martedì, Aprile 30, 2024
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“Dimostriamo allo Stato che il cancro da rifiuti esiste!”

Creare una rete di professionisti volontari (medici e tecnici) che con i propri studi possa dimostrare allo Stato la correlazione esistente tra rifiuti tossici e tumori. E’ la proposta concreta emersa dall’interessante convegno organizzato ieri sera all’Itis  da Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute e Acli Dicearchia. L’iniziativa, voluta fortemente da Ciro e  Giovanna Di Francia, (presidenti delle due associazioni) ha visto la partecipazione di circa 500 cittadini, tra i quali, purtroppo, non figurava nessun rappresentante dell’Amministrazione Comunale di Pozzuoli, che pure dovrebbe essere interessata ad un tema di così stretta attualità per la nostra comunità, falcidiata da una vera e propria ecatombe di morti per cancro.

Al dibattito (inopinatamente disertato da sindaco e assessori, ossia coloro che a Pozzuoli hanno responsabilità di governo del territorio) ha invece contribuito attivamente chi, alla tragedia in atto nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”, sta dedicando moltissime energie combattendo strenuamente per far emergere non solo la verità, ma soprattutto quei veleni che, prima o poi, potrebbero ammazzare gran parte  degli attuali sopravvissuti a quella che viene ormai comunemente definita come un’autentica “Chernobyl”.

“Il tempo delle denunce è ormai scaduto e il disastro è compiuto –ha esordito Giovanna Di Francia, presidente di Acli Dicearchia Abbiamo contato i nostri morti ma ora dobbiamo reagire per tentare di costruire un progetto contro i danni gravi, innumerevoli e mi auguro non irreversibili che sono stati provocati alla nostra terra e alla nostra salute”.

Particolarmente appassionato l’intervento di don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano senza il quale questa battaglia non avrebbe mai avuto inizio.

“Noi non siamo scienziati –ha detto il sacerdote- e dunque non possiamo dire se esiste un nesso di causalità tra inquinamento ambientale e tumori, ma è il governo e chi studia questa materia che deve darci una risposta in tal senso. Se non ci sono dati scientifici che dimostrano una correlazione del genere, non vi sono nemmeno dati che la smentiscono. E non si può rinunciare a pretendere che chi ha il compito di darci queste informazioni faccia il suo dovere. Un fatto è sotto gli occhi di tutti: qui si muore soltanto di tumore e il principio di precauzione in mancanza di certezze è stato completamente disatteso. I medici devono scendere in campo! Se il registro dei tumori non c’è, facciamocelo da noi! A Caivano l’abbiamo realizzato e non è costato un solo centesimo di denaro pubblico alle casse dello Stato. E’ bastato un medico di buona volontà che ha raccolto tutte le esenzioni ticket con il codice 048, quello per le patologie oncologiche, e ha scoperto che nell’Asl della mia zona tra il 2008 ed il 2012 le persone che si sono ammalate di cancro sono aumentate del 300%. I morti parlano meglio dei vivi –ha tuonato don Maurizio- E’ stato calcolato che ad ogni cittadino campano sono stati rubati 2 anni di vita, che salgono a 5 per gli abitanti nelle province di Napoli e Caserta. Immaginate soltanto cosa accade quando questi 5 anni li perde un bambino. Qualcuno va dicendo che nella nostra terra si muore per gli stili di vita sbagliati, per la cattiva alimentazione, per il fumo, per la mancata prevenzione. Chi sostiene questa tesi ci deve spiegare cosa fumano i bambini, ci deve spiegare a che età una donna si deve fare una mammografia se quest’esame è previsto dai 45 anni in poi e molte donne a 35 sono già ammalate di cancro. Noi stiamo lottando con la sola forza della disperazione e dobbiamo continuare a tallonare e stimolare coloro che ci governano, non ci sono altre armi a nostra disposizione e dobbiamo recuperare il tempo che abbiamo perso a non sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso convegni e cortei di protesta che su questo tema avrebbero dovuto essere molti di più. Adesso vogliamo risposte certe: dobbiamo pretendere la mappatura dei terreni avvelenati per fare in modo che non siano più coltivati per produrre alimenti. E dobbiamo provare il nesso di causalità tra rifiuti tossici e tumori. Ben vengano i pentiti di camorra. Però deve essere ben chiara una cosa: i nostri camorristi hanno occultato veleni prodotti dagli stessi che  ci hanno sempre deriso per la nostra munnezza. E tutto questo non sarebbe mai avvenuto con una classe politica attenta e presente. Dalla camorra è normale aspettarsi di tutto, ma non dallo Stato. Adesso siamo noi che abbiamo il dovere di cominciare a fare tutto quello che possiamo fare, ma dobbiamo stare tutti insieme e dobbiamo farlo per noi e per i nostri figli”.

Dalle parole di Don Maurizio sono scaturite le proposte lanciate dagli altri relatori.

