Cumana di Lucrino: nel sottopasso si rischia la vita!

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Lui si chiama Saviano Panico, è il titolare delbar della stazioneCumana di Lucrinoe non sa più a chi rivolgersi per tentare di risolvere un problema non da poco che affligge proprio questo tratto di linea ferrata.

Ha infatti scritto ripetutamente allaRegione, all’Eav, alComune, aivigili urbani, aigiornalie non gli resta che denunciare il caso allaProcura della Repubblica.

Ma prima vuole tentare l’ultima strada mediatica, attraversoPozzuoli21.

E, da questo blog, spiega come ilsottopassaggio della stazione di Lucrino, da che è stato realizzato soltanto come attraversamento pedonale, col tempo èdiventato anche carrabile, cioèusato (ovviamente in modo abusivo) alla stregua di una vera e propria strada da alcuni mezzi di locomozione.

“E’ una situazione di altissimo pericolo per i viaggiatori–afferma il commerciante-in quanto le scale di accesso ai marciapiedi della stazione sbucano a 90 gradi e senza alcuna visuale di eventuali auto in transito. Il sottopasso è largo circa due metri e mezzo, per cui un qualsiasi furgone o auto di grosse dimensioni lo occupa totalmente”.

Il signor Panico si dice“preoccupato per i suoi familiari che utilizzano normalmente la Cumana”ma rivela di essere anche“continuamente sollecitato da tutti gli altri viaggiatori, in quanto, essendo il gestore del bar della stazione, unica persona presente, è il terminale di ogni commento e di ogni lamentela dei pedoni, che all’improvviso si vedono pressati da auto, camioncini, motorette che transitano illegittimamente nel sottopasso”.

“La Cumana–prosegue l’autore dell’esposto-a più riprese ha posto dei paletti mobili, il Comune ha più volte posto dei segnali di divieto di transito veicolare, ma ignoti rompono paletti e segnali. Deve scapparci il morto? E’ necessaria una tragedia? Solo allora forse i responsabili troveranno i facili e necessari correttivi per eliminare gli incombenti pericoli”.

Giriamo l’sos a chi di dovere, nella speranza che si assumano provvedimenti più incisivi per scongiurare il peggio.