Mare “disinquinato” in dieci giorni: Figliolia e Cutolo, non potete cavarvela così!
Il fatto lo conoscete tutti e riguarda la salute deltratto di marecompreso tra leStufe di Neroneed ilLido Augusto.
Segmento di litorale protagonista di un vero e propriomistero, alimentato dalledueordinanze(la numero 45 del 20 maggio e la numero 47 del 27 maggio) con cui ilsindaco Figliolia,nel giro di appena una settimana, haprima vietato e poi riconcesso la balneazione nella zona.
Il tutto motivato dai rispettivi esiti didue prelievicon cui l’Arpac(agenzia regionale di protezione ambientale),nell’arco di dieci giorni compresi tra il 17 ed il 27 maggio, hadapprima riscontrato e poi successivamente smentito una forma di inquinamento fecale di quelle acque.
E’ chiaro che il susseguirsi di eventi così anomali in un lasso di tempo così breve in una porzione di costa in cui non si ricordano problemi del genere, ha ingenerato unagrande preoccupazione nel popolo dei bagnanti.
Alzi la mano chi, in questi giorni, non ha fatto almeno un“cattivo pensiero”sull’Arpac e sui grandi interessi economici che gravitano in quell’area.
C’è però un modo permettere a tacere le“malelingue”.
E l’unico modo ècomunicare ai cittadini cosa sia realmente accaduto.
Il primo a dover assolvere a questo obbligo è ilsindaco Enzo Figliolia.
Lui, in qualità di Primo Cittadino, è lamassima autorità sanitaria sul territorio, tanto è vero che si è dovuto assumere la responsabilità di firmare quelle due ordinanze in cui, nel giro di una settimana, ha dovuto smentire se stesso di fronte ai dati Arpac.
E’ però francamenteincredibileche, di fronte ad una enormità del genere, la massima autorità sanitaria sul territorio se ne “esca” con unpost su Facebookin cuiminimizza l’accadutoscrivendo che forse quanto accaduto è frutto di“mareggiate”o“condizioni climatiche”.
Figliolia, nel suo ruolo, ha ildiritto, ma soprattutto il dovere, di sapere (o di pretendere di sapere) il motivo di quell’inquinamento così grave e così passeggero da averlo costretto a rimangiarsi un divieto di balneazione in 168 ore.
Visto che, appena giovedì scorso, si è rivolto alla magistratura per chiedere il monitoraggio di un Alveo dei Camaldoli da sempre “problematico”,il Sindaco di Pozzuoli quali passi ha compiuto per accertare le cause di un inquinamento talmente rapido e mai verificatosi in passato tra Lucrino e Arco Felice?
Ha scritto in Procura? Ha chiesto l’intervento di tecnici specializzati? Ha denunciato qualcosa o qualcuno? Ha provveduto a far eliminare quella fonte di veleni?
Un intervento del Sindaco in tal senso è non solo doveroso ma anche indispensabile nel momento in cuisi stanno spargendo vociche attribuiscono quanto accaduto ad uncattivo funzionamento di pompe di sollevamento del Comune, così come scrive suFacebookil signorMatteo Cutolo, il quale, per il cognome che porta e per l’attività che svolge, in teoria dovrebbe avere informazioni abbastanza attendibili su quel tratto di mare.
Se c’è stato davvero un guasto del genere, dobbiamo sapere cosa lo ha causato e se è stato riparato in modo da non creare più fuoriuscita di liquami.
E, comunque, laconoscenza di cosa sia realmente successomette in condizioni il cittadino di farsi anche un’idea sull’effettiva “temporaneità” del pericolo evitando così di creare unpericoloso effetto psicosiprovocato proprio dalla mancanza di informazioni ufficiali in merito.
Il sindacoFiglioliaquindisi attivi(se non lo ha già fatto) in tal senso e cifaccia sapereal più presto cosa ha prodotto il suo farsi parte diligente: e si ricordi cheil ruolo istituzionale da egli ricoperto non contempla mai la vaghezza che si può concedere all’uomo della strada, bensì risposte serie, puntuali e precise.
Ma anche ilconsigliere comunale Mario Massimiliano Cutolodeve darci delle spiegazioni convincenti.
Lui, eletto dal popolo ma al contempo rappresentante di una famiglia di imprenditori che fa business sul litorale tra Lucrino e Arco Felice, deve dircicom’è possibileche, così come egli stesso ha scritto sul proprio profilo Fbgiovedì 26 maggioalle 10.53,dagli “uffici preposti” dell’Arpac qualcuno gli abbia anticipato l’esito delle “controanalisi” che avrebbero portato poi il sindaco Figliolia a revocare, il giorno successivo, il divieto di balneazione!
Nell’ordinanza che riapre quel tratto di mare ai bagnanti (ordinanza che fino al momento in cui scriviamo non è ancora in vigore in quanto nessuno si è preso ancora la briga di pubblicarla sull’Albo Pretorio del Comune di Pozzuoli: altro aspetto davvero incredibile di questa vicenda…) c’è infatti scritto chei nuovi prelievi Arpac sono stati effettuati soltanto il 27 maggio.
Lungi da noi pensare che questa datazione sia un falso.
Ma se non siamo di fronte a un “pezzotto”, vuol dire allora chel’Arpac ha dunque “profetizzato” il verdetto a Cutolo con 24 ore di anticipo?
Un’ipotesi che apre la strada ascenari inquietanti.
Su cui è fondamentale fare luce al più presto.
Altrimenti nessuno avrà ragione di lamentarsi se il popolo nutrirà i peggioriretropensieripossibili su questa situazione.
