Fossimo nei panni del sindaco Enzo Figliolia, tra i numerosi problemi di cui si deve far carico per il proprio ruolo istituzionale, saremmo anche molto preoccupati di ciò che sta accadendo all’interno dei vigili urbani di Pozzuoli, settore di cui il Primo Cittadino ha mantenuto la delega senza volerla affidare a nessun assessore.
La netta impressione è infatti che il clima all’interno della Polizia Municipale si sia avvelenato a tal punto da far ipotizzare che prima o poi possa accadere qualcosa di davvero “esplosivo” per l’immagine del Corpo e, di conseguenza, della città.
Tralasciando la miriade di procedimenti disciplinari aperti a carico di altrettanti caschi bianchi accusati delle più svariate infrazioni, per capire che aria tira nelle stanze di via Luciano basta raccontare due recentissimi episodi.
Uno (rivelato in anteprima da Pozzuoli21 a pochi minuti dal fatto, nella mattinata di sabato scorso) è a conoscenza di tutti i puteolani e riguarda la clamorosa multa per divieto di sosta in piazza della Repubblica che due vigili urbani hanno comminato all’auto privata del comandante Carlo Pubblico. (per leggere quell’articolo, clicca su http://www.pozzuoli21.it/comandante-dei-vigili-multato-dai-vigili-la-sua-auto-era-in-sosta-vietata/)

Multa che il comandante ha dichiarato di aver prontamente pagato, giustificando l’infrazione col fatto di essere in servizio e, per tale esclusiva ragione, di poter aggirare le regole del codice della strada.
Motivazioni che, in realtà, lasciano il tempo che trovano almeno fino a quando lo stesso capo della Municipale non spiegherà alla collettività non solo in base a quale norma dello Stato egli possa infrangere le regole del codice stradale se è in servizio con l’auto privata, ma anche che tipo di servizio stesse effettuando quella mattina e con quali esiti l’abbia concluso prima di ricevere la multa e andarsene non certo tra gli applausi dei presenti.

Questo, dunque, è il primo episodio.
Il secondo episodio, invece, è a conoscenza di pochissime persone ed è avvenuto nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 10 settembre.
Quando, nell’autoparco del Comando di via Luciano, una pattuglia di vigili urbani, su disposizioni impartite da un proprio superiore (chi sia stato, ancora non è dato saperlo ufficialmente), ha cominciato a controllare i veicoli in sosta sul posto.

E ha scoperto che tre motorini e un’auto di proprietà privata (in uso a tre vigili urbani e ad un ausiliario del traffico) erano senza assicurazione.
Ovviamente (e ci mancherebbe altro!) i caschi bianchi non si sono potuti esimere dal contravvenzionare i loro colleghi e sottoporre a fermo amministrativo tutti i veicoli “incriminati”, con tanto di arrivo in pompa magna del carro attrezzi sul posto per la rimozione di ciò che bisognava portare via.
Le notizie sono due.
La prima notizia è l’estrema gravità del fatto in relazione al ruolo istituzionale di chi è stato multato.
E’ inammissibile guidare senza copertura assicurativa per le ragioni che tutti conosciamo, ma è insopportabile che a farlo, da privato cittadino, sia chi poi è preposto a sanzionare comportamenti del genere quando indossa la divisa e, per di più, commette questa enorme infrazione fin dentro il luogo di lavoro, sperando magari in una sorta di “impunità di casta”.
La seconda notizia, tuttavia, è ancora più interessante ed è forse la “vera” notizia rispetto a quanto accaduto stamattina.
Uno dei mezzi finiti sotto sequestro perché sprovvisto di copertura assicurativa, è infatti di uno dei due vigili urbani che sabato scorso multarono il comandante Pubblico in piazza per divieto di sosta.
Incredibile ma vero!
Questo agente di polizia municipale, oltre a infrangere la legge, è stato così “furbo” da farsi “cogliere in fallo” a due passi dall’ufficio del comandante che egli stesso aveva giustamente sanzionato quattro giorni prima.
E ben sapendo che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, il comandante Carlo Pubblico non aveva e non ha ancora digerito (e, probabilmente, non digerirà mai) l’onta di quella multa che, per il solo fatto di averla presa, agli occhi dell’opinione pubblica, ha scalfito (se non irrimediabilmente sfregiato) il suo ruolo di sedicente “moralizzatore” all’interno del Corpo (dichiarazione rilasciata dallo stesso Pubblico al quotidiano “Il Mattino” il 9 novembre dell’anno scorso).

Un’opera di “moralizzazione” che finora non dev’essere riuscita tanto bene, se lo stesso comandante si becca una sanzione per divieto di sosta e tre suoi uomini più un ausiliario del traffico fino a stamattina potevano liberamente circolare (e andare al lavoro: sarebbe interessante sapere da chissà quanto tempo…) senza assicurazione con i propri veicoli privati!
Senza contare tutti i cattivi pensieri (ovviamente infondati, fino a prova contraria) che a chiunque potranno frullare per la testa nell’apprendere che, a quattro giorni dall’aver multato il proprio comandante, un vigile urbano è stato “pizzicato” dai suoi colleghi a violare la legge nell’autoparco del Comando, durante un singolare (benché non isolato) servizio di controllo interno.
Questa è la situazione, nuda e cruda.
Una situazione che rischia di sfuggire di mano da un momento all’altro.
Se non è già sfuggita di mano.
E la storia insegna che, quando accadono certe cose in un ambiente lavorativo così delicato per le mansioni da svolgere, si sa come si comincia e non si sa mai dove si può andare a finire.
Di qui, il legittimo interrogativo.
Figliolia, come sindaco e assessore ai vigili urbani, vuole prendere di petto questa situazione o ha deciso di lavarsene le mani e “accada quel che accada” oppure “muoia Sansone con tutti i filistei” ?
Il tempo è galantuomo: staremo a vedere cosa accadrà…