ESCLUSIVO/ Il boss Gennaro Longobardi è tornato in libertà
Da ieri è tornato in libertàGennaro Longobardi, capo (insieme a Gaetano Beneduce) delclan camorristicoche ha fatto il bello e cattivo tempo a Pozzuoli.
Longobardi ha infatti terminato di scontare itredici anni di reclusionea cui è stato condannato nel maggio 2003 per leestorsioni al mercato ittico(gip Aldo Esposito, pm Raffaele Marino e Antonello Ardituro), eventi criminosi da cui, come tutti i puteolani ricorderanno, partirono le indagini dellaDirezione Distrettuale Antimafiache portarono, nel dicembre 2005 (durante il primo mandato sindacale diFigliolia) alloscioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni malavitose.
Per Longobardi (che il 29 aprile ha compiuto 60 anni) è scattata la misura dellasorveglianza speciale: avrà l’obbligo di firma presso la stazione dei carabinieri di Monterusciello e di dimora a Pozzuoli, non potrà in alcun modo frequentare pregiudicati e dovrà osservare determinati orari per entrare e uscire di casa. Su di lui pende comunque ancora un altromacigno giudiziario: il processo che, dal 12 gennaio 2015, lo vedecondannato in primo grado a 14 anni di reclusione(al pari diGaetano Beneduce) per una serie diestorsioni aggravate dal metodo mafioso, imputate ai cosiddetti“Amici di Pozzuoli”.
In merito a questo verdetto, a carico di Longobardi era scattata lacustodia cautelare in carcere.
Provvedimento restrittivo di cui, però, con ordinanza del 12 aprile scorso, laprima sezione penale della Corte di Appello di Napoliha dichiarato la“perdita di efficacia”, su richiesta degli avvocati difensori del boss.
E così,Gennaro Longobardi, avendo finito di espiare l’unica condanna passata in giudicato, ha potuto riacquistare la libertà.
