Gelo nel Pd dopo l’ultimo “nuovo acquisto” di Figliolia
Lo aveva comunicato lui stesso attraversoFacebook, annunciando la sua gioia per aver chiesto di aderire al Pd.
Ma è durata appena sei giorni la luna di miele traAntonio Villanie ilpartito Democratico.
Il consigliere eletto nel 2017 con la civica“Idea Pozzuoli”(579 i voti di preferenza ottenuti quattro anni fa) deve infatti fare i conti contre colleghi del nuovo gruppo che non lo vogliono.
Un rifiuto non dettato certo da motivazioni personali, ma da un ragionamento politico che rappresenta l’ennesima puntata di unoscontro senza esclusione di colpitra il sindacoEnzo Figlioliae l’attuale presidente consiliare (nonché aspirante futuro candidato sindaco)Gigi Manzoni.
La sostanza dei fatti è semplice:Villani(nella foto)è arrivato tra i Democrat in quota “Figliolia” all’insaputa dell’area “Manzoni”.
Un qualcosa a metà tra la“scorrettezza”e la“provocazione”che lo stessoManzoniha rinfacciato senza peli sulla lingua alcapogruppo Mariano Amirantenel corso dell’ultima riunione di gruppo, tenutasi un paio di giorni fa.
Vertice in cui doveva essere votato propriol’ingresso di Villani nel gruppo consiliare Pde che ha visto gli eletti del partito spaccarsi indue tronconi.
Da una parte i “manzoniani” (oltre aManzoni –nella foto–,Maria Rosaria TestaeSalvatore Caiazzo) che hanno posto unaquestione politicasottolineando che certe decisioni (specie quando contribuiscono ad alterare gli equilibri interni tra “correnti” ponendone una in vantaggio numerico sull’altra) vanno prima condivise con il direttivo del partito e poi ratificate dal gruppo e dall’altra i “figlioliani” (il capogruppoAmirante,Marzia Del VaglioeMimmo Pennacchio) che si sono appellati alregolamentochiedendo ed ottenendo di andare democraticamente al voto nel gruppo per approvare o bocciare l’ingresso di Villani.
Voto che ha avuto un esito finale scontato:tre consiglieri a favore (Amirante, Del Vaglio e Pennacchio) e tre contro (Manzoni, Testa e Caiazzo).
Una parità perfetta se non fosse che, in casi del genere, la decisione finale spetta al capogruppo.
Capogruppo che ha dichiarato di volersi assumere la responsabilità della scelta ma che, fino al momento in cui scriviamo, questa scelta non l’ha ancora ufficializzata all’intero gruppo consiliare.
L’unica certezza è ilmalumore(l’ennesimo) che questa vicenda ha creato sia nelgruppo consiliare del Pdsia tra idirigenti locali del partito.
Un pessimo viatico per letrattative di coalizioneche dovranno portare all’individuazione delfuturo candidato sindaco(che il partito Democratico vuole esprimere) e che vedeFigliolia(fuori gioco dalla fascia tricolore alle prossime elezioni della primavera 2022 per esaurito limite di mandati consecutivi ma in piena attività per designare un “successore” di fiducia) eManzoni(che coltiva da anni la sua ambizione di diventare primo cittadino) impegnati in un braccio di ferro a distanza in cui tutto è possibile: a partire dalle“primarie”.
