Cinque dissidenti all’attacco della maggioranza: “Annullate questa delibera o scriveremo al Prefetto!”
“Se non lo farà in autotutela il consiglio comunale, chiederemo al Prefetto di annullare la delibera su Vincenzo a Mare e Lido Augusto”.
Sembrano molto determinatiPaolo Tozzi,Maurizio Orsi,Tommaso Pollice,Enzo BifulcoeAntonio Di Bonito,i cinque esponenti di maggioranza che l’altro ieri sono usciti dall’aula in segno di protestaper il mancato rinvio del voto su unatto di Giunta(il numero 63 del 5 maggio)già foriero di molte polemiche e destinato a far ancora tanto parlare di sé.
Il gruppo “dissidente” della coalizione diFiglioliaha convocato unaconferenza stampaper meglio illustrare,a bocce ferme, la propria posizione.
“La situazione è molto semplice e l’abbiamo esposta chiaramente e pubblicamente al Sindaco e a tutti i nostri colleghi– ha esorditoTozzi–Noi consiglieri non abbiamo mai avuto i documenti necessari per poter studiare questa delibera ed esprimere, in piena coscienza, il nostro parere. Stiamo parlando non di quisquilie, ma, in tempi di crisi economica e in piena campagna elettorale, di una delibera che impegna tanti soldi pubblici per acquisire ed abbattere una proprietà privata e che consente ad un’altra proprietà privata di poter essere ristrutturata con finanziamenti pubblici.Una delibera impresentabile ed improponibile. Tanto più che, probabilmente, c’era anche un consigliere comunale che avrebbe dovuto astenersi dal votarla per un conflitto di interessi indiretto sull’esproprio di Vincenzo a Mare(Tozzi non ne fa il nome, ma si riferisce adElio Buono, parente acquisito della famiglia proprietaria dello stabile, n.d.r.).Siamo usciti dall’aula per evitare uno scontro straziante: visto che altri due consiglieri di maggioranza(Niki Della CorteeRaffaele Visconti, n.d.r.)hanno votato contro la delibera, se lo avessimo fatto anche noi cinque, la coalizione sarebbe esplosa”.
Il motivo principale per cui i cinque consiglieri chiedono la revoca di quella delibera consiliare, però, lo spiegaTommaso Pollice:“L’atto, a nostro parere è nullo perché è stato votato tra le 16,02 e le 16,03, ossia dopo l’orario delle 16 in cui era stato convocato, nello stesso giorno, un secondo consiglio comunale. E nell’ordine del giorno di quel secondo consiglio comunale(che poi non si è svolto per mancanza del numero legale, n.d.r.)non c’era la trattazione di quella delibera, bensì solo una discussione monotematica su parcheggi, strisce blu e zone a traffico limitato. Se sarà necessario ricorrere al Prefetto, gli esibiremo le prove di quanto affermiamo, con laregistrazione integrale della sedutae la dichiarazione dell’orario da parte di un consigliere comunale(Vincenzo Daniele, n.d.r.)subito dopo la votazione di quella delibera”.
Queste le contestazioni dei cinque “frondisti” di maggioranza.
I quali tengono a sottolineare di voler soltanto“partecipare alle scelte del Consiglio Comunale”enon di avere unaposizione critica“strumentale”, come alcuni loro colleghi di coalizione starebbero dicendo all’opinione pubblica, spiegando che in realtà questa polemica nasce soltanto dalla rabbia dei cinque per non essere stati“accontentati”da Figliolia in merito ad alcune loro richieste politiche.
Tanto più che, a precisa domanda in merito,nessuno di essi sembra intenzionato a marcare il dissenso fino alle estreme conseguenze, ossiala raccolta di eventuali 13 firme per sciogliere il consiglio comunale.
Anche se, in modo nemmeno troppo sibillino, il consigliereAntonio Di Bonito, fa sapere che:“Siamo responsabili, siamo stati eletti in maggioranza e lì vogliamo continuare a svolgere il nostro mandato. Ma ogni pazienza ha un limite e io personalmente non sono più disponibile a vedere calpestata la mia dignità politica…”.
