Afa e puzza di fogna: nel mercatino dello scandalo si sviene!
Se c’è un“capolavoro”(il più“riuscito”) diincompetenza,superficialitàespreco di danaro pubblicoche l’Amministrazione Figlioliadovràvergognarsi per sempredi averautorizzato e pagato, questo è ilnuovo mercatino al dettaglio di via Fasano(riaperto il 31 gennaio 2014 –anche se inaugurato solo il 18 febbraio di due anni fa – dopo la chiusura per motivi igienico-sanitari avvenuta il 12 aprile 2013).
Unoscandalosu cui indaga lamagistratura, costato alla collettivitàlacrime e sangue(1.241.701,92 euro, più del doppio dei 570mila euro stanziati inizialmente per questi lavori e, tra varianti e oneri aggiuntivi,il 360% in più rispetto ai 345.267,36 euro dell’importo iniziale dopo il ribasso d’asta) ritenuto addirittura da un tecnico“la più grande costruzione abusiva della storia di Pozzuoli negli ultimi 60 anni”, ma soprattutto pieno diproblemi, specie nel capannone riservato all’ortofruttae aglialimentaristi.
Pavimentazione inadeguata(distrutta fin da subito e giàrifatta inutilmente, a spese dei puteolani),buchi nel soffitto(da dove entra acqua quando piove), ma soprattutto uncaldo infernale in estate.
Colpa dellatettoia in plexiglass– che crea un tremendoeffetto serra– e della mancanza di unqualsiasi sistema di aerazione, sia naturale che artificiale.
Chi va a fare acquisti lì in questo periodo dell’anno sa di doverentrare in un fornoe sa che può ancheperdere i sensi, come stacapitando purtroppo ormai quasi ogni giorno, specie alle persone più anziane.
A tutto ciò si aggiunge unfetore insopportabileche, secondo i cartelli affissi dagli stessi venditori del mercato, sarebbe originato dalla“mancata sifonatura delle fogne”.
Gliambulanti sono disperati: oltre ad essere costretti a lavorare in condizioni disumane, perdono clienti e incassi proprio perché lì dentro è un sacrificio enorme dover sostare anche pochi minuti, ma in compenso non possonosgarrarenei pagamenti al Comune (che li ha messi in questa situazione) altrimenti rischiano di vedersi sospesa l’autorizzazione ad esercitare la propria attività.
Illoro sindacatoè sul piede di guerra:“Siamo stufi di dover segnalare sempre le stesse cose alla parte politica ed a quella dirigenziale senza che si risolva un bel niente– ci diceAldo Marcellini, coordinatore nazionale diUnimpresaper il commercio su aree pubbliche –Lunedì chiederò al Sindaco un incontro risolutivo sulla questione e se non accadrà nulla nemmeno in questa occasione, metteremo in atto tutte le forme di mobilitazione che la legge ci consentirà. Perché una cosa è certa: così non si può andare avanti”.
