Chiedono aiuto alle istituzioni ormai da quasi 16 anni, ma finora non hanno ottenuto alcun intervento risolutivo, eccezion fatta per la rimozione delle radici di un albero. E così, attraverso “Pozzuoli21”, rinnovano il loro accorato appello a prendere provvedimenti prima che possa accadere una tragedia “annunciata”. In pericolo si sentono le otto famiglie residenti nell’isolato F del rione “Cappuccini” di via Napoli, al civico 15 della traversa Umberto I°. Il problema è rappresentato dal rischio di “crollo in cui versa il costone prospiciente al fabbricato in cui gli stessi condomini risiedono, costone che è interessato da uno smottamento progressivo, giacchè si osserva ad occhio nudo un rigonfiamento del muro di contenimento, della proprietà Casa Figlie della Carità, nonché cedimenti della muratura in tufo. Tali cedimenti riguardano sia la base del muro nonché tutta la verticale, che presenta numerose lesioni tali da causare la caduta di pietre di tufo. Inoltre, la vegetazione che ricopre il costone medesimo versa da decenni in uno stato di completo abbandono, aggravando così le condizioni igienico-sanitarie della zona, con animali di ogni sorta che ormai hanno dimora stabile”.
Così si legge nell’ultima lettera inviata il 23 giugno 2009 dall’amministratore condominiale dello stabile all’allora sindaco di Pozzuoli e al dipartimento comunale di gestione, tutela e sicurezza del territorio per chiedere a chi di dovere di attivarsi “allo scopo di scongiurare possibili accadimenti inerenti la pubblica e privata incolumità”.
Una missiva che fa seguito ad altre quattro dello stesso tenore, già inviate, senza esito, il 23 ottobre 2008, il 28 settembre 2006, il 6 agosto 1998, il 28 gennaio 1998, a tutti i destinatari possibili (tra cui anche la Sala Operativa Regionale della Protezione Civile, il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Napoli 2, l’Istituto Autonomo Case Popolari, la Casa Figlie della Carità, i Vigili del Fuoco del distaccamento di Monterusciello, il Commissariato di Polizia e persino la Procura della Repubblica).
I residenti di questo stabile convivono, dunque, ormai da tre lustri con l’incubo che il costone a ridosso delle proprie abitazioni possa bruciare d’estate e franare quando piove a dirotto.
Il tutto nel disinteresse generale e con una situazione di dissesto che, a vista d’occhio, sembra peggiorare di giorno in giorno.
L’interrogativo è d’obbligo: si aspetta una disgrazia per prendere provvedimenti?
Si attendono risposte immediate da chi ha il potere (ma, soprattutto, il dovere) di evitare il peggio.