Giallo “cazzotto” per il carcere femminile: va tutto bene per Comune e Sovrintendenza?

Immagine non disponibile

Sfidiamo chiunque sia passato negli ultimi tempi pervia Pergolesia non essere rimasto colpito dalnuovo look cromatico della facciata esterna del carcere femminile.

L’ingresso del penitenziario ha infatti cambiato colore, passando dal bianco ad ungiallo di gradazione molto forte.

Che sia una tinta bella o brutta in assoluto, non spetta a noi dirlo: il giudizio estetico, si sa, è qualcosa di molto personale, essendo legato ai gusti che ciascuno di noi ha.

Mache quel colore, in quel contesto, rappresenti un pugno nell’occhio dal punto di vista paesaggistico, è un fatto incontestabile.

Per dirla in termini poco urbanistici e molto popolari“non ci azzecca proprio”, benché sia uno dei colori distintivi (insieme al blu) della nostra città.

Non sfugge a chi scrive (ma anche a chi legge) che il nostro territorio siasupervincolato dallo Stato per le bellezze storiche, naturali, artistiche e archeologiche che lo caratterizzano.

E che, di conseguenza,ogni più piccolo cambiamento, specie se effettuato in zone  o immobili di comprovato “pregio”, debba essere sottoposto al parere preventivo di una delle Sovrintendenze preposte a valutare l’impatto di questi mutamenti sull’ambiente circostante.

La domanda dunque è proprio questa:chi è titolato a rilasciare queste autorizzazioni, non ha avuto nulla da obiettare sul nuovo colore della facciata esterna del penitenziario femminile di via Pergolesi?

Vatutto bene anche per il Comune di Pozzuoli?