“Portatemi via mio figlio, devastato dalla droga: è pericoloso per sé e per gli altri!”
Ci aveva scritto giàcinque mesi fa per chiedere aiuto alle istituzioni.
Purtroppo però, nel frattempo, non solo non è accaduto nulla ma la situazione è addirittura peggiorata.
E così,Ernesto Liardo, 71ennepensionato residente a Monterusciello(invia Giorgio De Chirico 14, nella zona dei cosiddetti600 alloggi), torna a contattarci per lanciare un secondo appello, altrettanto disperato, affinchèsuo figlio Antonio, 42 anni, disoccupato e tossicodipendente, possa essere ricoverato e “ripulito” dalla droga.
Quello della famiglia Liardo èun caso allucinante.
Ernesto e sua moglie Assunta, infatti, devono prendersi cura di un altro figlio, cerebroleso, che va accudito 24 ore su 24.
E non riescono a frenare le scorribande diAntonio, che proprio per evitare il peggio con i genitori ed il fratello disabile (ha già picchiato più volte la mamma, “colpevole” di non potergli dare i soldi per comprare le sigarette),vive in uno scantinatoattiguo alla casa in cui abita il resto della famiglia: ma,nei suoi frequenti raptus di violenza, specie durante le frequenti crisi di astinenza, mette a repentaglio la sua incolumità e anche quella di chiunque abbia la sfortuna di incontrarlo, arrivando perfino a“molestare i bambini”e a“compiere atti osceni per strada”, così come ha già denunciato pubblicamente il papà.
Nella seconda lettera che, tramite un conoscente, ci ha fatto pervenire ieri, il signor Ernesto ci “aggiorna” sulle condizioni del figlio e ci scrive cheAntonio“dopo tanto girovagare nei posti più zozzi e luridi, adesso è ricoverato all’ospedale La Schiana a seguito di intervento del 118 e dei Carabinieri(era svenuto per strada, n.d.r.).Con tutte le segnalazioni fatte al Comune, ai Carabinieri, alla Polizia eccetera, nulla è cambiato. Pertanto, Le chiedo un ulteriore aiuto affinché con i Suoi articoli si possa sensibilizzare chi di dovere per poterlo ricoverare in una struttura adeguata ai suoi problemi”.
Il padre di Antonio aggiunge che“durante questi mesi, mio figlio è stato picchiato più volte a seguito delle tante manifestazioni anomale dovute al suo stato. Ed ancora, gli sono stati incendiati gli abiti e le scarpe da sconosciuti. La gente del luogo è esasperata e non regge più la sua presenza”.
LA LETTERA DEL PADRE DI ANTONIO
Ci domandiamo a che punto si debba arrivare per ottenereun intervento delle autorità.
E seè mai possibile che non ci sia alcun modo per prevenire un epilogo che sa tanto di tragedia annunciata.
