Figliolia si deve dimettere: ecco perché…
Come quell’allenatore che si prende i meriti delle vittorie ma quando la squadra perde dà la colpa ai giocatori, al pallone che rimbalza male, al campo irregolare, all’arbitro, o al destino cinico e baro.
Così si sta comportando ilsindaco Enzo Figliolia.
Se ha qualcosa da propagandare, assume comportamenti da leone, si atteggia a miglior amministratore della storia della città e lascia intendere di avere tutto sotto controllo.
Ma appena cominciano i guai, quel leone indomabile diventa un pulcino bagnato e, improvvisamente, assume un ruolo di spettatore in casa sua, scaricando immediatamente chiunque sia accusato di averla fatta fuori dal vaso, siano anche le stesse persone che rappresenta(va)no il suo braccio operativo nella amministrazione della cosa pubblica.
Di fronte all’inchiesta dellaDirezione Distrettuale Antimafiache sta coinvolgendo i gangli vitali del Comune di Pozzuoli (inchiesta che, peraltro, segue di appena due mesi l’ispezione ministerialein corso su tutti i conti del Comune negli ultimi cinque anni: altra “robetta” non da poco, per la verità…),Figliolia non può che prendere atto del proprio fallimento politico, trarne le immediate conseguenze e dimettersi senza indugio dall’incarico.
Direte voi,perché, visto che l’attuale Primo Cittadino non è stato coinvolto (almeno per ora) dalle indagini della magistratura?
Beh, basterebbe leggere l’elenco di atti finiti sotto la lente di ingrandimento della Procuraper capire che non siamo di fronte alla contestazione di singoli episodi, bensì ci troviamo al cospetto della censura di unintero sistema di gestione del potere, che non esclude nessun settore della vita dell’Ente.
Concapi di accusa gravissimi, come ilfalso ideologico, la turbativa d’asta, la corruzione e l’aggravante dell’aver agito con metodo mafioso o per favorire una consorteria criminale.
Una roba da far tremare le vene ai polsi.
Unasconfittaper chi è a capo di un Ente in cui si insinua anche il solo sospetto che siano accadute cose del genere.
Ma una sconfitta soprattutto per chiavrebbe dovuto e potuto impedire che maturassero le condizioni per un’indagine del genere,così enorme, così invasiva e pervasiva.
Ed è qui che scatta ildovere morale e politico che ha Figliolia in questo momento: quello delle dimissioni.
Dobbiamo essere onesti e dirci chiaramente come stanno le cose, anche perché sono certificate dagli scritti.
Figliolia, dopo dieci ore dall’avvio delle perquisizioni al Municipio, se ne esce con la classicadichiarazione di sostegno all’azione della magistratura.
Francamente, in una occasione del genere, non ci aspettavamo nulla di diverso da Figliolia, e, per la verità, forse anche da qualsiasi altro Sindaco.
Ma abbiamo il diritto e il dovere di chiederci:Figliolia, nella sua funzione di Capo dell’Amministrazione, ce l’ha o no una responsabilità politica per ciò che sta emergendo in queste ore?
E’ evidente, perché lagestione dei lavori pubblici al Comune di Pozzuoli(peraltro affidata da Figliolia e mai revocata al suo vicesindaco, cioè al numero due dell’Amministrazione,Mario Marrandino) è molto “chiacchierata” sin dai mesi iniziali di operato dell’attuale Giunta.
Enon sono soltanto “chiacchiere”, ma anche denunce giornalistiche o sui social network.
Denunce circostanziate. Puntuali. Suffragate da atti.
Sulle quali ci piacerebbe saperequali attività di controllo e vigilanza ha messo in campo il sindaco Figliolia, direttamente o attraverso la burocrazia.
Solo per faredue esempi, tra i più clamorosi.
Quali provvedimenti ha compulsato Figliolia dopo aver appreso di come ed a che prezzo sono stati eseguiti i lavori di adeguamento igienico-sanitario al mercatino alla minuta di via Fasano?
Oppurequali provvedimenti ha assunto nell’apprendere che al Comune di Pozzuoli ci sono casi in cui lavorano sempre e solo le stesse ditte, scelte sempre dallo stesso funzionario e avallate quasi sempre dallo stesso dirigente?
Figliolia non può dire di non sapere di cosa stiamo parlando.
Non può dirlo perchésarebbe scarsamente credibile (e per nulla affidabile) un Sindaco che, da un lato, conosce in tempo reale le critiche dei concittadini nei suoi confronti (con querele, minacce di querela o elezioni di domicilio pressochè “volanti”) e poi non legge articoli o denunce (alcune addirittura quotidiane, come quelle pubblicate su Facebook dall’architetto Domenico Grande) su situazioni opache riguardanti l’operato di settori dell’Amministrazione di cui egli è il Capo.
Ma non può dirlo soprattutto perché,quando, a partire da chi vi scrive (ma anche da qualche suo strettissimo collaboratore)gli è stato posto direttamente il quesito su cosa intendesse fare rispetto alle “chiacchiere” e alle denunce giornalistiche sulla gestione dei lavori pubblici o altro ancora,Figliolia ha sempre, immancabilmente, risposto la stessa cosa:“Le responsabilità penali sono personali e io non ho fatto nulla”.
Cioè ha manifestato l’intenzione dinon intervenire, ma nemmeno di denunciare.
Dalla serie:“chi è buono si salva da solo”.
Ma questo ragionamentova bene per l’uomo della strada.
Non va bene perun Sindaco, che rappresenta le istituzioni, lo Stato, il popolo ed assume, nel suo ruolo politico, non solo laculpa ineligendo(quella relativa alle scelte) ma anche laculpa invigilando(quella riguardante il controllo).
A maggior ragione se è il Sindaco del quinto comune della terza regione d’Italia.
Ancor di più se certe accuse così agghiaccianti, al Comune di Pozzuoli, fanno capolinoper la seconda volta nella storia della città.
E,in entrambe le occasioni, alla guida del Municipio c’era e c’è Enzo Figliolia.
Di qui la necessità impellente, per il“bene comune”, che egli svesta la fascia tricolore al più presto possibile.
O questo Sindaco è sfortunato oppure è inadeguato nelle funzioni di controllo e di governo.
E un Sindaco sfortunato o inadeguatopuò fare solo danni alla città.
E ci auguriamo che qualcuno, oggi pomeriggio in Consiglio Comunale, trovi il coraggio per dirgli in faccia come stanno le cose.
