IL CASO/ “Io, 74 anni, vivo semiparalizzata e da tre mesi l’Asl mi ha tolto anche le fisioterapie: aiutatemi o mi ammazzo!”

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Precisamente, dalcivico 4divia Salvatore Di Giacomo,dove abita la signorinaCamilla Testa.

Camilla ha 74 anni e, da quando ne aveva 14, è affetta da unamalattia che le ha pressoché paralizzato entrambe le gambe.

Una patologia che, come è facile immaginare, le crea tantissimi problemi pratici nell’arco dell’intera giornata.

E anche se, all’esterno delle mura domestiche, riesce a spostarsi con un mezzo a due ruote appositamente realizzato per chi è affetto da questo tipo di handicap motorio, quando è in casa si consuma il suo calvario.

Difatti,Camilla vive col cordless ed il cellulare sempre a portata di mano perché potrebbe aver bisogno di aiuto in qualsiasi momento e fa la spola tra poltrona, carrozzina, sedia, divano e girello.

Ad aiutarla, quando possono, ci sono ivicini,alcuni parentie un’operatrice socio-sanitaria, la signoraCarmela Imperatrice, che lavora per conto di unacooperativa(laProodos) incaricata, per conto deiservizi sociali, di svolgereassistenza domiciliare integrata a favore degli anziani non autosufficienti in tutta l’area flegrea.

Carmela si è immedesimata nella drammatica situazione e sta vicino a Camilla anche più del doppio rispetto alle otto ore settimanali previste dal suo contratto.

E questo “straordinario” lo fa gratuitamente, per volontariato, avendo compreso le gravi difficoltà dell’anziana, che,con una pensione di 900 euro al mese e 410 di pigione da pagare,non può certo permettersi di sborsare denaro per badanti o collaboratori domestici.

Da aprile, però,la signorina Testa è ostacolata anche dalla burocrazia sanitaria.

Ilcentro di riabilitazioneche le forniva un fisioterapista per due ore a settimana,le ha infatti sospeso il trattamentoperché lastruttura ha superato il tetto massimo di prestazioni previsto dall’Asle dunque non può più garantire il servizio fino a nuove disposizioni.

Camilla, attraverso il suo “angelo custode” Carmela,ha provato anche a rivolgersi ad un’altra azienda convenzionata per la terapia domiciliare, ma ha ottenuto la stessa risposta:“Ci dispiace, abbiamo montagne di richieste come la sua ma l’Asl ha fermato tutto e non abbiamo disponibilità.  Se tutto va bene, se ne parla l’anno prossimo”.

“Senza fisioterapie le mie gambe si gonfiano e rischio di restare inchiodata per sempre su una poltrona– ci diceCamilla, sofferente e disperata –Già soffro da 60 anni per questa maledetta malattia che mi ha colpito quando ero nella fase dello sviluppo,se devo fare pure questa fine mi ammazzo. Chi può mi aiuti. Purtropponon mi trovo nelle condizioni di poter ricompensare questi aiuti con il denaro,ma ho bisogno di terapie e di assistenza per quando Carmela non c’è, già fa tanto per me, non posso chiederle altri sacrifici.Ve lo chiedo con il cuore, non lasciatemi sola!”.

Camilla ci ha autorizzato a pubblicare anche ilsuo numero di telefono: 340/6218204.

Ci auguriamo chequalche persona di animo buono possa raccogliere il suo appello e supportarla concretamente senza nulla pretendere.

Ci preme anchescoraggiare eventuali sciacalliche volessero approfittare della situazione (ci sono anche queste persone sulla faccia della terra, purtroppo): la signora è molto “monitorata”, vi scoprirebbero subito…