Tumori, disastro ambientale e malasanità: associazioni e sindacati vogliono incontrare il Procuratore della Repubblica

Tumori, disastro ambientale e malasanità: associazioni e sindacati vogliono incontrare il Procuratore della Repubblica

I presidenti di noveassociazionie duedirigenti sindacalichiedono di essere urgentemente ricevuti dalProcuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli.

E lo fanno attraverso la stampa, divulgando il contenuto di una lettera inviata proprio al capo dei magistrati partenopei,Giovanni Colangelo.

L’iniziativa è sottoscritta daCiro Di Francia(Osservatorio Tutela Ambiente e Salute),Giovanna Di Francia(Acli Dicearchia Pozzuoli),Peppe Esposito(Cisl flegrea),Giovanni Visone(Uil flegrea),Nicola Olivieri(Associazione per il Meridionalismo Democratico),Lucia De Cicco(L’Eco della Fascia Costiera),Vincenzo Russo(Rinascita Campi Flegrei),MariaRosaria Luongo(Legambiente “Quartum”),Vincenzo Crosio(Centro Studi “Sandro Pertini”),Cristina Canoro(Legambiente Campi Flegrei),Luisa PerfettoeArturo Delogu(“Artemide”).

Tutti insieme denunciano“gravi omissioni dei rappresentanti istituzionali ai vari livelli”e chiedono alprocuratore Colangelo“un incontro urgente per una tempestiva iniziativa finalizzata ad evitare condizioni che possano compromettere la salute di diverse migliaia di cittadini”.

I firmatari dell’appello affermano che“l’Istituto Superiore di Sanità, attraverso un rapporto pubblicato a dicembre 2015, ha confermato ilnesso di causalità esistente tra il disastro ambientale e l’incremento delle patologie oncologiche, soprattutto per i giovani fino a 14 anni, a seguito della grave emergenza dei roghi e dei rifiuti tossici”; che“la legge numero 6 del 6 febbraio 2014, che ha stanziato 50 milioni di euro per accertare eventuali danni provocati alle popolazioni delle province di Napoli e Caserta, nonché di Taranto, è ad oggi completamente inapplicata, senza peraltro conoscere la destinazione dei fondi stanziati”; che“nonostante l’entrata in vigore della legge numero 68 del 22 maggio 2015, si registrano quotidianamente iroghi tossici, che provocano non solamente danni alla salute ma condizioni di invivibilità per i cittadini”; che“all’Asl Napoli 2 Nordnon sono avviati i LEA (Livelli Essenziali Assistenza), individuati dal Ministero della Salute per tutto il territorio nazionale per attuare una seria prevenzione, per alcune

fasce di età, attraversomammografia,pap-teste ricerca disangue occulto nelle feci”; che“nonostante continui solleciti al Presidente dellaConferenza dei Sindaci, al Commissario Straordinario dell’Asl Napoli 2 Norde al Presidente dellaCommissione Regionale della Sanità, nessun confronto è stato possibile avviare, in uno spirito di partecipazione democratica, tra i rappresentanti istituzionali e le scriventi associazioni”; che, infine,“pur avendo presentato alcune denunzie, ad oggi non si è pervenuti a risultati concreti, almeno per far veicolare messaggi positivi che possano tranquillizzare i cittadini”.

“Tutto quello che possiamo fare da cittadini attivi lo stiamo facendo–hanno sottolineatoCiro Di Francia,Lucia De Cicco,MariaRosaria LuongoeGiovanna Di Francia(nella foto)durante la conferenza stampa di ieri in cui hanno annunciato l’esistenza di questo esposto-Nessuno ci dà risposte concrete su nulla: nè sul percolato darifiuti tossiciche dal cratere Senga potrebbe aver inquinato ilsottosuolo puteolano; né sulbioscanner, uno strumento di prevenzione che abbiamo acquistato grazie al contributo dei cittadini e abbiamo messo a disposizione in comodato d’uso gratuito all’Asl del territorio flegreo, dai cui vertici attendiamo notizie in merito dal 14 febbraio di due anni fa; né su come vengono spesisoldi pubbliciche sono sprecati o distratti per altre esigenze; né su tutta una serie di altre problematiche che, dal 18 settembre, ossia da ben quattro mesi, abbiamo chiesto in forma ufficiale di voler sottoporre agli enti preposti al governo della sanità. Interloquire direttamente con ilProcuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Napoliè la nostra ultima speranza prima di vederci costretti a dover arrivare al punto in cui non vorremmo mai giungere, ossia a forme eclatanti di protesta, mobilitazione e coinvolgimento dell’opinione pubblica…”.

LA LETTERA INVIATA AL PROCURATORE COLANGELO