Strisce “rosa” del Comune nell’anonimato (e con quali regole?)

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“Parcheggio rosa, un gesto di cortesia: c’è una mamma in attesa e questo posto è per lei”:è quanto si legge su alcunicartelli segnaletici spuntati a Pozzuoli.

Un testo e un disegno che non lasciano spazio ad equivoci: si tratta diaree di sosta espressamente riservate alle donne incinte.

Osservando le tabelle, si potrebbe pensare che sia un gesto “anonimo”.

Ma in realtà  a “partorire” la trovata (a circa cinque anni di distanza dalla clamorosa“provocazione”dell’associazioneDiversaMenteGiovani)  è stato ilComune di Pozzuoli.

In modo, per la verità, molto estemporaneo.

Al Municipio infatti nessuno ne sapeva niente (perfino il neoassessore al ramo,Roberto Gerundo, era all’oscuro di tutto) e pare che tutto sia nato da unachiacchierata tra il funzionario Elio Testa ed il sindaco Enzo Figliolia.

Unabuona ideadi cui non vogliamo assolutamente sminuire le ottime intenzioni di fondo.

Però poile cose bisogna spiegarle per bene ai cittadini.

E finora nessuno si è preso la briga di farlo, visto che,di questa iniziativa, non se ne conoscono i contenuti operativi e, stranamente, non è stata nemmeno pubblicizzata come avrebbe meritato, se non come unavecchia intenzione da parte del Capo dell’Amministrazione.

C’è un atto di Giunta, di Consiglio, una determina dirigenziale, unregolamentoche disciplina queste aree di sosta?

Quanti posti autodel genere sono previsti sull’intero territorio comunale?

Il parcheggio “rosa” èa pagamentocome una normale striscia blu oppure ègratis?

Per accedere a questo beneficio bisogna richiedere un contrassegno da esibire sul cruscotto dell’auto o è sufficiente esporre il “pancione” in bella vista, ammesso che la gravidanza sia già visibile?