in cui Figliolia ha dichiarato guerra ai “potenti” del Pd, ogni volta che lui si muove per cercare “visibilità” fuori Pozzuoli, un “potente” del Pd piazza la sua pedina e gli sbarra la strada, oppure si mette in gioco personalmente.
A cosa è servito dunque il matrimonio politico tra Figliolia (con annesso Pd di Pozzuoli) ed il sindaco di Pompei, se quest’ultimo non ha nemmeno la forza di garantire una candidatura alla presidenza dell’Anci?
Si dice che a Figliolia, lo stesso sindaco pompeiano abbia promesso un appoggio da 2.000-2.500 voti per il candidato puteolano (Elio Buono?) alle elezioni regionali della prossima primavera.
Visto l’esito infausto del primo “banco di prova” con Uliano, fossimo in Figliolia cambieremmo subito il “cavallo” su cui puntare per tentare di affrontare ad armi pari i “capibastone” del Pd.
Anche perché, dopo tutto ciò che è già accaduto (e che già basta e avanza per capire che aria tiri…) non riuscire a far eleggere nemmeno un consigliere regionale puteolano del Pd, sarebbe per Figliolia la dichiarazione definitiva di “morte politica”: altro che deputato o senatore!
E, chissà che, a questo punto, lo stesso Figliolia (sfumata la presidenza Anci e con elezioni politiche previste nel 2018, salvo ribaltoni) non si giochi il tutto per tutto mettendoci la faccia e candidandosi lui personalmente alla Regione.
Sarebbe la “mossa della disperazione”: soprattutto perchè poi Figliolia dovrebbe spiegare ai puteolani il motivo per il quale la sua decisione di diventare incompatibile con la carica di sindaco sarebbe migliore di quella che prese a suo tempo Pasquale Giacobbe.
Ma la politica, soprattutto a Pozzuoli, ci ha ormai abituato a qualsiasi sorpresa.
E, dunque, prepariamoci a non meravigliarci di nulla…
(nella foto grande in alto, il sindaco puteolano Enzo Figliolia ed il suo collega pompeiano Nando Uliano)