Pozzuoli 21 – Costone pericolante minaccia due palazzi: si aspetta la tragedia per intervenire?

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Ancora uno smottamento, martedì l’ennesimo sopralluogo dei pompieri, l’ennesima relazione dell’ufficio tecnico comunale…e un problema che ancora non si risolve ormai da quasi 14 anni.

Siamo invia Barletta, dietro le “quinte” dellungomaredi via Napoli, sul livello stradale immediatamente  al di sopra del cosiddetto rione “Marocchini”.

Visto dall’ingresso di via Barletta, ecco il palazzo (di colore rosa) che confina col costone pericolante al civico 28: nella foto sottostante, la zona in cui si trova lo stabile, a poca distanza dall’ingresso del “rione Cappuccini” (i cosiddetti “Marocchini”)

Qui, ainumeri  civici 28 e 24, ci sonodue fabbricatied oltreventi famiglieche rischiano la vita tutti i giorni a causa di uncostone pericolanteemai messo in sicurezza perché ancora non si capisce a chi tocchi fare questi lavori.

L’altro palazzo a rischio, al civico 24 della stessa strada

La stampa locale si è già occupata due volte di questa situazione.

Nelgennaio 2001, infatti, da quel costone si staccò unmasso di cento chili, che precipitònel balcone di una casadel civico 28, per fortuna senza provocare nessun ferito ma causando non pochi danni materiali.

(dal “Notiziario” del 9 gennaio 2001)

Nelmarzo 2005, invece, una frana, staccatasi dallo stesso costone, distrusse unmuro di contenimento, produsse altrigravi danniadalcuni appartamenti dell’immobilee causò perotto mesilosgomberodeiresidenti ai primi due piani del palazzo: i proprietari di quelle case poterono rientrare soltanto a novembre dello stesso anno, quando dimostrarono di aver effettuato, a proprie spese, opere di protezione delle balconate di fronte a quel costone.

(dal “Notiziario” del 31 luglio 2005)

La situazione è molto ingarbugliata ed è finita addirittura in un’aula di Tribunale.

IlComune, infatti, ritiene che ilavori di consolidamento e di messa in sicurezzadel costone confinante col palazzo al civico 28spettino alcondominiodi quello stabile, in quanto, secondo il Municipio, quel tratto di costone è inserito nella stessaparticella catastaledella proprietà condominiale.

La preoccupante distanza tra il palazzo di via Barletta 28 ed il costone pericolante

Il Comune sostiene inoltre che, per la ricostruzione di questo muro di contenimento, lo stesso condominio ha richiesto ed ottenuto bendue permessi a costruire(il 14 gennaio 2009 ed il 3 settembre 2012) ma non li ha mai ritirati facendone scadere la validità.

Sulla base di questa ricostruzione, l’attualeamministratore di condominiodello stabile è finitosotto inchiestaper aver“omesso di eseguire i lavori di messa in sicurezza”di quel costone, così come era stato stabilito da un’ordinanza(la numero 38684) del 15 settembre 2005, firmata dall’allora (ed anche attuale)sindaco Enzo Figliolia.

La recinzione che Claudio “Rosario” Maddaluno ha dovuto far costruire per rientrare nel suo appartamento dopo la frana di marzo 2005: nelle foto sottostanti, le parti più a rischio del costone, viste dalla “gabbia” del balcone di casa Maddaluno

Ma lo stesso amministratore indagato, attraverso unaperizia tecnica, sostiene chequei lavori non sono di competenza  del condominio, in quanto, contrariamente a quanto stabilito dal Comune, il costone sovrastante quel condominio (ed il muro di contenimento) ricadrebbe indue particelle catastali diverse da quelle indicate dal Municipio: particelle non intestate al condominio, bensì adaltri privati.

Tuttavia,in attesa che la giustizia faccia il suo corsoper dirimere il contenzioso (sciogliendo definitivamente il rebus sulla proprietà della parte di costone pericolante e bisognosa di manutenzione)…quei lavori nessuno li fa.

E ilrischio, per chi abita a un palmo di mano da quel “mostro”, resta.

Anzi, sembra aumentare ogni giorno di più.

“Noi abbiamo paura ma questa è casa nostra e da qui non ce ne vogliamo né possiamo andare–diceClaudio“Rosario”Maddaluno44enne  autotrasportatore e proprietario della casa di via Barletta 28 che ha subìto i danni maggiori dallo smottamento del 2001 e dalla frana del 2005-Ogni giorno siamo a rischio di tutto: da questo costone si staccano frane, si propagano incendi, scendono topi, serpenti e volano insetti di ogni genere. Vogliamo accettare tutti i disagi causati da una situazione abitativa del genere, ma quello che non possiamo sopportare è che non si faccia la cosa più logica da fare in questo momento.  E quello che bisogna fare, per tutelare la pubblica e privata incolumità, è mettere in sicurezza il costone. E chi lo deve fare, secondo me, adesso è il Comune. Poi, quando il giudice stabilirà di chi è questa parte di costone che incombe sulle nostre case, lo stesso Comune dovrà farsi risarcire dal proprietario il costo di questi lavori. Di certo, con tutto il dovuto rispetto per il lavoro della magistratura, noi non possiamo aspettare i tempi della giustizia con tutti i suoi eventuali gradi di giudizio. Siamo a settembre, chiunque sa che in questo mese comincia  il periodo dei temporali forti che ci accompagneranno per tutto l’autunno. Dove abitiamo lo vedete…non mi sembra il caso di aggiungere  altro. Ci appelliamo al sindaco Figliolia: confidiamo nella sua operatività e nel suo buon senso e ci auguriamo che accolga la nostra richiesta di aiuto”.

Il costone visto da casa Maddaluno com’era prima della frana di marzo 2005, che distrusse anche il muro di contenimento

I lavori di ripristino della proprietà Maddaluno dopo la frana di marzo 2005

Che parte da una domanda a cui prima o poi qualcuno dovrà dare una risposta.

E cioè:com’è possibile che sia stato consentito di costruire un palazzo con un pericolo del genere a pochissimi metri di distanza, peraltro in zona dichiaratamente sismica?

Mistero! Uno dei tanti che caratterizza la nostra Pozzuoli…

(nella foto grande in alto, Claudio “Rosario” Maddaluno mostra il costone pericolante che sovrasta il palazzo in cui abita al civico 28 di via Barletta)