E’ stato ad esempio l’avvocato giuslavorista Domenico Carozza a sottolineare la necessità di creare appositi sportelli in cui tecnici (ingegneri ambientali e agronomi, in particolare) e medici volontari possano operare “per far emergere, attraverso studi e documentazioni,  il nesso di causalità tra rifiuti e tumori, di modo che, giacchè come ha stabilito recentemente la Cassazione la prima responsabilità di tutto ciò che accade è dello Stato, ci si possa adeguatamente tutelare nei luoghi deputati”.

Il tutto, anche con la collaborazione delle scuole, come ha sottolineato il direttore dell’ufficio scolastico regionale, Diego Bouchè, per il quale “educare i bambini è il primo passo per educare gli adulti”.

Particolarmente scioccante, poi, la testimonianza dell’artista Antonio Isabettini, che ha ricordato come <<nell’aprile 1992 sul quotidiano “Il Golfo” io ed il compianto Franco Nocella denunciammo e scoprimmo l’esistenza di fusti tossici a Licola, grazie ad una lettera che un cittadino ci fece recapitare in redazione e risultava indirizzata a tutti i massimi livelli istituzionali di allora. Tutti lessero quell’articolo, ma nessuno si interessò del suo contenuto, nemmeno per farci una telefonata e chiederci cosa diavolo avessimo scritto>>.

Il dibattito (al quale era assente il sostituto procuratore generale Donato Ceglie –impegnato in Tribunale- e che ha visto anche gli interventi del comandante regionale della Forestale, Vincenzo Stabile, del professor Ugo Leone –condirettore della rivista “Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale”– e di un cittadino, Ciro, il quale ha domandato a don Maurizio Patriciello “come possiamo ancora dialogare con le stesse istituzioni che finora non ci hanno detto la verità?”) si è concluso con l’appello di Ciro Di Francia.

“Ci hanno tolto il passato ma non possiamo permetterci che ci tolgano anche il futuro –ha detto il presidente dell’Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della SaluteDobbiamo agire creando sul nostro territorio, già a partire dai primissimi giorni di novembre, lo stesso coordinamento di medici e tecnici voluto da don Maurizio Patriciello a Caivano. Sarà anche l’occasione per dimostrare che qui non esiste, come qualcuno l’ha definito, un popolo di m….che non si è ribellato. Ma io voglio anche capire per quale motivo i sindaci dell’area flegrea, che sono le massime autorità sanitarie locali, non costituiscono i Comuni parte civile nei processi in corso sui rifiuti. E voglio capire perché è calato il silenzio su quanto, proprio in questa stessa sala, a dicembre dello scorso anno, hanno detto, nel loro libro “Campania Terra di Veleni”, due scienziati del calibro di Antonio Giordano e Giulio Tarro sulla correlazione tra tumori e rifiuti tossici. Bisogna smetterla una buona volta con le passerelle politiche da una parte e le fiaccolate di protesta dall’altra. Il diritto alla salute è tutelato dalla nostra Costituzione e noi questo diritto dobbiamo riprendercelo, cominciando ad esigere che si attuino progetti di prevenzione sanitaria sul territorio. Poveri noi fin quando la politica non toglierà le mani dalla sanità! C’è chi deve attendere 2 anni per poter fare un’ecografia pur avendo familiarità con patologie tumorali. Io spero di poter mettere a disposizione di tutti, a cominciare dall’Asl Napoli 2 se formeranno medici in grado di farlo funzionare, il bioscanner, uno strumento diagnostico che qui in Campania non si conosce ma che non è invasivo e può scoprire l’esistenza di tumori invia primordiale. L’inventore di questo strumento, ce lo ha praticamente regalato al prezzo di 18 mila euro, soldi che stiamo mettendo assieme attraverso numerose raccolte di fondi (prossimi appuntamenti domenica  27 ottobre alle 19.30, presso la parrocchia di Santa Maria degli Angeli a Monterusciello, dove la compagnia teatrale “Arcobaleno Bianco” replicherà la commedia “Felici Condoglianze” devolvendo tutto l’incasso della serata, e  il 17 novembre dalle ore 16.30 alle 19 con una vendita di beneficenza presso l’abitazione in cui risiedeva la compianta Lia Di Francia –sorella di Giovanna Di Francia e figlia di Ciro Di Francia-  al civico 70 di via Vecchia San Gennaro, n.d.r.). Ecco, noi facciamo proposte concrete. Non siamo più soli con i nostri problemi, adesso siamo tutti insieme. E la politica deve sapere che sono finiti i tempi delle promesse ma sono iniziati quelli delle cose serie da fare, quelle che la gente sicuramente non dimenticherà quando dovrà scegliere in chi riporre la propria fiducia”.

Altro da aggiungere non c’è.

E’ solo il momento di agire.

Possiamo farlo tutti, ciascuno con le rispettive competenze, per costituire immediatamente questo pool di professionisti.

Serve solo la volontà.

Per salvare la nostra vita e quella dei nostri figli, non c’è bisogno di inviti.

La puerile scusa degli inviti ufficiali, lasciamola ai politici che non hanno niente di importante da dire e non sanno difendere né il proprio territorio, né la propria gente, né tantomeno la propria immagine agli occhi dell’opinione pubblica.

(fotogallery di Cesare Ampolo http://neapolisnews.ilcannocchiale.it/)

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