Al Municipio e in numerosi ambienti politici cittadini, da circa 48 ore non si parla d’altro. Un’indiscrezione che si sta diffondendo a macchia d’olio e che riguarda un notissimo consigliere comunale puteolano di un importantissimo partito, che avrebbe rischiato davvero grosso se lunedì mattina fosse stato presente nella palazzina dove hanno sede i gruppi consiliari.
Qui, infatti, nonostante non fosse nemmeno giornata di ricevimento, si sarebbe presentato un uomo con intenzioni tutt’altro che amichevoli.
Brandendo una grossa catena, avrebbe urlato il nome e cognome, per l’appunto, di quel consigliere che, a suo dire, andava “castigato” per essere venuto meno all’impegno di trovare un lavoro ad alcuni suoi familiari e per aver invece “sistemato” altre persone a lui conosciute.
Secondo le voci che circolano con sempre maggiore insistenza, la “spedizione punitiva” non sarebbe andata a segno soltanto per la casuale assenza del (presunto) “colpevole” di questo “sgarro” nei confronti dell’esagitato.
L’episodio, che se fosse confermato sarebbe di una gravità inaudita, pare non sia stato denunciato alle forze dell’ordine: circostanza ancora più preoccupante dello stesso mancato raid, qualora le indiscrezioni corrispondessero al vero.
Scene come questa che vi abbiamo raccontato col beneficio d’inventario, purtroppo non sono infrequenti nel Palazzo di Toiano.
E testimoniano una patologia sempre più diffusa nel rapporto tra eletti ed elettori: il voto carpito attraverso promesse che, nella maggior parte dei casi, si sa di non poter mai mantenere.
E se ad essere presa in giro è una “testa calda”, si arriva inevitabilmente alle mille e una notte…