Giovani extracomunitari costruiscono e regalano giostre per bambini ad Arco Felice
Si è svolta oggi presso l’Ex Convitto delle Monachelle di Arco Felicel’inaugurazione dellastruttura in legno realizzata da ragazze e ragazzi migrantipartecipanti allaboratorio di falegnameriaorganizzato dalla cooperativaDedaluscon la collaborazione dell’associazioneZapoi.
Tale corso è stato organizzato con il contributo del fondo regionale“Asilo Migrazione e Integrazione”ed è stato rivolto ai giovani migranti che già frequentano la scuola di italiano della stessa cooperativaDedalus.
All’interno di tale laboratorio i ragazzi hanno realizzato, con l’aiuto dei tutor dell’associazioneZapoi, unastruttura in legno dall’altezza di quasi tre metri e di oltre 4 metri di lunghezza che funge da strumento di gioco e sport per bambini e ragazzi.
La struttura è stata chiamataAGUche indialetto nigerianosignificagioco.
I pezzi componenti la struttura sono stati realizzati dai ragazzi presso il laboratorio dell’associazioneZapoi(sito a Porta Capuana in Napoli) ed assemblati nel luogo di destinazione, cioè ilgiardino dell’Ex Convitto Monachelle.
“La decisione di realizzare un manufatto che fungesse da contributo al progetto di riqualificazione dell’Ex Convitto delle Monachelle ci è sembrata un’ottima proposta da sottoporre ai ragazzi partecipanti al laboratorio– riferisce Raffaela dell’associazione Zapoi-Devo dire che dai ragazzi la cosa è stata accolta molto positivamente e dopo un sopralluogo congiunto con il Comitato si è scelto di realizzare una struttura rivolta a bambini e ragazzi”.
“I laboratori che abbiamo attivato all’interno del fondo regionale Asilo, Migrazione e Integrazione– continua Anna della cooperativa Dedalus-servono a consentire a questi ragazzi di trovare un canale d’integrazione attraverso la pratica di attività laboratoriali. Abbiamo supportato la richiesta di realizzare una struttura da donare al giardino dell’Ex Convitto delle Monachelle poiché abbiamo ritenuto molto formativa l’ottica di realizzare un circolo virtuoso di presa in carico, da parte della collettività tutta migranti compresi, dei beni del nostro territorio”.
“Come membri del Comitato Ex Convitto Monachelle– sottolinea Vincenzo, cittadino attivo del Comitato-abbiamo apprezzato molto la proposta fattaci sopratutto perché la decisione di cosa realizzare è venuta fuori in un interessante dialogo tra le necessità evidenziate dal Comitato, le idee dei ragazzi e la natura del luogo”.
“Secondo noi una collettività è costituita da tutti i soggetti che vivono il territorio e per questo abbiamo scelto di supportare il percorso di un gruppo che sta tentando di riqualificare un bene per molti anni abbandonato”, conclude Silvia, dell’associazioneZapoi.
