Grattino e multa da manicomio: a Pozzuoli succede anche questo…

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Quando il diavolo ci mette lo zampino, accadono cose talmente incredibili che diventa perfino difficile raccontarle con serietà. Come la disavventura capitata ad un giovane papà di Pozzuoli,Giuseppe Annessi, che ieri mattina si è recato adArco Felice, nei pressi del“Pareto”, per effettuare dellecomperein unnegozio di abbigliamentoe, dopo aver parcheggiato l’auto della compagna (unafiat “Panda”) e pagato regolarmente la sosta, al suo ritorno si è ritrovato con unamulta di 25 euro.

La sanzione è scattataper aver superato il tempo di sosta consentito dall’importo versato.

La situazione però è davvero grottesca.

Innanzitutto perché l’automobilista giura di aver“esibito il grattino sul parabrezza dell’auto e davvero non capisco come sia stato possibile non vederlo”.

Ma soprattutto perché lamulta(tra l’altronon firmatain calce da chi l’ha effettuata) è scattataalle 10.42,ossia37 minuti dopo l’orario di inizio validità del grattino, fissata dalla macchinetta alle10.05.

Tuttavia, la circostanza più incredibile è cheil distributore automatico di grattini, a fronte dell’inserimento di una moneta da 1 euro, ha concesso 90 minuti di sosta al nostro automobilista, ossia dalle 10.05 alle 11.35!

Sappiamo infatti che, dadieci giorni, dovrebbero essere stati tarati tutti questi apparecchiper fare in modo che la prima ora di sosta  costi soltanto 50 centesimi e dalla seconda ora in poi si paghi 1 euro, così come è stato recentemente stabilito da Amministrazione e Consiglio Comunale.

Non essendo previsto il  pagamento per frazione di ora, è dunque anomalo che le macchinette concedano 90 minuti di sosta a fronte del solo pagamento di 1 euro anziché di 1 euro e 50 centesimi (50 centesimi per la prima ora e 1 euro per i trenta minuti dell’ora successiva, che viene sempre conteggiata come ora piena).

Evidentemente ci sono ancoraproblemi con questi aggeggie sarebbe opportuno che dal Municipio li risolvessero in fretta per evitarecontenziosi.

Il giovane papà multato, infatti, medita di ricorrere contro questa contravvenzione.

“Mi costerà più della multa– ci dice Giuseppe –ma per me è una questione di principio: voglio andare fino in fondo alla cosa”.

Mettiamoci nei suoi panni: come dargli torto?