Mercatini di Natale: due sindacati e 51 commercianti chiedono al Comune di vietarli

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A differenza di tutti  (o quasi) gli altri comuni italiani, Pozzuoli quest’anno potrebbe non avere i suoimercatini natalizi.

A dichiarare guerra a quest’attività sono infatti i rappresentanti locali didue sindacati(Lello BuonodiConfesercentieAntonio LavagnadiCasartigiani) e51 negozianti del centro storico, che, il 26 ottobre, hanno protocollato in Municipio unalettera di protestaalsindaco Figliolia, agliassessori Fumo(spettacoli) eMorra(attività produttive), aipresidentidelle rispettivecommissioni consiliari(CaiazzoePennacchio), nonché a tutti i capigruppo del Consiglio Comunale.

“Ci avviciniamo al periodo natalizio, che per noi commercianti di Pozzuoli, così come per tutti i commercianti italiani, rappresenta uno tra i più importanti periodi commerciali dell’anno– si legge nella missiva –Purtroppo, come ben sapete, il settore del commercio non sta attraversando un periodo florido e sono tante leinsegne che cessano le loro attività. Questo è un problema che riguarda anche la nostra Pozzuoli, nella quale la situazione è diventata ancora più difficile da quanto il nostroCentro Storicosi è trasformato in uncantiere a cielo aperto, aggravando ancora di più le ataviche problematiche della città: mancanza diposti autoche hanno spinto la nostra clientela abituale ed ipotetica a non rivolgersi al centro storico puteolano, non avendo neanche la possibilità di unasosta breve;ingorghiche hanno reso difficile se non impossibile la viabilità; l’inesistenza di unpiano marketingfatto di eventi ed iniziative non commerciali, per invogliare il consumatore ma anche il turista a riscoprire Pozzuoli. Per tutto questo–  si conclude la lettera-le scriventi organizzazioni sindacali chiedono che,per le festività natalizie, non vengano concesse autorizzazioni a mercatini o fiere in prossimità del centro storico come le zone di Piazza a Mare e Villetta Comunale Italo Balbo, considerando che i mercatini di Natale, visti in passato, non portano al consumatore nuovi o differenti prodotti che non possono essere reperiti nei negozi di vicinato”.

La lettera è al vaglio della politica, che dovrà decidere in tempi brevi il da farsi, visto che ormai mancano soltanto sei settimane all’inizio delle festività natalizie e, qualsiasi sia la decisione, bisognerà dare modo a chi di dovere di organizzare il proprio lavoro.

Sarebbe tuttavia interessante sapere anchecome la pensano le altre organizzazioni di categoria presenti sul territorio, visto che, per ora, questa posizione di chiusura è stata assunta ufficialmente soltanto da due sigle: il che già lascia supporre l’esistenza di“rotture”nella tanto agognata“unità sindacale”del comparto.

Fratture che finora hanno rappresentato uno dei principali viatici allostrapotere dell’Amministrazione nei confronti di un’intera categoria produttiva, finora mai (o pochissimo) ascoltata dalla politica su problematiche di specifico interesse, se non per comunicare decisioni già prese nelle cosiddette “stanze dei bottoni”.