“Lido Napoli: vi racconto la disavventura che mi è capitata…per un problema di salute con mio figlio!”
Definire increscioso l’episodio che stiamo per raccontarvi è davvero poco.
A denunciarlo, attraversoFacebook(sul popoloso gruppo“Sei di Pozzuoli se…”) è stata unagiovane donna puteolana,madre di un bambino affetto da insufficienza renale cronica.
Il piccolo, a causa di questa patologia, ha bisogno diassumere cibi e bevande speciali.
Purtroppo però,nel luogo in cui la signora e i suoi figli si sono recati per trascorrere una giornata al mare,non è stato possibile entrare per il divieto assoluto di introdurre bibite e alimenti dall’esterno.
E’ accaduto allido Napoli,dove il regolamento stabilisce proprio questa limitazione, estremamente penalizzante per chi non ha la fortuna di poter bere e mangiare qualsiasi cosa.
“Avevamo una borsa frigo conla nostra acqua particolareed ilcibo aproteico– racconta la donna attraverso il social network-Giuro,nessuna teglia di pasta al forno e acqua in plastica. Volevo rivedere quella parte del Lido di Napoli dove sono cresciuta. Ma lascortesia del ragazzotto all’entrata, ha rotto tutta la magia.‘Mi sa che non ha letto il regolamento!’, mi dice. Gli replico:‘Mi scusi, cosa intende?’. Alla mia risposta titubante la tracotanza aumenta e con un sorriso brillante aggiunge:‘Anzi credo che lei qui non ci sia mai venuta!’. Mi tratta come l’ultima delle pezzenti. Ebbene, mio caro addetto allo sportello che in un’intera estate non becchi neanche la metà del mio stipendio, ringrazia la mia voglia di passeggiare verso il Lido Montenuovo, dove la cordialità, la gentilezza e l’educazione sono state la base fondamentale di una giornata a dir poco meravigliosa.Ringrazia la mia diplomazia, la mia voglia di sentirmi una persona normale. Perché se solo uno di questi fattori l’altro giorno fosse venuto a mancare, la certificazione diInsufficienza Renale Cronica di mio figliol’avresti avuta stampata in fronte…stile francobollo!Inibire il consumo di acqua è uno scandalo. Non è una questione di sicurezza. Esigereste la plastica. Invece no. Il lucro e’ alla base di tutto. Bambini, a 40 gradi: e se avessi dimenticato il portafogli? Digiuno? Disidratazione? Nonostante tutto vi auguro un grosso in bocca al lupo per i vostri affari. Ne avete veramente bisogno!”.
Questa la sconcertante versione dei fatti pubblicata dalla donna.
A parlare èGigi Aucelli,direttore del Lido Napoli:“Dispiace che la signora sia andata via, ma, a quanto mi risulta, si è trattato soltanto di undifetto di comunicazione durante la fila alla cassa. Se il personale fosse stato messo a conoscenza della situazione, sicuramente non ci sarebbe stato alcun problema. Noinon vogliamo costringere nessuno a comprare cibi e bevande presso la nostra struttura, tanto è vero che chi vuole pranzare altrove è liberissimo di uscire dal Lido e poi rientrare esibendo lo scontrino di ingresso–prosegue Aucelli-Vietare di introdurre borse con bibite e vettovaglie dall’esterno è soltantoun modo per evitare di produrre troppi rifiuti e, diciamo la verità, funge anche dafiltro per selezionare la clientela.Ma chi ha esigenze particolarida questo punto di vista, a cominciare dall’alimentazione dei bambini,non è stato mai messo nelle condizioni di andare via. Approfitto di questo vostro articolo per porgere a questa signora lenostre scuse per il malintesoe per dirle che, se desidera tornare al Lido Napoli con la famiglia, sarà mia ospite e le dimostreremo che l’impressione negativa ricevuta è stata solo frutto di un antipatico equivoco”.
Non resta che aspettare l’epilogo di questa vicenda: la signora accetterà le (doverose e, comunque, non scontate) scuse del direttore dello stabilimento balneare oppure per lei il Lido Napoli è già un “capitolo chiuso”?
