Un teatrino indegno che va avanti da anni e che, nonostante la propaganda politica (vedi anche le dichiarazioni del governatore De Luca nel 2015), nessuno riesce a fermare a danno dei cittadini più deboli: gli ammalati.
Proprio su questi ultimi, infatti, cade l’ennesima tagliola annunciata dall’Asl flegrea con una circolare dell’altro ieri in cui si informano tutti i centri diagnostici accreditati sul territorio di quanto accadrà dal 1 luglio al 30 settembre.
Cosa succede? Semplice, nella sua drammaticità.
Per il trimestre che inizierà da domenica, attraverso freddi calcoli ragionieristici che nulla hanno a che vedere con le esigenze reali, si è stabilita la data oltre cui, per ogni singola categoria di prestazione sanitaria, scatterà la cosiddetta “assistenza indiretta”.
In parole povere, per ottenere un esame clinico o diagnostico, o aspettiamo la lista d’attesa dell’ospedale oppure, se ci rivolgiamo ad una struttura privata in convenzione col Servizio Sanitario Regionale, dal mese che sta per cominciare e fino all’ultimo giorno di settembre, ci toccherà sborsare tutto il costo della prestazione, dunque non più solo il ticket.
Un provvedimento che colpisce tutti indistintamente, anche gli esenti dal ticket sanitario, sia per reddito, sia per età e sia per patologia.
Nessuna eccezione: deve mettere mano al portafogli anche chi deve effettuare degli esami per sapere se è malato di cancro o chi, già paziente oncologico, deve effettuare gli stessi screening per capire se la malattia è in fase di avanzamento o regressione.
Per la nostra Asl, la Napoli 2 Nord, si pagherà il costo dell’intera prestazione DAL 18 LUGLIO AL 30 SETTEMBRE PER LA MEDICINA NUCLEARE, DAL 26 LUGLIO AL 30 SETTEMBRE PER LA CARDIOLOGIA, DAL 7 AGOSTO AL 30 SETTEMBRE PER LE BRANCHE A VISITA E PER LA DIAGNOSTICA PER IMMAGINI, DAL 10 AGOSTO AL 30 SETTEMBRE PER LA PATOLOGIA CLINICA.
Una vergogna contro cui ci auguriamo che prendano presto posizione le associazioni a tutela dei diritti del malato e le organizzazioni sindacali rappresentative della sanità accreditata.
Anche perché, con la definizione del tetto di spesa sanitaria in quote trimestrali, la situazione, rispetto agli anni scorsi, è addirittura peggiorata.
Se prima infatti si sapeva che l’assistenza indiretta scattava più o meno sempre con l’inizio dell’autunno e terminava alla fine dell’anno solare, oggi, lo stesso problema si propone non più una volta all’anno ma ogni tre mesi, cioè quattro volte all’anno.
Il tutto su decisioni che risalgono al periodo precedente la nomina di De Luca a commissario regionale per la sanità.
Il che lascia aperto un interrogativo su cosa abbia prodotto di positivo, nelle vesti di “plenipotenziario”, il Governatore campano su questa delicatissima vicenda.
Delicata e odiosa, perché finisce col discriminare il diritto alla salute dei cittadini sulla base del reddito.