“Mare negato ai disabili tra Arco Felice e Lucrino”: un genitore denuncia il Comune e i gestori di sei lidi

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SullitoraletraArco FeliceeLucrinonon c’è solo il problema (su cui indaga la magistratura) dellebarriere abusiveche impediscono illibero accesso alla spiaggiaa chi può muoversi sulle proprie gambe, ma anche la sostanzialeimpossibilità di fruire del mare per i diversamente abili.

A denunciarlo èPeppe Abbate(dipendente comunale in pensione e padre di un 40enne affetto da tetraparesi spastica), giàprotagonista tre anni fa di una clamorosa protesta per l’abbattimento delle barriere architettoniche al cimiteroed ora firmatario di unesposto indirizzato alla Procura della Repubblica di Napoli, ai carabinieri, alla capitaneria di Porto, ai vigili urbani e alla polizia.

Nel mirino di Abbate ci sonol’Amministrazione Municipalee ititolari di sei stabilimenti balneari(Marena,Movo,Kora,Alma,Lo ScoglioeLido Napoli), colpevoli, a suo dire, di non rispettare i diritti più elementari dei disabili.

“Il tratto di litorale tra Arco Felice e Lucrino è del tutto inaccessibile per i disabili, insistendo numerosi ostacoli ed essendo del tutto assenti passerelle ed infrastrutture atte al superamento delle barriere architettoniche– scriveAbbate (nella foto)nel suo esposto-Sono impraticabili per i disabili in quel tratto di costa gli stabilimenti balneari Marena, Movo, Kora, Alma, Lido Lo Scoglio, Lido Napoli così come i pochi tratti di spiaggia libera. Nonostante le norme vigenti obblighino Enti e gestori all’abbattimento delle barriere architettoniche, questi luoghi sono inaccessibili per chi ha bisogno della sedia a rotelle, non essendoci percorsi idonei e dedicati. Mancano inoltre i servizi igienici e le docce per diversamente abili così come sono del tutto assenti percorsi per accedere alla battigia. Lo stesso sottopasso della ferrovia Cumana alla fermata di Lucrino, via di accesso alla spiaggia libera e alla linea di costa, ha pendenze non idonee ai transiti in sedia a rotelle, oltre a presentare un cancello a ridosso dell’ingresso alla spiaggia, che risulta un ulteriore ostacolo. L’accesso al mare è un diritto di tutti i cittadini, troppo spesso negato dal mancato rispetto delle norme da parte dei gestori. Come ogni diritto riconosciuto in maniera universale, non può prescindere da una condizione di equità che garantisca il suo esercizio al di là della condizione soggettiva in cui ognuno si ritrova”.

“Se per i cittadini normodotati il diritto al mare è spesso inosservato– concludeAbbate–  a coloro che invece hanno forme di disabilità più o meno gravi, questo è del tutto negato per le mancanze del Comune e dei gestori. Si richiede pertanto l’intervento ad ognuno dei destinatari, per quanto di competenza, per porre fine a questa condizione fortemente discriminatoria”.