Il Rione Terra finirà nelle mani di chi porta i soldi nei paradisi fiscali?

Il Rione Terra finirà nelle mani di chi porta i soldi nei paradisi fiscali?

Sono note sia le imprese che hanno partecipato al bando per la concessione diRione Terra, sia i membri della commissione che dovrà decidere chi, fra questi concorrenti, sarà il concessionario

È dunque possibile una valutazione complessiva sull’andamento della “concessione”

Con la “determina” 1689 del 5 agosto 2021 l’Amministrazione si assegna il compito di:“affidare in concessione … Rione Terra …ai fini della (sua) promozione turistico- culturale”(punto 2 di pagina 6 della “determina”)” rendendo … Rione Terra un attrattore turistico/culturale di respiro internazionale”(punto 4 di pagina 3) e si prefigge di raggiungere tale obiettivo attraverso la“diffusione del procedimento di evidenza pubblica, di talché il mondo imprenditoriale mondiale possa conoscere l’iniziativa …”(punto 1 di pagina 5) garantendo“un’elevata qualità non solo del concessionario …”(righi 11 e 12 di pagina 4).

Ora, scorrendo gli appositi registri e/o siti che illustrano le caratteristiche delle imprese che hanno partecipato al bando costituite in associazioni temporanee d’impresa o in società, si vede:

1) che son quasi tutte imprese locali o regionali; la più “lontana” ha un’attività in Lombardia; un paio hanno sede legale in Lussemburgo, noto paradiso fiscale;

2) che nessuna è impegnata in attività di valorizzazione culturale di siti di pregio storico, archeologico, ambientale;

3) che nessuna è impegnata, a livello internazionale, in attività turistico ricettive;

Altro che valorizzazione turistico-culturale operata da concessionari selezionati nell’imprenditoria mondiale.

Leggendo le qualifiche dei membri della commissione che dovrebbe valutare questi partecipanti si vede che non vi è un esperto di valorizzazione culturale dei siti di pregio, né un esperto di turismo internazionale e di gestione dei suoi flussi.

Dunque le realizzazioni della procedura di concessione sono molto al di sotto degli obiettivi che si era prefissa l’Amministrazione stessa, la quale, a questo punto e insieme alla commissione preposta, dovrebbe constatare l’insuccesso dell’iniziativa e non procedere ad alcuna concessione.

Una considerazione sullo stesso tema dovrebbero fare le Soprintendenze preposte alla tutela dei beni archeologici e ambientali esposti, per come stanno le cose circa Rione Terra, al rischio di una “valorizzazione” molto al di sotto della qualità e delle potenzialità del sito.

Una riflessione particolare sul caso, dovrebbe fare la Regione Campania, che ha diretto su Rione Terra flussi finanziari di centinaia di milioni di euro.

Un investimento poderoso che non può rischiare il “sottoutilizzo” che i fatti lasciano temere.

Per quanto riguarda l’Appello, ribadite le critiche alla concessione e alle sue modalità, siamo impegnati a portare il caso, nel modo più ampio possibile, non solo all’attenzione dei cittadini, veri proprietari – in ultima analisi – del Rione Terra, ma anche all’attenzione di tutte le Istituzioni che possono avere un ruolo in questa vicenda: da quelle europee a quelle nazionali, da quelle politiche a quelle tecnico amministrative.

*comunicato stampa di Appello per il Rione Terra