Tragedia nella Solfatara, parlano i legali dei familiari delle vittime: “Giustizia per chi è morto e sicurezza nel vulcano vengono prima dei posti di lavoro persi”

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Due anni fa, il 12 settembre 2017, tutta l’Italia veniva scossa da una tragedia inenarrabile: un’interafamiglia veneta di Meolo, in vacanza, inghiottita in pochi istanti in un “buco nero” fatto prima di tutto di gravissime lacune e omissioni sul fronte della sicurezza. Il dramma dellaSolfatara.

Quella mattina iCarrerstavano visitando il celebresito naturalistico di Pozzuoliper ammirare uno spettacolo unico al mondo che però, purtroppo, si è trasformato in una trappola fatale.Lorenzo, 11 anni, precipitò in unavoragine del terrenoche si aprì all’improvviso sotto i suoi piedi e inghiottì, stordendoli con i gas del sottosuolo, anche ilpapà Massimilianoe la mammaTiziana Zaramella, precipitatisi uno dopo l’altro nel vano tentativo di salvare il figlio. Unico superstite di questa strage senza senso ilfiglioletto più piccolodella coppia, che adesso ha dieci anni, che ha visto morire sotto i suoi occhi tutti i suoi cari e che oggi, grazie alle cure amorevoli della zia, che l’ha preso in casa come un figlio, sta pian piano cercando di superare untraumache lo segnerà per sempre.

Nelsecondo anniversariodi quest’evento terribile è doveroso ricordare questa famiglia, un bimbo innocente, due genitori che non ci hanno pensato due volte e hanno dato la loro vita nel vano tentativo di salvarlo, e anche il piccolo che è sopravvissuto e che dentro porta cicatrici profonde che non si rimargineranno mai.

Ricordarli con la sobrietà, la riservatezza, la delicatezza e la dignità dimostrate in questi lunghi mesi dai loro familiari, che hanno sempre rifuggito i riflettori e i clamori mediatici del caso, anche per proteggere il bambino che si è salvato.

Ma ricordarli anche con decisione, con forza, perché il loro sacrificio non venga dimenticato e archiviato, perché la loro fine orribile insegni quanto meno qualcosa.

Nell’ambito delprocedimento penaleaperto dallaProcura di Napoli, che vede indagati per il reato didisastro colposoi vertici dellaVulcano Solfatara srl, la società che gestiva il sito,  la perizia affidata dai Pubblici Ministeri a un pool di super esperti, e illustrata alle parti nell’udienza del 10 maggio scorso, ha confermato in tutta la loro drammatica evidenza lelacune e omissioni gravissimeemerse fin da subito: la società non aveva adottatonessun presidio di sicurezzaper i lavoratori e i visitatori,nessunavalutazione dei rischi, nessun rimedio per prevenirli, nessun intervento su quella voragine che pure era presente da giorni.

E, elemento ancora più inquietante, non avevanessuna autorizzazionedel Comune: l’attività era di fattoabusiva.

Ora i familiari delle vittime eStudio3A, che li assiste, sono in attesa dell’avviso di conclusione delle indagini preliminarie della fissazione della prima udienza di un processo da cui si aspettano verità e giustizia.

Oggi a Pozzuoli lachiusura della Solfatara, postasotto sequestrodal giorno dell’incidente, è al centro di dure polemiche: si tratta di uno deivolani turisticidella zona che la città vorrebbe riaperto.

In primis la trentina didipendenti della societàrimasti senza lavoro da due anni, pure loro vittime della situazione: oggi 12 settembre si troveranno fuori dai cancelli del sito per commemorare le vittime, ma sabato 14 ci torneranno e daranno vita una manifestazione per invocare la riapertura dell’attività che dava sostentamento a loro e alle loro famiglie.

Richieste legittime, maprima di tutto sia fatta giustizia per la famiglia Carrer, e vengano realizzati (la perizia è stata affidata anche per questo) tutti gli interventi in grado di rendere sicura un’area visitata da migliaia di turisti ogni anno, per l’incolumità dei visitatori ma anche dello stesso personale che vi opera.

Non si può neanche lontanamente concepire la possibilità che vengano nuovamente messe in pericolo altre vite.

Forti di questa consapevolezza bisogna ricordare Massimiliano, Tiziana e il piccolo Lorenzo: il loro sacrificio merita rispetto.

*Studio 3A (legali della famiglia Carrer)