ESCLUSIVO/ Figli e figliastri nelle ordinanze di Figliolia per la chiusura di attività commerciali? La Procura indaga sull’esposto di un ex consigliere
Al vaglio dellaProcura della Repubblica presso il Tribunale di Napolic’è un dettagliatissimo esposto firmato daun consigliere comunale uscente.
Il dossier consegnato ai magistrati ha i contorni di una vera e propria “bomba” sull’operato dell’Amministrazione e riguarda unapresunta discriminazionesull’applicazione dellesanzioni amministrativeirrogate alleattività commercialiin seguito a controlli deivigili urbani.
Settori (polizia municipale e commercio) di cui, per la cronaca, ilsindaco Enzo Figlioliadetieneentrambe le deleghe(la prima ormai dal 2012, la seconda dal 24 novembre 2015, giorno delle dimissioni dell’ultimo assessore al ramo, Carlo Morra).
Dall’esame della documentazione acquisita dall’ex consigliere durante il proprio mandato presso il Municipio (in virtù dei poteri ispettivi conferitigli della sua carica), sarebbe stata infatti verificata l’avvenuta firma, da parte del Primo Cittadino, tra gennaio 2014 e settembre 2016, di 60 ordinanze di chiusura di attività commerciali (che non avrebbero nemmeno seguito un ordine cronologico) a fronte di 125 atti del genere predisposti e compilati dall’Annona, nonostante 209 verbali di accertamento.
In pratica, per effetto di questi calcoli,mancherebbero all’appello ben 149 ordinanze.
Cheperò potrebbero essere anche 151se si incrociasseroaltri datiche il firmatario dell’esposto ha acquisito sempre dai competenti uffici, secondo cui iverbali di accertamento sarebbero 232 e le ordinanze firmate e notificate soltanto 81.
La vicenda nasce in seguito ad unadenuncia anonimaricevuta daPozzuoli21.
Un ignoto interlocutore ci segnalava infatti che la sanzione accessoria della chiusura di 5 giorni conseguente alla prima infrazione di occupazione di suolo pubblico, negli ultimi anni, a suo dire,era stata irrogata solo nei confronti di cinque o sei esercizi commerciali.
Costui, ci invitava a sollecitare chi di dovere affinché si effettuasse un controllo non solo sul numero di contravvenzioni elevate agli esercizi commerciali tra il 2014 ed il 2016, ma anche sui provvedimenti di chiusura che sarebbero dovuti conseguire alla prima infrazione, così come espressamente prescritto dal Sindaco.
E per documentare quanto sostenuto,l’anonimo aveva cura di allegare un elenco di 25 esercizi commerciali, sanzionati dalla Polizia Municipale per occupazione abusiva: sanzioni cui, però, non era affatto conseguito il prescritto provvedimento di chiusura.
Per la gravità dei fatti descritti, decidemmo di inoltrare la segnalazione anonima ad unconsigliere comunaleimpegnato già in altre attività ispettive sull’operato dell’Amministrazione.
Di qui, le indagini dell’esponente politico per acquisire la documentazione dagli uffici municipali competenti, allo scopo di verificare la fondatezza di quanto denunciato.
Durante questa attività ispettiva, accadde però anche un altro fatto.
Proprionel periodo in cui l’allora esponente politico era in attesa dagli uffici di ricevere tutta la documentazionerichiesta per verificare la fondatezza della segnalazione,il sindaco Figliolia, con una disposizione del 6 settembre 2016, revocando un suo precedente provvedimento in materia (datato 10 luglio 2013) decideva infatti che la sanzione accessoria della chiusura per un periodo non inferiore a cinque giorni, doveva essere applicata solo“per le occupazioni con strutture fisse o perpetrata da soggetti già sanzionati”, mentre, in tutti gli altri casi, questa sanzione non sarebbe più stata applicata automaticamente dopo l’accertamento dell’infrazione ma doveva essere rivalutata a seconda della tipologia dell’abuso.
Nello stesso atto del settembre 2016 che annullava quello di tre anni prima, il Capo dell’Amministrazione chiariva inoltre chei provvedimenti giacenti ma non ancora mandati in esecuzionedovevano essere riesaminati e rivalutati dalla Direzione Annona alla luce delle nuove disposizioni.
Ciò si sarebbe verificatodopo 49 giorni dalla data in cui il consigliere uscente aveva richiestoal Dirigente dell’Ufficio Annona ed al Comandante della Polizia Municipale(con una mail inviata per conoscenza anche al Sindaco)l’elenco di tutte le ordinanze sindacali di chiusura delle attività commerciali dal 1°gennaio 2014 al 30 giugno 2016.
Sembra dunque cheFigliolia, in un lasso temporale successivo alla richiesta dell’ex consigliere,abbia deciso di cambiare le regole per le chiusure delle attività commerciali giustificando la sua decisione con“sopravvenuti motivi di pubblico interesse”e, cosa più importante, riconoscendo che c’erano ordinanze nel cassetto ancora non eseguite.
Tra l’altro, proprionel giorno (12 settembre 2016) in cui il Comandante dei Vigili consegnò all’esponente politico la documentazione relativa alle ordinanze di chiusura delle attività commerciali per il 2014 ed il 2015, pare che lo stesso Figliolia abbia emesso ben 12 ordinanze di chiusura nei confronti di attività commerciali per occupazioni di suolo pubblico accertate dal febbraio 2016 in poi.
Tutto questo mentrenon risultavano provvedimenti di chiusura per altre infrazioni dello stesso tipo accertate nei due anni precedenti, tra cui anche quelle per una parte delle 25 attività commerciali che, secondo la denuncia anonima pervenuta a Pozzuoli21, sarebbero state “graziate”.
Il consigliere uscenteritiene quindi di poter documentare, attraverso gli atti acquisiti presso gli uffici comunali competenti,che le ordinanze di chiusura per occupazione abusiva di suolo pubblico a Pozzuoli, tra gennaio 2014 e settembre 2016, non venivano emesse nei confronti di tutti i gestori delle attività commerciali sanzionate dai vigili urbani, ma solo per una parte di essi e, per giunta, senza rispettare nessun criterio cronologico.
Non resta, dunque, che attenderel’esito delle indagini della Procura della Repubblicaper capire se ci troviamo di fronte a fatti penalmente rilevanti o ad una enorme bolla di sapone.
Sperando che, nel frattempo, anche l’attuale classe politica cominci ad interessarsi di una vicenda così delicata e piena di punti interrogativi.
