Nicchie al cimitero: il Vescovo cacci i collaboratori che gli fanno dire bugie ai fedeli!
LaCuria Diocesanadi Pozzuolinon vuole rogne con i propri ‘amministrati’.
Ma soprattutto vede come la peste il rischio che si possano aprirecontenziosi legalicon chi, alle massime autorità ecclesiastiche locali, contesta l’aver osato imporre, a concessionari ed eredi di2198 nicchiedel cimitero vescovile,una ‘tassa’ da 1.650 euro per il trasferimento provvisorio dei resti mortali ed il riposizionamento negli stessi all’interno dei nuovi loculi.
Tumuli che saranno realizzati dopo ilavori di abbattimento e ricostruzione con adeguamento igienico-funzionale, interventi oggetto delpermesso a costruirerilasciato dall’Amministrazione Comunale al Vescovo il 23 dicembre scorso.
“Il Vescovo ed i suoi collaboratori”, infatti, richiamandosi ad un post pubblicato sulla pagina Facebook della Diocesi il 12 giugno scorso, anche oggi, ad otto mesi di distanza,continuano a ripetere‘a pappardella’la stessa colossale bugia, e cioè chequel “contributo” di 1650 euro fu“richiesto”e non“imposto”, benché“legittimo”e che chiunque è libero di non sborsarlo senza alcuna conseguenza sulla titolarità della nicchia e sulle procedure di trasferimento delle spoglie.
Chiunque (ed abbiamo testimonianze dirette) si sia recato, a suo tempo, negli uffici della Curia Diocesana per vedersi illustrato il progetto, sa bene che,a parte la possibilità di rateizzarlo comodamente,quell’esborso in denaro fu prospettato come condizione necessaria per non perdere il loculo.
Echiunque si sia recato negli uffici della Curia Diocesana anche dopo il comunicato del 12 giugno scorso con cui si faceva dietrofront rispetto a quella pretesa economica, sa bene di aver ricevuto informazioni quanto meno ambigue sulla necessità di dover sborsare comunque dei soldi, secondo la propria disponibilità economica e anche in più soluzioni.
Tra l’altro,non si capisce il motivo per cui la Curia Diocesana si affretti a precisare che si tratta di un contributo legittimo ma che non intende imporre.
Per quale motivo qualcuno dovrebbe improvvisamente rinunciare a cuor leggero ad una somma di denaro che ha diritto di chiedere?
Forseper paura che si possa scoprire il contrario e magari aprire il vaso di Pandora su altri guai?
Eperché la Curia Diocesana non spiega come possono fare a vedersi restituito il ‘maltolto’, coloro che hanno versato quei soldi (o soltanto un primo acconto) perché convinti dai“collaboratori del Vescovo”che fosse indispensabile pagarli?
Lungi da noi immaginare di essere nella stessa situazione che si vive avendo a che fare con queiparcheggiatori abusiviche prima con spavalderia ti impongono la loro tariffa (e se paghi per paura ma poi ci ripensi, col cavolo che te ridanno indietro i soldi!) però se resisti al taglieggiamento e ti ribelli, la buttano sul“dottò un’offerta a piacere”, ma solo se vuoi darla, eh!
E, secondo voi,tra il vedersi chiedere come legittimo il pagamento di una somma in denaro e sentirsi dire che questa cifra la si può anche non pagare, qual è la scelta di una persona sana di mente?
E’ chiaro dunque che la Chiesa di Pozzuoli vorrebbe cavarsela evitando le vie legali e convincendo i fedeli di essere stati“fraintesi”.
Ma i cittadini sanno di aver capito benissimo cosa fu loro detto e prospettato in quegli incontri per la presentazione del progetto.
E sanno anche chela Curia Diocesana ha improvvisamente ammorbidito la propria posizione trasformando la pretesa economica in contributo volontariosoloquandotre consiglieri comunali(Raffaele Postiglione,Antonio CasoeDomenico Critelli)hanno fatto sapere al Vescovo che si sarebbero impegnati per dimostrare, in ogni sede, i possibili profili di illegittimità sul piano urbanistico e paesaggistico degli interventi autorizzati dal Comune, ma anche la stessa impossibilità dell’esistenza di un cimitero privato dal 1934 in poi.
A che pro, dunque, dire menzogne alla gente quando si sa (ed è pressoché di pubblico dominio) come sono andate le cose?
E a che pro,monsignor Pascarella deve esporsi pubblicamente nel collezionare queste figuracce che gli sono evidentemente suggerite dai suoi collaboratori, ossia gli unici che hanno interloquito con i cittadini?
Perché il Vescovo non si libera di chi contribuisce a danneggiare la sua immagine facendolo passare per bugiardo e, invece, se vuole essere credibile nella sua promessa di evitare obblighi di pagamento, non chiede prima scusa ai fedeli ammettendo che i suoi sottoposti hanno sbagliato ad imporre gabelle non dovute ai concessionari o agli eredi di queste 2.198 nicchie?
