I postini (privati) del Comune ci costano 22mila euro al mese: altri soldi sprecati?

I postini (privati) del Comune ci costano 22mila euro al mese: altri soldi sprecati?

Sapevate che ilComune di Pozzuoli, per inviare la propria corrispondenza ai cittadini e agli altri enti pubblici, spende complessivamente738 euro al giorno?

Magari non ci crederete, ma è proprio così.

A consegnare infatti, per conto degli uffici comunali,avvisi bonari, fatture, richieste di pagamento, avvisi di accertamento, ingiunzioni, lettere, documenti amministrativi, modelli prestampati e bollettini di conto corrente, è un’azienda privata.

Si tratta della“Nexive”, che, sette mesi fa, ha vinto l’appalto triennale bandito dal Municipio(con determina dirigenziale 1820 del 16 ottobre 2015, in forza di una delibera di giunta, la numero 133, approvata appena 4 giorni prima, il 12 ottobre) offrendo unribasso del 43,07% sulla base d’asta di 1 milione e 250mila euro più ivae aggiudicandosi il servizio per711.625 euro più iva e 7.611 euro di oneri per la sicurezza.

La“Nexive”si occupa distampare, recapitare e notificare (attraverso i propri messi) tutto ciò che parte dal Municipio, in media circa 623 documenti al giorno, tra posta ordinaria, raccomandate e atti giudiziari.

Unasceltache l’Amministrazione Figliolia ha fatto perché avvertiva la“necessità, in termini di miglioramento del livello di efficienza delle attività istituzionali dell’Ente, di aggregare in un unico contratto tutti i servizi postali affidati dal Comune di Pozzuoli”.

Una motivazione che, per la verità, appare abbastanza generica, e che magari sarebbe stato opportuno supportare con un’analisi dettagliata dei costi e dei benefìci del servizio precedentemente affidato a Poste Italiane.

Due sono infatti ledomandeche ci poniamo e che poniamo anche a sindaco, assessori, consiglieri e dirigenti del Comune.La prima:che fine hanno fatto i messi notificatori comunali?Sono andati tutti in pensione?E, se non ci sono più o sono pochi, perché non si è pensato di formare del personale municipale (o, possibilmente, provare a fare qualche assunzione) per notificare in modo certo gli atti ai cittadini senza ricorrere a costosi appalti esterni per ovviare a questa specifica carenza?La seconda:perché il Comune paga un’azienda privata per comunicare con altri enti o istituzioni? Non è forseobbligatoria la posta elettronica certificataper inviare e ricevere documentazioni nel circuito della pubblica amministrazione?Ci rifiutiamo di pensare che anche tra uffici comunali si comunichi attraverso i postini privati, masiamo certi che dal Municipio ad altri organi dello Stato i documenti arrivino proprio mediante la“Nexive”.E la PEC? Che l’hanno introdotta a fare se non per certificare l’invio e la ricezione della corrispondenza in maniera gratuita riducendo al minimo, o azzerando totalmente, i costi di stampa, spedizione e notifica degli atti all’interno della pubblica amministrazione?E’ mai possibile che un’ordinanza di cui debbano essere messe a conoscenza anche le forze dell’ordine, giunga a queste ultime tramite la posta privata e non via posta elettronica certificata?Quante lettere e quanti documenti resterebbero da notificare ad eventuali messi comunalise scomparisse dal formato cartaceo tutto ciò che si può e si deve trasmettere via PEC?Quante spese di stampa, di spedizione e di notifica si risparmierebbero in tal modo?Siamo davvero sicuri che l’affidamento esterno di questo servizio sia stata una scelta oculata e fatta con la“diligenza del buon padre di famiglia”nell’amministrare i soldi della collettività?Attendiamo risposte e saremmo davvero felici se qualcuno ci convincesse non solo dell’impossibilità di fare altrimenti ma anche del fatto che, rispetto ad un servizio “interno”, quello privato consente al Comune di risparmiare soldi.

Due sono infatti ledomandeche ci poniamo e che poniamo anche a sindaco, assessori, consiglieri e dirigenti del Comune.

La prima:che fine hanno fatto i messi notificatori comunali?

E, se non ci sono più o sono pochi, perché non si è pensato di formare del personale municipale (o, possibilmente, provare a fare qualche assunzione) per notificare in modo certo gli atti ai cittadini senza ricorrere a costosi appalti esterni per ovviare a questa specifica carenza?

La seconda:perché il Comune paga un’azienda privata per comunicare con altri enti o istituzioni? Non è forseobbligatoria la posta elettronica certificataper inviare e ricevere documentazioni nel circuito della pubblica amministrazione?

Ci rifiutiamo di pensare che anche tra uffici comunali si comunichi attraverso i postini privati, masiamo certi che dal Municipio ad altri organi dello Stato i documenti arrivino proprio mediante la“Nexive”.

E la PEC? Che l’hanno introdotta a fare se non per certificare l’invio e la ricezione della corrispondenza in maniera gratuita riducendo al minimo, o azzerando totalmente, i costi di stampa, spedizione e notifica degli atti all’interno della pubblica amministrazione?

E’ mai possibile che un’ordinanza di cui debbano essere messe a conoscenza anche le forze dell’ordine, giunga a queste ultime tramite la posta privata e non via posta elettronica certificata?

Quante lettere e quanti documenti resterebbero da notificare ad eventuali messi comunalise scomparisse dal formato cartaceo tutto ciò che si può e si deve trasmettere via PEC?

Quante spese di stampa, di spedizione e di notifica si risparmierebbero in tal modo?

Siamo davvero sicuri che l’affidamento esterno di questo servizio sia stata una scelta oculata e fatta con la“diligenza del buon padre di famiglia”nell’amministrare i soldi della collettività?

Attendiamo risposte e saremmo davvero felici se qualcuno ci convincesse non solo dell’impossibilità di fare altrimenti ma anche del fatto che, rispetto ad un servizio “interno”, quello privato consente al Comune di risparmiare soldi.